Magnificat di e con Caterina Pontrandolfo


Magnificat di e con Caterina Pontrandolfo è un evento speciale del Teatro cerca Casa

COMUNICATO STAMPA

“Sabato 6 luglio ore 20, in onore dell’anniversario del soggiorno di padre Massimiliano Kolbe nella chiesa di Sant’Antonio a Portici, Caterina Pontrandolfo porta in scena nel convento porticese il suo “Magnificat – Un incontro con Maria”, tratto dall’opera della poetessa Alda Merini. Il lavoro teatrale, in musica a parole, si costruisce su una silloge, in poesia e prosa, in cui l’autrice compie una fusione mistica tra presenze terrene e figure della fede cristiana (Dio, Maria, Gesù) e, sul versante umano, l’uomo, la donna e il figlio. L’ingresso è gratuito, con offerta libera. Per assistere agli spettacoli della rassegna organizzata da Livia Coletta e Ileana Bonadies, è necessaria la prenotazione chiamando al 3343347090 – 3470963808 – 081 5782460, oppure attraverso il sito www.ilteatrocercacasa.it. A chi prenota verrà fornito l’indirizzo del luogo che ospita lo spettacolo.
Fusione mistica in senso stretto a partire dal testo del “Magnificat” che si trova nel Vangelo di Luca – “L’anima mia magnifica il Signore, perché ha visto l’umiltà della sua serva…” -, che Maria, da poco “piena di grazia” rivolge alla parente Elisabetta che l’accoglie “Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”. Straziata e illuminata insieme è la Maria del “Magnificat” di Alda Merini, un monologo diviso in brevi canti, in cui a poco a poco riconosciamo l’intera vita di Cristo. La trasfigurazione mistica e poetica che ne fa la Merini spoglia questa voce delle vesti della Madonna per rivestirle con quelle di una donna, un io narrante terreno. Una trasfigurazione per niente semplificata e non riducibile alla contrapposizione tra donna divina e donna umana, amore divino e amore sensuale. Una semplificazione che irritò la stessa Merini.
Nel suo incontro con Maria, la Merini fa valere due ascendenze importanti: la lirica infuocata di splendente ascesi come si ritrova in una Teresa D’Avila, e la lirica radiosa dell’amore fertile come si ritrova nel Cantico dei Cantici. L’idea è che il monologo tra poesia e prosa, lasci spazio al canto e alla melodia, sia mettendo in melodia alcuni versi del “Magnificat” meriniano, sia interpuntando con canti della tradizione mediterranea, il monologo stesso. Le melodie originali composte per lo spettacolo sono melodie originali scritte e cantate da Caterina Pontrandolfo.

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