Cavalleria Rusticana al Carlo Felice: la musica al centro di un intramontabile capolavoro


Lo spettacolo è stato coinvolgente e sin dall’inizio la musica è stata la vera protagonista che ha fatto da guida a tutta l’opera, al Teatro Carlo Felice di Genova, adeguandosi al racconto che è un intreccio di amori, tormentati, passioni, gelosie e vendette. Di grande effetto è stato anche il coro sia per prestazione vocale che per l’elevato numero di componenti insieme all’orchestra magistralmente diretta dai maestri Paolo Arrivabeni (24-25-26 maggio) e Giuseppe Finzi (28-29-30 maggio).

La scenografia riproduce un paesino siciliano in cui si svolge la tragedia, nel giorno di Pasqua, con case e chiese di un grigio cupo, atmosfera che in qualche modo annuncia il dramma.

L’opera narra di una donna, Mamma Lucia, interpretata dalla bravissima Carlotta Vichi, e di suo figlio Turiddu, interpretato magistralmente da Diego Torre e Rubens Pelizzari, che prima di partire come soldato era innamorato di Lola (interpretata dal mezzo soprano Giuseppina Piunti) la quale, durante il periodo in cui Turiddu era militare, si sposava col carrettiere Alfio, interpretato da Gevorg Hakobyan e Sergio Bologna.

Tornato in Sicilia, Turiddu viene a conoscenza del matrimonio. A questo punto preso dalla disperazione e dalla confusione cerca di sedurre una giovane contadina, Santuzza, che cede alle sue lusinghe.

Anche Lola, però, non rimane indifferente al ritorno di Turiddu al punto che non esiteranno a frequentarsi nonostante sia una donna sposata.

È facile immaginare che tutto questo intreccio di situazioni porti alla tragedia finale con la morte di Turiddu per mano di Alfio, il marito di Lola.

L’umanità di Turiddu si manifesta comunque fino in fondo, durante l’ultimo saluto alla mamma, nel momento in cui si raccomanda di prendersi cura di Santuzza nel caso gli dovesse succedere qualcosa.

Pur essendo una storia d’altri tempi, tratta da una celebre novella di Verga che a sua volta si ispirava a un fatto realmente accaduto, grazie alla forza interpretativa dei protagonisti, il melodramma risulta ancora coinvolgente nonostante sia stato per la prima volta presentato nel 1890.

Sebbene sia allora che oggi ci siano detrattori di Mascagni come compositore, la forza dell’opera è rappresentata dalla musica che è la vera protagonista di tutta la rappresentazione che ancora oggi convince un pubblico coinvolto e riconoscente con il solo mezzo a sua disposizione per dimostrarlo: anche in questa serata, lunghi minuti di applausi finali.

Sul palco del Carlo Felice è giunto poi il turno di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, un’opera anch’essa permeata di un dramma profondo, dallo stile quasi pirandelliano nel momento in cui si assiste ai clown che sono costretti a far ridere il pubblico, nonostante siano al centro di una vicenda tutt’altro che lieta e divertente.

Se volete leggere ulteriori approfondimenti su Cavalleria Rusticana/Pagliacci, potete cliccare al seguente link: https://magazinepragma.com/events/cavalleria-rusticana-e-pagliacci-un-cast-stellare-per-il-ritorno-al-carlo-felice-di-genova/

Patrizia Gallina

(Foto a cura di: Marcello Orselli)

 

 

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