Neapolitan Shakespeare – prima nazionale


Opere precedenti del Bardo tradotte in napoletano fino a oggi erano riconducibili solo al padre del teatro napoletano e mondiale Eduardo de Filippo nella rivisitazione dell’opera “La tempesta”

Dopo di lui solo l’estro, il talento, il rispetto, il rigore e la follia di un altro grande artista partenopeo,italiano Gianni Lamagna ci porta ad avere diciassette sonetti fra i più famosi di William Shakespeare in napoletano denominato Neapolitan Shakespeare; presentati alla Libreria Feltrinelli di Piazza de Martiri a Napoli, il 14 ottobre scorso con notevole favore di pubblico e stampa e la cui prima nazionale avverrà sabato 14 novembre, presso la Basilica di San Paolo Maggiore a Napoli ore 19.00, a ingresso libero.

Per l’Europhone Records, prodotto da “di Musica in musica” questi diciassette sonetti, tra i più belli ed espressivi dello scrittore di Stratford-upon-Avon, raccolgono Arte come il 136:

Sonnett 136-‘o cientotrentasei

If thy soul check thee that I come so near –  Si ll’anema te dice so’ ‘nzisto,

Swear to thy blind soul that I was thy Will – te stong sempre ‘ncuollo,

And will,thy soul knows,is admitted there –  essa ‘o ssape ca chillo è’o posto mio

Amore come nel 64:

Sonnett 64-‘O sissantaquattro

When I have seen by Time’s fell hand defaced -Passa ‘o tiempo e sfreggia ‘o passato,

The rich proud costo f outworn buried age – distrugge ‘e ccose bbelle e cu ‘a forza tutto fa schiavo;

When sometime lofty towers I see down-razed – mena ‘nterra ‘e ttorre

Amicizia come nel 90:

Sonnett 90 – ‘O nuvanta

Then hate me when thou wilt; if ever, now – Dimmello mo can un me può vvedè,

Now ,while the world is bent my deeds to cross – mo ca tutt’ o munno è contro a mme,

    Join with the spite of fortune,make me bow – auniscete cu ‘a sciorta dispettosa,

Temi mai demodè e imprescindibili dalla vita di un uomo, tanto da essere a distanza di quattrocento anni, l’opera più affascinante di William Shakespeare. Sono il frutto di due anni di lavorazione tradotti, musicati e cantati da Gianni Lamagna; eccezione fatta per i sonetti 90 e 116 in cui collaborano le voci di Piera Lombardi e Alessio Arena e nel 111 Le Mamme di Sisina.

Rappresentano una sperimentazione volta a fondere due culture, quella napoletana e quella made in London. Armonie e stili musicali che si alternano, dalle villanelle, al classico napoletano, alla musica celtica, al barocco, strizzando l’occhio alla musica country o alla tradizione bandistica, generi da sempre oggetto di studio di Gianni Lamagna; ricercatore e studioso assiduo di testi antichi sconosciuti e portati alla ribalta del pubblico. Per quanto concerne le musiche tredici sono musicate dallo stesso Lamagna e i restanti da Nico Arcieri, pianista compositore, Piera Lombardi musicista e cantante, Giosi Cincotti pianista e compositore, Paolo Raffone musicista, compositore, e arrangiatore e concertatore del progetto.

Hanno inoltre collaborato musicisti come: Arcangelo Michele Caso, Alessandro de Carolis, Michele de Martino, Gianluca Falasca, Vincenzo Lamagna, Paolo Propoli, Mario Ciro Sorrentino, Luigi Petronne, Cira Romano.

Tale opera ci auguriamo che trovi spazio anche nelle scuole dato il valore artistico, culturale e didattico che porta con sé.


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