Dal 3 al 5 marzo 2017 la Compagnia Petrillo Danza/Cie Twain presenta a Napoli il Don Quijote
Partendo da Cervantes, Loris Petrillo dà vita ad una performance in cui suoi sono i testi, la coreografia e la regìa, per tornare sulla tematica -sempre più spinosa, dopo che nel nostro paese si è riaperto il dibattito sull’eutanasia– dell’accettazione di una realtà che non siamo in grado di cambiare.
Prodotto da AcT/Cie Twain 2015 con il sostegno del MiBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, con il contributo di OfficinaTwain 14/16 e in collaborazione con La Fabbrica dell’Attore/Teatro Vascello – Roma, Don Quijote è un personaggio forte, deciso a cambiare la realtà che lo circonda e che trova ingiusta; egli vive di un impulso interiore così forte che finisce per deformare il mondo, gli uomini, i sentimenti.
Forte è la delusione che l’uomo subisce di fronte alla realtà, gli inganni che subisce; le illusioni che lo cullano e che vengono lette come pazzia poi lo trasformeranno da spensierato sognatore a personaggio tragico, ormai privo di ogni immaginazione, di qualunque fantasia.
“Non muoia , signor padrone, non muoia. Accetti il mio consiglio, e viva molti anni, perché la maggior pazzia che possa fare un uomo in questa vita è quella di lasciarsi morir così senza un motivo, senza che nessuno lo ammazzi, sfinito dai dispiaceri e dall’avvilimento…” (Sancho Panza)
Queste le parole che Sancho rivolge al cavaliere errante in fin di vita, ed è a queste che Loris Petrillo si ispira per affrontare questo nuovo lavoro coreografico. I compromessi che l’uomo non sa accettare, le sconfitte, le tristezze che la vita dispensa da un lato, e dall’altro delle parole che vogliono -per quanto vane- infondere coraggio per continuare a resistere, per rimettersi in piedi di fronte ad una realtà che tradisce e delude.
Viene da pensare alla scelta di chi, in questi giorni, ha scelto di arrendersi e di lasciare questa esistenza terrena.