ISOMETRIE, le geometrie generative di Pievani


Artista:                                   DIETELMO PIEVANI

Titolo mostra:                        ISOMETRIE, le geometrie generative di Pievani

Curatela:                                a cura di Paola Silvia Ubiali

Inaugurazione mostra:           giovedì 28 novembre 2013, ore 18.00;

                                               ore 19.00 proiezione video di Alberto Nacci

Date mostra:                          28 novembre 2013 – 30 gennaio 2014

Sede mostra:                                      Galleria Marelia   arte moderna  e  contemporanea

                                                              via Torretta, 4 | 24125 Bergamo | Italia

                                                              galleriamarelia.it   |  info@galleriamarelia.it

                                                             + 39 035 0603115  |  + 39 347 8206829

                                                             Apertura:        lunedì-martedì-mercoledì 14.30-20.00

                                                                                     giovedì-venerdi-sabato 14.30-19.00;

                                                                                     primo mercoledì del mese 14.30-23.00

                                                                                     E’ gradito l’appuntamento in altri orari.

 

Giovedì 28 novembre la Galleria Marelia inaugura la nuova sede in via Torretta a Bergamo e presenta al pubblico una serie di opere recenti di Dietelmo Pievani e un’opera video di Alberto Nacci, realizzata sul ciclo di lavori in mostra che dà anche il titolo alla stessa.

Fuoriclasse dell’arte concreta geometrica, protagonista d’avanguardia negli anni sessanta, per ragioni ideologiche negli anni ottanta matura una decisione controcorrente: si allontana dalle esposizioni nelle gallerie private e dal sistema dell’arte per dedicarsi alla ricerca personale, libera da ogni vincolo e condizionamento. Una scelta radicale che ora riceve una deroga meditata, consapevole e motivata.

Alla mia domanda: “Come ti definisci riguardo allo sviluppo del tuo lavoro?” Pievani, senza alcuna esitazione risponde “Pittore”.

Non è facile accettare tale definizione senza qualche perplessità, poiché la pittura nel senso più tradizionale del termine, quella che implica una connotazione gestuale o per lo meno materica, Pievani l’ha abbandonata alla fine degli anni cinquanta. Gli immacolati legni laccati delle Composizioni in bianco e delle Superfici che realizza dagli anni sessanta, i piombi, i ferri delle Composizioni dell’ultimo quindicennio possiedono una forte vocazione scultorea, si potrebbe dire architettonica per l’evidente propensione alla conquista dello spazio. Ma lui persiste imperterrito a considerarsi “pittore”, andando implicitamente, e forse ironicamente, a sovvertire quella meravigliosa, utopistica concezione di unità delle arti – architettura, pittura, scultura – a cui invece, e ne è ben consapevole, anela la sua intera ricerca.

I lavori di Pievani sono da intendersi “progetti”, anche quando capita di trovarli collocati in un salotto. Progetti che – se fosse sempre possibile come a volte lo è stato – aspirerebbero all’espansione per potersi incastonare in un più ampio programma architettonico all’interno di un programma coordinato di “arte totale” che affonda le radici nei cantieri delle grandi cattedrali medievali dove architetti, artisti e maestranze lavoravano coralmente, si spinge fino al Bauhaus e transita infine nelle contemporanee realizzazioni site-specific.

Nella serie ideata per questa mostra, Pievani ha lavorato con metodo progettuale attraverso una sequenza concatenata e il procedimento, o meglio il processo creativo, è rimasto a lungo nella fase di work in progress. Potenzialmente la serie tende all’infinito, come le combinazioni di un divertissement della massima serietà nel quale la “forma”, è importante sottolinearlo, diventa il “contenuto”, specchio di equilibri e verità superiori.

Essendo la geometria euclidea l’ambito nel quale egli si muove, è corretto parlare di geometrie generative che qui trovano il punto d’arrivo di una ricerca iniziata molto tempo fa.  In matematica l’isometria (dal greco, iσoç, isos, che significa uguale) è una nozione che generalizza quella di movimento rigido di un oggetto o di una figura geometrica. Generalmente le isometrie preservano, oltre alle distanze, altri concetti geometrici come angoli, aree, lunghezze. Nella serie presentata in mostra il primo elemento della progressione (che corrisponde cronologicamente alla prima opera realizzata) è l’archetipo che permette di generare gli elementi successivi sulla base di minime variazioni rotatorie, traslative o riflessive nel piano, con attenzione alla scansione ritmica.

