Orti flegrei: un modo antico per riqualificare il territorio.


L’Associazione Orti flegrei si ripresenta all’Arenile Reload domenica 23 febbraio (dopo il successo riscosso a fine settembre 2013 in occasione del concerto  di Vinicio Capossela) per far conoscere questo progetto per la Natura agli amanti, anzi ai cultori, del cibo sano.

Oggi che i media hanno catapultato la Campania felix nell’era dolorosa della Terra dei Fuochi, incontrare una persona gentile e competente come l’avvocato Gaetano Montefusco fa tornare un pò di fiducia nelle potenzialità che il comparto agricolo della nostra regione possiede e anche nella possibilità di un mondo “più in armonia con l’essere umano”.

Gli ospiti -bagnolesi e non- sono stati attirati dallo stand magnificamente allestito, con un occhio alla sapiente mescolanza dei colori e un altro ai profumi della Terra. Sulla scia delle eco-comunità nate in Pianura Padana, quest’associazione ha dato vita ai G.A.T., i gruppi di acquisto (o di affitto) terreni; a differenza dei Gruppi di Acquisto Solidali (dove ci si riunisce per fare la spesa tutti insieme, magari dal contadino di fiducia, per garantire e la genuinità degli alimenti e l’abbattimento dei costi), i G.A.T. si pongono nei confronti del pubblico nella veste di produttori. L’associazione, infatti, acquista il terreno, lo lavora seminando curando e vigilando fino al momento del raccolto; i soci condividono gli oneri della gestione e la partecipazione agli utili consiste nella possibilità di consumare cibi genuini, all’insegna del biologico. Filiera corta, dunque, e chiara tracciabilità del prodotto.

Per quel che concerne i costi, occorre sfatare la leggenda che il biologico debba costare necessariamente di più di un alimento  prodotto secondo criteri più massivi; gli Orti flegrei, hanno, infatti, preparato -in occasione della manifestazione “L’era del Riqualificare” organizzata da Napoli In Movimento– un menù vario, con tre scelte di primi piatti (gnocchi al sugo, gnocchi con broccoli e salsiccia e pasta e fagioli con le cotiche) per la modica cifra di 3 € a porzione.  Per lo stesso prezzo si poteva assaggiare un classico della cucina partenopea: il panino con la salsiccia alla brace con contorno di insalata o broccoli, tutto rigorosamente di produzione propria. A fine pranzo sono stati offerti i mandarini (che, come riferisce il Dott. Montefusco,”sono una specie in via d’estinzione, giacchè, a causa dei semini, le mamme prediligono le clementine per i bambini”) e la marmellata di agrumi. Insomma prodotti eccellenti, genuinità garantita, prezzi contenuti per una nuova realtà che vive sul concreto, che vive e promuove il proprio territorio, lontana dalla logica del mercato.

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