Filippo D’Agostino: giovane talento artistico siciliano, si racconta durante la sua ultima esposizione.
Filippo D’Agostino, 23 anni, è un giovane artista di Belmonte Mezzagno (PA). Sin dai suoi primi studi scolastici, Filippo, si è invaghito del mondo dell’arte. La passione e il talento l’hanno portato a ottenere ottimi risultati in questo settore, nonostante la sua giovane età. Partecipa a diverse mostre importanti di Palermo, e con le sue opere riesce a conquistare il pubblico, vincendo anche prestigiosi premi artistici.
E’ stato invitato ad esporre alcune delle sue opere più espressive, all’evento Safe Sex di Arcigay Palermo, per la prevenzione e informazione sull’HIV, tenutasi l’otto dicembre 2017.
Giovane promessa dell’arte, artista poliedrico che con il suo figuratismo sa esprimere temi di attualità anche sul versante sociale e di lotta all’omofobia e prevenzione HIV, come si evince nelle sue ultime opere esprime l’amore come forma di lotta contro le avversità della vita sconfiggendo i momenti bui ed oscuri che possiamo incontrare lungo il nostro cammino. Ecco che D’Agostino nelle sue tele bene interpreta questo concetto utilizzando colori cupi e scuri ma al centro mette figure umane con forza e tensione nei muscoli, dove i personaggi protagonisti delle sue tele esprimono un coraggio che spesso neanche noi sappiamo di avere e ci esorta a farlo emergere e lottare nella vita senza arrendersi mai.
I toni dei neri, dei rossi e dei grigi sono per lui quasi il suo tratto distintivo, l’assenza dei tratti somatici definiti è voluta per far diventare i personaggi che ritrae icone senza tempo, eroi per le generazioni future, in questo si distingue la sua arte affinchè faccia da monito per sensibilizzare la collettività. (Valentina Gueci)
Intervista a Filippo D’Agostino
Come ti sei avvicinato al mondo dell’arte?
Il mio approccio con l’arte è iniziato fin dalle scuole medie. Li per la prima volta ho iniziato a realizzare oggetti in argilla mosaico e a dipingere qualche operetta. Successivamente, iniziando gli studi all’istituto d’arte di Palermo, ho scoperto il mondo dell’arte in tutte le sue sfacettature e in tutte le sue forme.
Ho iniziato ad amare l’arte anche grazie ai miei professori, in particolare Valeria Parasporo, la mia docente in storia dell’arte.
Ogni artista ha la sua musa ispiratrice, la tua qual è?
Sono una persona molto sentimentalista. Sicuramente la mia musa ispiratrice è l’amore. Con tutte le sue sfacettature, sia inteso come amore sentimentale, familiare o semplicemente amore per l’arte e la musica.
Il tuo artista preferito?
Bella domanda, non ho un artista preferito . Ho un amore profondo per gli insormontabili Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Van Gogh. Ma anche artisti contemporanei come Igor Mitoraj e Omar Ortiz.
Grazie ai miei studi sul capoluogo siculo ho avuto modo di amare e apprezzare artisti come Pietro Novelli, Giacomo serpotta, uno dei più grandi stuccatori d’Europa, poi Francesco Lo Jacono e il mitico Van Dyck.
Sicuramente i più incisivi nella mia carriera artistica e che hanno influenzato le mie opere sono Toulouse-lautrec e la drammaticità di Egon Shiele. E spesso prendo spunto dalla scultura classica.
Cosa vuoi esprimere con le tue opere?
Con la mia arte voglio esprimere i miei stati d’animo, i miei sentimenti. Per me ogni mia opera è un figlio. Dipingere è un mio sfogo un un bisogno fisico per me, che mi porta a trascrivere in arte ciò che provo. Infatti, quando inizio a dipingere monto il cavalletto e non smetto finché l’opera non è conclusa. Fino a quando il sentimento che provo in quel momento non è finito.Per questo motivo non dipingo mai un opera a più riprese, preferisco dipingerla tutta d’un fiato. Nelle mie pitture cerco di lasciar trasparire tutti i miei stati d’animo come l’angoscia, la rabbia, la disperazione, ma anche l’ amore, la tenerezza, la forza.
Come definiresti la tua arte?
La definirei sicuramente un arte d’impulso e di sentimento. Un arte che non viene della ragione ma dal cuore e pertanto non vincolata dalla perfezione.
La vita degli artisti è molto difficile, cosa ti spinge ad andare avanti in questo campo?
Il bisogno di dover trasmettere qualcosa. La determinazione di chi non vuole arrendersi mai, di chi tenta più volte senza mollare mai, di chi rialza la testa e va avanti nonostante le difficoltà che la vita può presentargli.
Se non facessi l’ artista quale altro lavoro vorresti svolgere?
Il mio sogno nel cassetto è quello di poter diventare professore di storia dell arte. Così potrei trasmettere il mio amore per l’arte al prossimo. Credo che sia il desiderio di ogni artista potersi nutrire e sfamarsi dell’arte, non solo a livello culturale ma anche economico.
Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere la tua carriera?
Consiglio a tutti di intraprendere la carriera dell arte. Non per successo o vana gloria, ma proprio per dar spazio ai propri stati d’umore. E non arrendersi mai. Neanche quando diranno che sono opere scadenti e che non sono belle. Non vi abbattete, del resto non tutti sono chiamati a cogliere e apprezzare l’arte. Invito tutto i giovani a dipingere, perché, in fondo, dove è l’arte non esistono giudizi, litigi o distinzioni. L’arte è una lingua universale che abbraccia tutte le religioni, culture, nazioni e etnie. Del resto l’arte salverà il mondo.
Cosa hai provato quando hai esposto le tue opere?
Sicuramente ero emozionato, ho provato molta ansia. Non sapevo cosa dire, non avevo preparato un discorso, e quando esponi te stesso in un quadro non sai mai se può piacere.
Ho lasciato che il mio cuore mi guidasse nel descrivere le mie opere.Ho cercato di far percepire e soprattutto capire al pubblico tutto ciò che ho messo dentro una semplice tela. Una volta terminata l’esposizione tutta l’ansia è sparita. Vedere le persone congratularsi e capire ogni singolo stato d’animo, che volevo esprimere, mi ha gratificato tantissimo e mi ha spronato a perseverare e ad andare avanti per il mio cammino.