Tradizionalmente la geometria incarna l’idea del pensiero astratto, della ricerca scientifica, del cerebralismo e, teoricamente, non dovrebbe produrre stati emotivi, passioni, trasporto interiore. Dico teoricamente perché nel caso di Pievani la tradizione viene di nuovo disattesa. Alla fine degli anni cinquanta l’artista sembrò disfarsi completamente dell’esperienza informale dei Cementi per dedicarsi alle levigate Superfici a lamine giustapposte, quasi asettiche nella loro ascetica bellezza, talmente perfette da dissimulare l’intervento umano. Le opere dell’ultimo quindicennio rappresentano invece un inatteso cambiamento, compiutamente espresso nelle Composizioni in piombo, ferro, legno, tempera, materiale tessile e plastico. Mentre la struttura volumetrica resta inalterata nella tensione verso la perfezione – confermando le autonome proprietà semantiche della linea, del colore, della forma e dei valori plastici non descrittivi che la ricerca precedente aveva portato alla luce – l’esterno delle masse si risolve in un’epidermide sensibile, pittorica, viva e reattiva, quasi biologica. Essa pare riacquistare la memoria dell’informale attraverso lievi tracce che cessano di occultare i segni del tempo, del caso e del lavoro umano anzi, ne evidenziano l’esistenza svelando graffi, screziature, ombre, impronte. Forme geometriche le cui superfici richiamano quelle di fossili millenari, reperti archeologici di un tempo che fu. Sembra quasi un lasciarsi prendere dal ricordo nostalgico, da una vena malinconica che favorisce la meditazione sulla caducità di ciò che è terreno ed effimero, in una sorta di inconsueta vanitas post-moderna. Il lavoro di questi ultimi anni pare entrare così in una dimensione più profondamente e autenticamente umana, nella quale forze eterogenee cercano di convivere, in eterna lotta.

 

* Il video ISOMETRIE, le geometrie generative di Pievani è scritto e diretto da Alberto Nacci.    

   Musiche di G.F. Narholz, A.C. Kreuzer, E. Levine.

   Con la partecipazione (in ordine di apparizione) di:

   Don Giuliano Zanchi, teologo

   Edoardo Milesi, architetto

   Ferdi Baleri, collezionista

   Telmo Pievani, artista

   Durata 14′, prodotto da Alberto Nacci / ajpstudio (www.ajp.it)

   2013 © tutti i diritti riservati

 

 

Ecco come Alberto Nacci racconta la genesi del film che ha dato il titolo alla mostra:


Un giorno Pievani mi chiamò al telefono chiedendomi di “interpretare” dal punto di vista matematico ciò che avveniva nella traslazione delle figure geometriche che compongono l’opera “generatrice” di questo ciclo di lavori. 
Presi le bozze e le portai in studio per analizzale. Presto verificai che inconsapevolmente l’artista aveva realizzato delle trasformazioni geometriche. Si tratta di “isometrie” e la “bellezza” che nasce dall’equilibrio fra le forme deriva proprio dall’esattezza con cui l’artista – ripeto, inconsapevolmente – aveva applicato queste trasformazioni geometriche. Nonostante avessi già conosciuto (e apprezzato) l’opera di Telmo Pievani, proprio da qui é nato un interesse particolare che mi ha indotto a realizzare un docu-film su questo ciclo di opere realizzate nel 2013. Ho portato in studio l’opera “generatrice” e utilizzando sofisticati sistemi di illuminazione a fibre ottiche ho cercato per diverse settimane una chiave di lettura filmica che sintetizzasse la complessità di un linguaggio rigoroso (seppur “primitivo” nelle linee), con l’armonia di forme che aspirano alla perfezione. In questa ricerca hanno avuto un ruolo significativo i “testimoni” a cui ho affidato (con la complicità dell’artista) il compito di indagare il suo linguaggio da diversi punti di vista. Don Giuliano Zanchi ha offerto una “lettura filosofica” della spiritualità nella recente produzione di Pievani. L’architetto Edoardo Milesi si é soffermato sulla suggestione di un parallelismo possibile fra la recente produzione di Pievani e la ricerca di nuove forme ed equilibri in una ipotetica città disegnata dall’artista. Ferdi Baleri, “vecchio” conoscitore dell’artista, ha interpretato l’evoluzione del suo linguaggio, approdato ad un livello “di altissima spiritualità”. In chiusura sarà Telmo ad avere ancora “l’ultima parola”: il suo sguardo interrogativo é il messaggio più autentico di un artista che ha attraversato le impervie stagioni del XX secolo e … guarda ancora avanti!

 

Il film potrà essere guardato online, dopo la data di inaugurazione della mostra, nella filmografia di Alberto Nacci all’URL http://vimeopro.com/albertonacci/filmography e nel canale youtube della Galleria Marelia.

Alberto Nacci (Trapani, 1957) vive e lavora a Bergamo dal 1982. Già docente di Progettazione Sonora all’Accademie Carrara di Belle Arti di Bergamo e alla LABA di Brescia, dopo una lunga attività di musicista, si è dedicato alla produzione di documentari d’arte e cultura, filmati industriali, didattici e opere di videoarte, ricevendo numerosi riconoscimenti a livello internazionale in Europa, Usa e Asia. Dal 1982 insegna Matematica negli istituti superiori.  Sito ufficiale www.albertonacci.it

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