Troppo a lungo Prato è stata privata di Palazzo Pretorio e dei capolavori della collezione del suo Museo, perdendone anche la consapevolezza e l’orgoglio: da sabato 12 aprile i pratesi e i turisti potranno finalmente ammirare di nuovo un patrimonio di bellezza, costruito in secoli di storia.
Capolavori di Bernardo Daddi, Giovanni da Milano, Lorenzo Monaco Filippo e Filippino, del Poppi, di Alessandro Allori e Santi di Tito, di Battistello Caracciolo e Cecco Bravo, di Lorenzo Bartolini, saranno valorizzati dal nuovo allestimento firmato dagli architetti Adolfo Natalini, Piero Guicciardini e Marco Magni: hanno interpretato al meglio le esigenze di qualità e flessibilità richieste dall’amministrazione comunale, mettendo in luce anche la bellezza del palazzo.
Il mondo della cultura e del turismo ritrova così una meta fondamentale per chi visita la Toscana.
Il percorso espositivo sarà tracciato anche dai particolari tessuti impiegati: un richiamo ai materiali classici degli allestimenti storici e allo stesso tempo il simbolo di Prato. Le tinte individuate corrispondono a sfumature insolite e sorprendenti, contenute e calibrate in relazione alla natura delle opere esposte, che sono piene di colore.
Non mancheranno gli apparati informativi e di comunicazione, grazie agli strumenti multimediali, collocati in posizioni evidenti, ma non invasive. Sono inoltre previste videoproiezioni di grande suggestione, sulla storia di Palazzo Pretorio e in omaggio alla Sacra Cintola, con la ricostruzione virtuale degli affreschi di Agnolo Gaddi in Duomo.
Non solo. Accanto ai dipinti e alle sculture patrimonio della città, il Pretorio potrà ospitare altre mostre, quindi nuove occasioni di cultura e di scoperta, grazie alla rete di collaborazioni intrecciata con Musei di primaria importanza.
Roberto Cenni, Sindaco di Prato, nell’annunciare l’imminente riapertura di Palazzo Pretorio afferma: “Restituire alla città il Pretorio era una delle nostre priorità: troppo a lungo i pratesi erano stati privati di questo straordinario palazzo e dei tesori della collezione del Museo. A questo obiettivo tanti hanno lavorato con passione, a cominciare dagli staff degli assessorati alla cultura e ai lavori pubblici Roberto Caverni, assessora lavori pubblici La città può e deve coltivare l’ambizione di essere un luogo bello da scoprire e visitare: la mostra sul Rinascimento pratese conclusa tre mesi fa ne è stata una grande conferma”.
“Palazzo Pretorio – chiosa Anna Beltrame, assessore cultura – torna così ad essere lo scrigno dei tesori della città, il fulcro della sua vita culturale, ma anche il luogo magnifico nel quale sognare e costruire per Prato la forza di una nuova speranza”.
Un pò di storia
Il palazzo nacque a cavallo del XIII e XIV secolo dalla fusione di tre palazzi distinti.
Questa fusione ha fatto sì che vennero creati i locali per ospitare le sedi del Podestà, della magistratura locale e delle prigioni.
I diversi materiali da costruzione usati nei distinti edifici ci permettono ancora oggi di distinguere le sagome delle torri primitive.
La casa-torre, situata a destra dell’edificio, è la parte più antica e ancora distinguibile; appartenuta alla famiglia dei Pipini e poi acquistata nel 1284 dal capitano del popolo Fresco dei Frescobaldi per insediarvi il governo comunale
La parte sinistra, invece, risale al XIV secolo. Fino almeno alla fine del 1700 veniva conservata una statua trecentesca dedicata a Roberto d’Angiò, considerato patrono cittadino, il quale però non ricambiò questa devozione vendendo alla prima occasione Prato ai fiorentini.
Nel corso del Cinquecento ci fu un primo crollo che interessò una parte dell’edificio, e poi in seguito al restauro il palazzo venne sormontato da una nuova merlatura e dal campaniletto a vela, che coronano l’edificio.
Verso la fine del XIX secolo ne venne proposta la demolizione, ma nel 1909 il progetto fu abbandonato e si decise di restaurare l’edificio, riportando le stanze ad assumere l’aspetto delle origini; visto che nei secoli a causa dell’aumento delle mansioni governative, gli ambienti interni furono suddivisi in molti piccoli vani .
Con il terremoto della Valle del Bisenzio, l’edificio subì alcuni danni.
Dal 1912, le stanze di Palazzo Pretorio hanno ospitato il Museo di Palazzo Pretorio, che raccoglie molte opere d’arte che spaziano dal Medioevo all’Ottocento.
Nel 1998 il Palazzo Pretorio è stato chiuso per restauri.