Siamo tornati sulle scene di Post Fata Resurgo di Cristian Izzo, versione estiva nei giardini del Vesuvian Institute. Il linguaggio diretto della lirica bastarda ci ha assorbito
Della lirica bastarda di Cristian Izzo e del suo Post Fata Resurgo abbiamo già parlato in precedenza, e proprio la tanta curiosità destata dall’articolo predente (Castellammare di Stabia, “ POST FATA RESURGO ” ?) ha dato lo stimola a chi scrive di gustarsi lo spettacolo in replica estiva.
La calda e afosa serata estiva è diventata soffocante quando il linguaggio della lirica bastarda ha preso il sopravvento nell’anima e nel corpo di un cittadino che ama la propria città e che la vede quotidianamente defraudata e violentata da chi amministra la Res Publica, da trent’anni a questa parte. Il linguaggio e il sentimento utilizzato è, purtroppo, applicabile per la città di Castellammare di Stabia, per la Regione Campania, per l’Italia.
Nello specifico, la città di Castellammare di Stabia avrebbe 30 elementi – montagna, mare e 28 sorgenti d’acqua – per brillare e vivere delle sue bellezze, ma è costretta all’implosione su sè stessa: la metafora delle sorgenti bloccate sottoterra rende perfettamente l’idea. Il tappo è rappresentato da tutti coloro che da troppo tempo promettono di risolvere i problemi, mentre invece continuano a sotterrare la città e i suoi cittadini – colpevoli.
L’inno a reagire è una carica importante. Il condottiero chiama a sè le sue armi migliori e prova a combattere … come finirà? Ci sarà un nuovo “Post Fata Resurgo” per la Città di Castellammare di Stabia?