Settembre al borgo 2017. Chiude la seconda serata Eugenio Finardi.


La domenica al Borgo delle Chitarre –  così battezzato – chiude la seconda serata della 45^ edizione di Settembre al Borgo con il pienone di presenze. Il rock raffinato di Eugenio Finardi fa da corollario ad una serata strepitosa.

Sono le 19, e le giornate di inizio settembre si manifestano in tutto il loro splendore tra queste colline che sovrastano Caserta. Le nuove installazioni di luci approntate dal comune nel piccolo borgo di Casertavecchia, finalmente rendono merito a questo piccolo agglomerato urbano che travalica i secoli conservandone la sua natura. Cosa aggiungere? La musica!
Ecco che Settembre al Borgo torna dopo due anni di fermo e 44 anni di storia musicale alle spalle, con una 45^ edizione dal titolo Suonastorie nel Borgo delle chitarre- Omaggio a Fausto Mesolella – un tripudio alla musica, incentrata soprattutto sullo strumento musicale per eccellenza: la chitarra.  Lo stesso musicista casertano recentemente scomparso Fausto Mesolella  più volte aveva espresso il desiderio di far ripartire questo evento. Il caso, la storia, ha voluto che ripartisse con lui, omaggiando la sua memoria, rappresentata dai tanti musicisti che l’hanno conosciuto ed in queste sere e nelle prossime, calcheranno uno dei quattro palchi dislocati nell’area del borgo. È l’intramontabile Fado ad accompagnare le prime luci della sera nel Giardino della Cattedrale colmo di pubblico con l’arte di Marco Poeta e i suoi musicisti; la voce femminile è della bravissima Alessia Tondo che con “Alberto” regala momenti di intense emozioni che sono solo i primi di tanti che replicheranno nelle ore a seguire.
Dopo è la volta del giovane Luca Mantovanelli e la sua chitarra, accompagnato dal maestro Adriano Guarino spazia dal pop al jazz virando su note blues e rock. È una splendida serata, il cielo limpido apre ad una luna che fa da regia sul borgo, in Cattedrale anch’essa stracolma, è il momento del chitarrista Antonio De Innocentis. Da solista accompagnato dalla sua chitarra classica, incanta il pubblico con la sua postura, bravura introducendo ai brani che esegue con garbo ed eleganza. Più tardi diventa un duo con la figlia Fiammetta, voce d’usignolo. I brani immortali che eseguono – tra cui Dont cry for me Argentina, Somewhere over the rainbow — rimarranno a lungo scolpiti nella pietra nuda di questo splendido gioiello architettonico.

Per l’appuntamento: Note sospese. Da leggere tra le righe, i giovani attori della Compagnia della Città – Fabbrica Wojtyla recitano un intenso passo di ambientazione contemporanea. Spostandosi sulla salita che conduce al borgo di Largo Castello, si accendono i riflettori sui musicisti che si sono esibiti per: Il Borgo delle Chitarre. Palcoscenici. A chilometro zero. Lungo il percorso tanti visitatori nella chiesa dell’Annunziata per interagire con l’installazione interattiva Arpa di luce che permette di “toccare” la musica.
Si ritorna a Piazza Vescovado dove un turn over di artisti come: Joe Barbieri (alla chitarra manouche, Oscar Montalbano) e Nunzia Bi, accompagnati dai rispettivi musicisti hanno eseguiti brani propri o di Fausto Mesolella. Il pubblico che si sofferma nella piazza è lì per ascoltare la musica in primis, non perde un attimo di emozioni e sono tante quelle che ci regalano.
Il pubblico che ama Joe Barbieri trasforma la piazza in un coro, tonalità jazz fluiscono in quelle latine della bossa, tutto armonicamente mixato dalla voce di Joe Barbieri. Intensa l’interpretazione di Normalmente, testo dedicato a Fausto e molto sentito anche dal pubblico, scorgere spettatori emotivamente coinvolti è stato uno dei momenti più forti.

Non da meno è stata la presenza sul palco di Nunzia Bi e i suoi musicisti, lei cosi legata artisticamente a Fausto Mesolella è quella che forse ne ha dato un ricordo più vivo e recente. Hanno collaborato e cantato insieme tante volte. Visibilmente emozionata in tutti i brani che interpreta, molti a firma di Fausto, lo omaggia con Tulipani, difficile sostenere il palco con lucidità quando i ricordi non investono solo lei ma anche il pubblico presente:  “quando nasce un artista come lui diventa patrimonio dell’umanità, quando un artista parte lascia un patrimonio all’umanità”

Chiude la seconda serata di settembre al borgo un cantautore raffinato, paroliere arguto e riflessivo: Eugenio Finardi. Arriva col suo panama bianco che raccoglie un codino su un volto distinto da una barba bianca, vestito di lino chiaro, dirà: questo tempo ha colto impreparato me, uomo del nord. Stasera suono per Fausto e la sua città, suono rock, folk, fado e blues, suono per dire che Fausto Mesolella è stato un artista immenso”.

Il tempo passa ma non i  suoi testi, sono sempre attualissimi. Esegue diversi brani ma il primo Ragazze di Osaka lo omaggia a Fausto, come Hallelujah per Leonard Cohen. In mezzo un vortice di pensieri sciolti ma tenuti insieme dalla logica di una cultura italoamericana, in cui la prima ha sempre avuto la meglio.

Stasera inizio alle 19 e concluderà questa terza serata di Settembre al Borgo, l’artista Francesco Baccini.

foto: Gabriella Ciaramella

 


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