Domenica 18 novembre alle ore 15.30 e alle 20.00, si è tenuto al Teatro Carlo Felice di Genova, “Paquita”, balletto in due atti e tre scene, su libretto di Paul Foucher e musica di Édouard Deldevez. E’ una deliziosa commedia romantica in danza, probabilmente una delle più care al pubblico.
Il suo debutto a Parigi il 1 aprile 1846 avvenne presso l’Académie Royale de Musique con le coreografie di Joseph Mazilier, tutto ciò che riguarda la parte danzata di quello spettacolo d’esordio è andata perduta, ma non le successive versioni che Marius Petipa preparò per San Pietroburgo, furono destinate a diventare le predilette dalle compagnie di balletto. Petipa sentì la necessità di ampliare le musiche originali e incaricò del lavoro Ludwig Minkus, che diede un contributo di classe e raffinatezza al lavoro artigianale di Deldevez. Nacque così uno de balletti più spettacolari del repertorio romantico, e anche dei più realistici: la protagonista non è una creatura femminile sovrannaturale, una silfide o una villi, ma una ragazza in carne e ossa, una gitana che si scoprirà essere una nobile rapita da bambina (il che le permetterà, alla fine, di sposare l’ufficiale francese Lucien).
A danzare Paquita (nella versione di Petipa) al Teatro Carlo Felice, il Balletto del Teatro dell’Opera di Chelyabinsk, città russa alle pendici degli Urali con una lunga e nobile tradizione coreutica classica.
L’evento fa parte di “Russian Season 2018”, una grande manifestazione volta a valorizzare l’anno della Cultura Russa in Italia, con il coinvolgimento di ben 74 città italiane.
E’, tuttavia, il ruolo di Paquita che rappresenta il culmine di questo sfoggio di bravura; Paquita è la “Ballerina Assoluta”, nella quale lirismo e temperamento devono andare di pari passo con un impeccabile virtuosismo tecnico, nella ricerca di quella perfezione scenica che Petipa perseguiva.
Di ambientazione spagnola, durante l’occupazione napoleonica, il balletto narra l’amore contrastato di un soldato francese, Luciano, per la giovane zingara Paquita. La differenza di rango sembrerebbe dividere i due innamorati, ma alla fine risulterà che la fanciulla è di nobili origini e, dopo diverse peripezie, i due potranno convolare a giuste nozze.
Paquita, considerato uno dei balletti di repertorio romantico più significativi, si distingue per l’ambientazione realistica, ben diversa dall’iconografia tradizionale che vuole luoghi esotici e incantati, popolati da silfidi e spiriti danzanti immersi in paesaggi irreali, delineando invece una protagonista in carne ed ossa, che trionfa su tutto e tutti.
Gli interpreti regalano una buona interpretazione sia dal punto di vista tecnico che interpretativo, come il titolo richiede.
Precisione e pulizia per l’intero corpo di ballo nelle numerose scene d’insieme che colorano la vicenda. Particolarmente di effetto gli allestimenti, diversi in ogni atto, e soprattutto il gioco di nastri, una vera esplosione di colore. La sinfonia dona colore e sfumature ad ogni nota, regalando una melodia piena e romantica.
Applausi meritati per l’intera compagnia.
Patrizia Gallina
(Foto di Marcello Orselli)