Fila al botteghino per la prima di “Ma che casino…!
E’ ambientata negli anni ’90 la commedia “Ma che casino…!” a firma di Angelo Rojo Mirisciotti, andata in scena al teatro Il Piccolo di Fuorigrotta (Napoli) per la regia di Michele Onorato.
La compagnia TeatrOnorato non è nuova alla frequentazione dei prostiboli, ma quest’anno il ruolo della maitresse (interpretata dalla bella e frizzante Mena Caputo) si arricchisce di nuove nuances, grazie alle quali si evince un rapporto umano, quasi materno, tra il carnefice e la vittima, tra la tenutaria del bordello e le ragazze che ci lavorano.
L’argomento è trattato con leggerezza, i tempi comici sono buoni, con alcuni attori visibilmente emozionati, ed altri che hanno saputo gestire meglio l’adrenalina che scaturisce dalle tavole del palcoscenico.
Colpisce, per chi ancora non conosce questa compagnia amatoriale, la cura posta nell’ allestimento della scenografia, nei costumi dei personaggi e nei copiosi stravaganti e eleganti cambi d’abito degli interpreti. La difficoltà di recitare in un dialetto differente da quello partenopeo ha richiesto grande impegno sia alla brasiliana “Cannella” interpretata da Fiorella Lo Cascio, sia alla siciliana Denisia Marchese che alla bolognese Emma Minopoli; ma il pubblico ha gradito, tributando risate e applausi a scena aperta.
“Marmottina” -interpretata da Gaia Moschetti– a joué son role di donnina allegra affetta da una terribile forma di letargìa quasi alla pari con la contessa Teresa: assai divertenti, infatti, sono risultati i siparietti tra le due donne, due età diverse, due mondi a confronto.
Sulla scena anche Alessandro Tucci (Dudù il feticista), Eduardo Stasi (Aquila nera, il generale fascista), Michele Pugliese (Pasqualino casce ‘e brillante, ricottaro per scelta e senza vergogna) Davide Forlì (il ragioniere necrofilo), Gabriel Ioime e lo stesso Michele Onorato ai quali l’autore ha affidato il compito di scuotere la serenità della casa di piacere, nascosta nel cuore della Napoli bene.
In scena il 13 e il 14 maggio, hanno riscosso il giusto tributo del pubblico.
Ph: Paolo Vitale