Nelle serate del 5 e del 6 marzo il Teatro tenda Palapartenope di Fuorigrotta ha accolto un pubblico numeroso e un folto gruppo di artisti che pro bono si sono esibiti a favore di una raccolta fondi destinata a Fabio Graziano, poliziotto rimasto ferito in un incidente stradale, avvenuto nel settembre 2013. Poco più che trentenne, Fabio viene ricoverato in ospedale, dove lo dichiarano in coma e propongono alla famiglia l’espianto degli organi; Paola Volpe, la sua compagna, non ci sta, non vuole arrendersi e convoca per un consulto il professor Leopold Saltuari, primario del reparto di Neurologia del Centro di neuroriabilitazione LKH di Hochzirl in Tirolo. Si tratta di una struttura pubblica che, dopo la visita effettuata da Saltuari, fa sapere ai parenti di Fabio che ci sono buone speranze affinché lui esca dallo stato comatoso. Personale specializzato e terapie all’avanguardia per tentare il risveglio dei pazienti: tutto questo ha un costo che muta a seconda della possibilità che Paola ha di riuscire a ottenere un rimborso parziale per i primi tre mesi di cure. La cifra raddoppia, nel caso in cui questo rimborso non arrivi; Fabio viene trasferito ad Innsbruck e parte il tam-tam della solidarietà. La famiglia, gli amici e i colleghi si danno da fare: i social network attirano l’attenzione di tutti gli Italiani su questa vicenda dolorosa, ma Paola non smette di parlare con giornalisti e anchormen per spiegare la speranza. Paola è stata presente ad entrambe le serate dello spettacolo al Palapartenope per ringraziare chi è intervenuto, ma soprattutto per condividere con il pubblico un’immagine di Fabio assolutamente privata, intima, perché la gente sapesse che “uno così, come faccio a rinunciarci?”.
Eppure, il nome di Fabio non è stato pronunciato per buona parte dello spettacolo, che è stato ben congegnato, scritto magistralmente e altrettanto magistralmente aperto da Paolo Restiotto, assistente capo della Polizia di Stato, tenore per passione, con “Nessun dorma”: un grido, un’augurio, una speranza urlata a Fabio. Uno spettacolo non incentrato sulla speranza di una donna ma sul tema del respiro, presentato al pubblico attraverso dei testi (recitati da Ilenia Incoglia) e attraverso le canzoni di Felice Romano, cantautore da sempre impegnato in progetti di solidarietà verso i più deboli e che, anche in questa occasione, non si è risparmiato nel rendere partecipe il pubblico delle sue emozioni. Ogni canzone ha una sua storia (da “’O scià” a “Nun semu nenti”) e anche Fabio ha avuto la sua, intitolata, appunto, “Tutto ha un senso” dove il cantautore sembra sparire per lasciare il posto ad un altro io narrante: la voce di Paola, la compagna di Fabio.
Solo Peppe Iodice, durante il suo intervento volutamente leggero, ha parlato di Fabio, ha parlato con Fabio con la certezza che lui lo ascoltasse, perso nel limbo dove si trova ora. Momenti di allegria, mai forzata, con gli sketches di Felice Romano e dell’illusionista Luca Lombardi e tante, tante Guests: Enzo Gragnaniello e Mariella Nava, Nino Buonocore e Barbara De Rossi, Gianni Simioli, Nello Iorio e un tris di Olimpionici di ieri e di oggi (Patrizio Oliva, Massimiliano Rosolino e Pino Maddaloni) e, infine, Peppino Di Capri che ha saputo trasformare un teatro tenda in un night da Dolce Vita al punto che le sue numerose Fans si sono strette ai loro cavalieri per ballare “Roberta” e chiedere ripetutamente il bis a questo intramontabile chansonnier. Tutto ha un senso, anche aver pagato il biglietto per dare ad una persona che non conosci, la possibilità di tornare alla sua vita.
Sotto il video: Tutto ha un senso per Fabio
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