A Napoli, sarà visitabile fino al 10 marzo, presso il Museo del Sottosuolo, la personale di Luigi Auriemma “C_end_re”.
La personale, la prima di Auriemma nella sua città natìa, è curata nei minimi dettagli a partire dalla stessa sede espositiva, il Museo del Sottosuolo, gestito dall’Associazione Culturale “La Macchina del Tempo”, il cui presidente è il dott. Luca Cuttitta, speleologo.
È una personale quella di Auriemma dal forte intreccio dei diversi linguaggi stilistici che vanno dal video all’installazione e da cui scaturisce una vera e propria analisi del ciclo della vita. “C_end_re” si configura, infatti, come un vero e proprio approccio di antropologia fisica che va a riflettere intorno alla nascita e alla morte del singolo uomo, al centro del suo contesto sociale e alla luce del suo percorso evolutivo.
Ad accompagnare l’uomo, nel suo percorso evolutivo, è la parola, strumento di cammino e analisi. Nella stessa parola, Auriemma pone un continuo parallelo tra arcaico e contemporaneo in una continua simbiosi con la tecnologia moderna. E come in un vero percorso di vita forte è l’analisi del contrasto, ma nel contempo, del parallelo tra la luce e la tenebre: elementi che guidano il visitatore durante il percorso allestito nei cunicoli e nelle grotte del Museo ma che, per la stessa suggestione del luogo e lo stesso percorso voluto da Auriemma, pongono il visitatore ad essere parte attiva del suo stesso umano e intimo percorso di vita.
A dare valore e consistenza fisica a questo percorso interiore, concorrono i materiali utilizzati da Auriemma: creta, cenere, marmi. Le parole sono incise su marmo, ma sono colmate di cenere. Ed è in questo rimando che emerge la continua discordanza tra eternità ed effimero: il marmo, con la sua fisicità eterna, sfida il corso del tempo rispetto all’evanescenza della cenere.
In questo dualismo, è la parola ad essere filo conduttore. Da una gradevole conversazione con l’artista è emerso come la parola sia l’elemento determinate dell’intero ciclo di vita fino ad interfacciarsi con il corpo umano.
“La parola che si scrive – spiega Auriemma – nasce, ma nello stesso atto di essere scritta, già muore, lasciando dietro di sè la propria cenere ( da qui il titolo C_END_RE), segno della memoria di un’esistenza.”
Da tale assunto, scaturisce la volontà dell’artista di non voler mai fornire una lettura precostituita e monolitica delle opere che compone.Nelle sue composizioni, Auriemma, non intende creare nuove poesie, quanto bensì prendere le parole dal loro contesto originario e ricontestualizzarle per suscitare nuove e inconfondibili emozioni.
Le opere in mostra, dalle installazioni ai video, sono caratterizzate tutte da una profonda spiritualità che vive e si nutre della parola. In particolare, nei video in mostra Colere I e Colere II che faranno parte dell’esposizione permanente del Museo del Sottosuolo, Auriemma attraverso ancora una volta l’uso della parola riesce a trasmettere quella spiritualità commista a un forte senso di riflessione. E lo fa ricorrendo alla poesia, scegliendo Saffo, l’antica poetessa greca e Michele Sovente, una delle voci più autorevoli della poesia contemporanea.
L’omaggio a Sovente, poeta indiscusso e amatissimo dei Campi Flegrei, scomparso nel 2011, nasce dalla stessa frequentazione di Auriemma con Sovente.
In entrambi i video, Auriemma ricompone le parole con un ritmo ben cadenzato in nuove combinazioni, di cui alcune hanno un senso e un significato, altre ne sono completamente prive. E in Colere II, Auriemma ha voluto prendere spunto dalle diverse lingue in cui scriveva Michele Sovente, dialetto, italiano e latino, al fine di “recuperare la fisicità e l’anima del poeta”.
In entrambi i casi, tuttavia, una volta, collocate le parole, Auriemma le ricopre con cenere.
In corrispondenza dove sono state sepolte le parole di Colere II, sullo scavo, come forma di segnalazione, sono state poste quattro croci dove il cuore di ogni parola è ADE leggibile sia in verticale che in orizzontale. E non è un caso che la scelta di Auriemma sia stata “ADE”: Ade è dio e signore sia di un luogo sacro, l’Ade, il mondo dei morti. ADE, pertanto, è il termine che fa riferimento ad una fase della vita, quella conclusiva, la morte. Ed a questo luogo si accede lasciando la luce del sole per addentrarsi man man nel cuore della terra, nel suo ventre oscuro e protettivo.
E quel contrasto tra materiali, eternità/futilità, trova un parallelo, nel gioco della parola, nel contrasto luce/tenebra. Quel contrasto così forte è ancora più vero nella sede espositiva della mostra rivelando un dialogo quanto più che mai intimo e pulsante di emozioni tra opere d’arte e museo, tra C_END_RE e Museo del Sottosuolo.
Una personale, quella di Auriemma, ricca di emozioni , ma altresì intrisa di motivi di riflessioni sul percorso umano e spirituale.
Opere in mostra
– C_END_RE – 2013 – Marmo e cenere – 30x45x3 cadauno
– Cassetto – 2013 – Legno, vetro, stoffa e inchiostro – 26x26x8
– Ade – 2013 – Ferro traforato – 28×35 cadauno
– EX_CRETA – 2013 – Alluminio, vetro, argilla e luce
– Womb-Tomb – 2013 – Lightbox – 70×100
– Morte-Worte – 2013 – Lightbox – 70×100
– Colere I – 2012 – Video – 9’39”
– Colere II – 2013 -Video – 17’1
La foto, di proprietà di Luigi Auriemma e raffigurante C_END_RE – 2013 – Marmo e cenere , è stata scattata da Gennaro Navarra.
La mostra è visitabile fino al prossimo weekend 9-10 marzo con i seguenti orari 10-12-15.30-17.30.
Alla mostra è annesso il percorso presso il Museo del Sottosuolo.
Per maggiori informazioni e prenotazioni
Museo del Sottosuolo: Piazza Cavour, 140, Napoli
www.ilmuseodelsottosuolo.com; info@ilmuseodelsottosuolo.com; Tel 392 159 89 96.
Addetto Stampa: Dr.ssa Tania Sabatino
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E-mail: ufficiostampalmdt@gmail.com