Festa medievale del Borgo del Corpo di Cava – Cava dei Tirreni (Sa) svoltosi il 30-31 Agosto 2014
Che il nostro sia un territorio ricca di storia è conosciuto ai più. Che non si faccia nulla o non si tenti di fare qualcosa per rievocare e tenere in auge ciò, è un falso storico; Basta informarsi. Soprattutto in estate, ci sono luoghi che danno vita a rievocazioni degne di nota. Quando il clima è favorevole, le passeggiate culturali, enogastronomiche restano ancora un momento di aggregazione preferito da tutti.
Proprio questo è ciò che avviene intorno alla millenaria abbazia benedettina della SS Trinità che fu consacrata il 5 settembre dell’anno 1092 e che spesso viene indicata semplicemente con Badia di Cava, poiché sorge sotto una cava, nell’amena cornice della valle metelliana. Si tratta di un borgo situato a 406 slmm, immerso in una rigogliosa vegetazione. Il fondatore della Badia di Cava fu San Alferio Pappacarbone, nobile salernitano di origine longobarda formatosi a Cluny, che nel 1011 si ritirò sotto la grande grotta Arsiccia per trascorrervi vita eremitica. La sua santità attrasse numerosi discepoli tanto ad indurlo a costruire un piccolo monastero: il nucleo originale dell’odierna abbazia. Morì in età avanzata il 12 aprile 1050.
Il territorio di Cava dei Tirreni, in provincia di Salerno, faceva parte – insieme a Vietri sul Mare e Cetara- dell’area denominata “Ager publicus salernitanus”, sotto la giurisdizione della Diocesi di Salerno. Dopo l’anno 1092, in seguito ad una Bolla Papale concessa da Papa Urbano II, questo enorme patrimonio confluì nella giurisdizione territoriale, economica e spirituale dell’Abbazia. Tutto fu sancito con onori ufficiali dal viaggio che intraprese, alla volta dell’Abbazia, Papa Urbano II accompagnato dal Duca Ruggiero (successore al padre sul trono di Salerno, Amalfi, Sorrento e nelle regioni della Puglia,Calabria e Sicilia) e da un gran numero di cardinali, prelati, principi sacerdoti ed armigeri. Lì incontrò l’Abate Pietro e ad egli ,al monastero e a i suoi successori, concesse molteplici privilegi.
Nel ricordare i fasti di questo momento storico importante, parte la narrazione storica nel piccolo, caratteristico Borgo del Corpo di Cava. Partecipano tutti gli abitanti del luogo come figuranti. Tutto viene preparato e allestito con cura e trova nel corteo papale il filo conduttore attorno al quale ruota tutta la rievocazione.
Quest’anno si è svolta l’ottava edizione. Due giorni in cui affluiscono nel piccolo borgo centinaia di turisti, curiosi, devoti. Si può arrivare in maniera agevole,usufruendo delle navette messe a disposizione dell’autorità comunale che vi porteranno fino all’eremo.
All’arrivo saltimbanchi, racconta storie, funamboli, arcieri, musici e comparse vi trasporteranno nel misterioso mondo del medioevo. Assisterete a rappresentazioni di vita quotidiana di un campo militare, con maestri arcieri che tirano con le balestre. Contadini, artigiani, scultori intenti nei loro mestieri. Assaggerete la cucina del tempo che fu. Semplice, povera ma genuina. Dame prese a dipingere o a insegnarvi i balli dell’epoca.
Ciò che impressiona e trascina in un salto nel tempo, è seguire il corteo storico di Papa Urbano II. Il rullo dei tamburi, l’incedere dei passi, la luce fioca delle lanterne nel percorso cittadino fin giù per le ripide discese.Fino a scorgere in un anfratto l’imponente Abbazia. Un colpo d’occhio senza pari, seguirne i silenzi, la solennità del momento fino all’ ingresso in essa . Quest’ultima ,si racconta ai vostri occhi: solenne, imperturbabile al trascorrere dei secoli e delle guerre. Un capolavoro d’architettura. Durante i secoli della sua storia,si è arricchita di molte opere d’arte, affreschi, mosaici, sarcofagi, sculture, quadri, codici miniati e oggetti preziosi.
Alla fine del corteo, all’ interno si è svolto un concerto di musica medievale. Gli strumenti musicali sono ricostruzioni di quelli usati nel periodo, su indicazioni iconografiche e organologiche riprodotti dai più noti liutai europei. I brani musicali sono tratti da antichi manoscritti come le “Cantigas de Santa Maria”, il “Livre Vermeil” , il “Laudario di Cortona” e frammenti anonimi di melodie e ballate di trovatori e trovieri. Le esecuzioni di tutti i brani è proposta in forma strumentale da liuti, synphonia, armonium da tavolo, percussioni e violoncello.
Quale migliore occasione per ascoltare dal vivo ciò ? ….
“Fatti non foste per viver come bruti ,ma per seguire virtute e conoscenza “
(D.Alighieri)
ph: Angela garofalo