Paolo Caiazzo e l’essere Terrone al Teatro Augusteo

Ritorna al Teatro Augusteo dal 29 aprile all’8 maggio in anteprima nazionale Paolo Caiazzo con il suo spettacolo ‘Per fortuna che sono terrone’ di cui cura la regia, accompagnato da cinque musicisti: Franco Ponzo alla chitarra, Mimmo Maglionico ai fiati, Anna Rita di Pace al violino, Emidio Ausiello alle percussioni, Roberto Giangrande al contrabbasso,

Caiazzo giunto al decimo anno quale ospite del Teatro Augusteo, con questo spettacolo esprime la sua personale dedica d’amore alle sue origini, dichiarando che l’essere terrone deriva dall’amore per la terra natale, uno moto esistenziale più che geografico, impresso nel dna.

Ci ha messo tutto il suo essere orgogliosamente partenopeo e uomo del sud, dove il titolo sottintende, ironizza, ammicca, mentre i monologhi realizzano un quadro dalle pennellate chiaroscure, dove la solarità del carattere dei napoletani non è stata oscurata dalle pagine tristi di storia di dominazioni e di un disegno mediatico che vuole ritrarre Napoli come fucina di criminalità, omettendone le indubbie doti culturali ed artistiche per le quali è conosciuta in tutto il mondo.

In questo viaggio nel sud il comico si fa accompagnare da musicisti che ne fanno scoprire le qualità canore soprattutto quando omaggia Domenico Modugno, altro uomo del sud che ha incarnato  lo spirito di questa parte d’Italia, con i brani  ‘Tu sì ‘na cosa grande pe’mme e ‘La lontananza’.

Gli ospiti che cambiano ad ogni spettacolo, sono stati nella prima serata Francesco Ciccella che con la sua interpretazione di Massimo Ranieri ha deliziato il pubblico, mentre nella seconda serata è stata la volta di Jovine e della sua musica.

Tonino Cardamone, l’alter ego di Paolo Caiazzo è apparso nel finale con i suoi pensieri di sottile ironia ma affilata verità, con richiami alla terra dei fuochi, alla politica, che lasciano sempre il retrogusto amaro di un popolo che ancora oggi subisce la sottile intolleranza etnica da parte di alcuni cittadini del nord Italia, che a vedere bene spesso è la seconda generazione di chi emigrò dal sud in tempi tristi.

La voce fuori campo che fa da angelo custode a Caiazzo per quanto riguarda l’utilizzo della tecnologia scenica è Lello Arena,  che rispettando il ruolo al termine dello spettacolo non esce sul palco sebbene richiesto a gran voce dal pubblico.

Due ore di ilarità unitamente ad una costante riflessione sull’essere un terrone contemporaneo.

Fonte foto : Pasquale Fabrizio Amodeo


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