Presentata al PAN-Palazzo delle arti di Napoli ’La notte del Jazz’ che si svolgerà l’11 novembre presso la Basilica di San Giovanni Maggiore, alla presenza dell’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele, al presidente dell’associazione La Musa Partenopea Ciro Costabile, Enrico del Gaudio musicista e direttore artistico della rassegna, Maria Koshkina booking internazionale.
La serata è organizzata con la collaborazione della Fondazione Banco di Napoli e la piattaforma di crowdfunding Meridonare, oltre a partner privati.
‘La notte del Jazz’ è una maratona non stop di sei ore con tanti musicisti dalle ore 18,000 alle 24,00, vedrà alternarsi sul palco il cast composto da (in ordine di esibizione) Armanda Desidery Trio, Beatrice Valente Trio, Fabiana Martone-Marco Pezzenti Duo, Lello Petrarca Trio, Mariano Bellopede piano solo, Luigi Di Nunzio Quartet, Pericle Odierna-Armando Bertozzi Duo.
Presenterà la serata con interventi di reading , tra un cambio di palco e l’altro, l’attrice Anita Pavone.
Alla presentazione Ciro Costabile ha presentato la neonata associazione La Musa Partenopea che si interfaccia con l’agenzia artistica MusicaEtcetera specializzata nel management, nella produzione e diffusione della musica, dell’organizzazione di rassegne e festival in Italia ed all’estero, fondata da Ciro Costabile.La scelta di questa data scaturisce dalla concomitanza con l’apertura dell’anno universitario 2016/2017, dando così l’opportunità a tanti giovani di assistere alla jam session, per avvicinarli a questo genere musicale che ha determinatola storia del Novecento. Ha poi sottolineato che il suo intento non termina con la rassegna, ma attraverso l’agenzia MusicaEtcetera si adopererà nel circuitare i prodotti dei musicisti dando loro visibilità.
Nino Daniele nel suo intervento ha parlato della ricerca di risorse: ‘…non avendo fondi a disposizione, cerca di rivendicarli attraverso Enti o Istituzioni, come la Regione Campania, che supportino adeguatamente con risorse non solo quantitativamente significative ma soprattutto certe e durature nel tempo, la vivacissima e ricchissima creatività che Napoli manifesta costantemente ed in particolare con una forte ripresa in questi ultimi anni. Spero che attraverso questa battaglia che è giusto fare, possa servire a sostenere la cultura, perché siamo un paese che investe pochissimo in cultura’. Sottolineando inoltre, come: ‘… bisogna cimentarsi col mercato, in attesa di una politica più lungimirante di risorse più cospicue, per sostenere la vita culturale ed artistica, bisogna provarsi a fare cose interessanti e di qualità’, come appunto la rassegna La notte del Jazz.
Enrico Del Gaudio ha evidenziato il suo ruolo di scopritore di gioielli riguardo ai musicisti coinvolti, per portarli fuori e dare loro visibilità, avendo ricevuto dall’associazione professionalità specifiche per fare questa operazione culturale. Il rammarico è di avere potuto scegliere per questo evento solo alcune tra le perle dei musicisti presenti in Campania, in quanto in sei ore non si è riuscito a fare di più. Per la scelta si è basato su due cose: la prima è quella di progetti con donne-leader, per metterle in risalto in un mondo, quello del jazz, prevalentemente al maschile, la seconda è rivolta ai giovani che hanno difficoltà a partire, correggendosi poi in proposte nuove, dato che l’età cronologica si è ormai allungata.
Maria Koshkina ha dato risalto alla parte finanziaria, che ha permesso la realizzazione dell’evento, ed alle collaborazioni con altre manifestazioni internazionali come quella con la direzione artistica di Maria Semushkina di Artmania Agency che organizza l’Usabda Jazz, il festival jazz più importante della Russia.
Abbiamo chiesto a Nino Daniele ci ha parlarci dell’evento:
Da dove nasce l’idea del jazz in questa location, ovvero della Basilica di San Giovanni Maggiore?
Una maratona concentrata in un posto, in una atmosfera particolare di natura storica, con il jazz, che nasce in periferia, ai margini, però ritorna al centro, mettendosi al centro della scena, spirituale ed artistica.
Una apertura al jazz delle Basiliche, dove prima era vietato suonarlo nei luoghi sacri. Un vostro merito?
Credo che sia una consapevolezza culturale, un cammino che si fa insieme da parte di tutti. Per esempio abbiamo dato nella seconda edizione del Premio ‘Pimentel Fonseca’ ad una donna di religione musulmana Djimi Elghalia, nella Basilica del Carmine. Credo che da questo punto di vista Napoli sia una grande città che ha una grande cultura universale ed è un grande luogo di interazione e di contaminazione delle culture perciò è così creativa.