Per Syusy Blady Dio è nato Donna!


Syusy  Blady ospite del Nuovo teatro  San Carluccio con la sua conferenza spettacolo.

Nell’ ambito della rassegna denominata “Girls”, una serie di personaggi femminili si alterneranno sul palco  dal 10 marzo al 1° aprile; il 12 e 13 marzo sul palco Syusy Blady ha portato, “Misteri per caso, ma Dio è nato Donna ?”  .Compagni di viaggio in questa ospitata partenopea si sono esibiti i musicisti Massimo Caruso e Pasquale Imperatore.

Seguendo l’impronta stilistica di un reportage televisivo, la Blady affronta  la sua tesi di un Dio Donna supportandola con foto e immagini dei suoi viaggi nel mondo, a partire dalla prima di una serie di programmi televisivi che l’hanno vista per anni affiancata dall’ ex marito Patrizio Roversi in ogni angolo del pianeta.

Una maniera atipica di fare viaggi:  “turisti per caso” appunto. Una pièce teatrale che non è tale perché varia tra il racconto, il documentario, l’intrattenimento musicale. Curiosa, incuriosisce i presenti con la sua verve, intelligente, satirica  mai superficiale, mai stupida. Partendo da immagini di repertorio, racconta la sua tesi, la dipana, la fa sua. Documenta, sostiene, tenta di convincere il pubblico presente che ci hanno inculcato falsi storici, a partire  dalla prima domanda: Dio, chi ha stabilito che fosse uomo ?

Già, perché dovrebbe essere così ? Da est ad ovest del globo, da nord a sud, testimonianze, reperti, immagini che ritroviamo a distanza chilometriche e impensabili per l’epoca, tracciano un’ ideologia comune: il mondo e le civiltà passate si sono sempre fondate sulla maternità, nelle figure della Dea madre, la Terra, il ventre, la peccatrice, la madre, l’origine di tutto. Questo lungo excursus documentato convince! In realtà, in epoche lontane era così, fino ad un punto lontano nel tempo dove si sovvertono gli ordini. Lei identifica questo particolare momento nel poema più antico del mondo scritto dalla sacerdotessa  Eduanna  intitolato l’Inno a Inanna ( Dea  Ishtar, 875 a.c. )

“Sono prostituta, madre, sposa e divinità. [..]Sono ciò che si chiama vita, benché voi la chiamate morte. Ovunque voi siate in qualunque tempo, non ignoratemi. Perché io sono la prima e l’ultima, la venerata e la derisa, sono la madre e la figlia, sono le membra di mia madre.[..] Sono la sterile dai molto figli. Sono il conforto del mio stesso dolore mentre partorisco. [..]Quando sono debole non abbandonarmi e non temere il mio potere…”

 

Dea guerriera, simbolo di forza  fertilità e amore, Dea madre nell’ antica Mesopotamia, il suo culto si diffuse in tutta Europa (Ostara, Eostre, Estia), in seguito anche nell’ impero romano e venne venerata con il nome di Vesta, da cui l’ordine sacerdotale delle Vestali.

Un periodo storico a partire dal quale si parlerà di paternità e il mondo verrà sempre descritto al maschile. Un mondo che, secondo la sua tesi, è fallito. Egli ha distrutto e continua a farlo, perché  “La logica del fallo non può che fallire” e il tracollo è insito per definizione. Un invito a ristabilire gli ordini, quelli della natura e non delle donne. Supporta  con esempi anche recenti di popolazioni che vivono su una società  matriarcale e  forse sono più inclini al prossimo, alla natura e alla sua salvaguardia. Fanno da spalla con discrezione e valenza scenica i due musicisti, che si appropriano del palco quando  supportano lei, poco incline al canto o alla musica in alcuni performances musicali, dove la vediamo calarsi in un dialetto napoletano raccontato più che cantato e suonando le castagnette. Eleganza e bon ton, raccontando dinamiche attuali del ruolo della donna ma alla sua maniera, tra l’ironia e l’intelligenza di cui è un ottimo esempio dell’universo femminile, sostiene la “logica del seno” che forse potrebbe salvare questo mondo dall’ autodistruzione, in cui ogni giorno s’incammina.

Pubblico convinto: la logica del seno, non solo volto alla riproduzione della specie, ma all’ accoglienza, alla cura di chi viene dopo,oltre ad  avergli dato la vita, ovvero la logica della Dea Madre quale origine di tutto, ha una valenza superiore, altra dai luoghi comuni.

photo e video Angela Garofalo


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