Alla 18° edizione del Comicon si sono svolti i due appuntamenti più attesi: il Cosplay Challange ed il Cosplay Challange PRO, due gare gestite e condotte dalla Epicos nei giorni 23 e 24 aprile 2016.
Cosplayer deriva dall’unione delle parole Costume-Player, dove una persona si traveste con il costume del suo personaggio preferito tratto da un cartone animato, fumetti, film. L’immedesimazione non si riferisce ad indossare soltanto un costume ma recitando (player) il personaggio dandogli vita. Quindi la recitazione è una delle cose fondamentali nel Cosplayer perché il personaggio devi sentirlo a pelle, non solo per fare le foto ma anche durante le scenette che si svolgono durante il contest. Le scenette sono una delle armi fondamentali per essere giudicati nell’ambito dei contest, in quanto l’intrattenimento del pubblico è il fine e la chiave del successo dei Cosplayer in quanto la giuria considera anche questo importante aspetto dell’esibizione.
I finalisti del Cosplay Challenge e del Cosplay Challenge PRO, le due gare, gestite e condotte da Epicos, si sono sfidati per guadagnarsi gli ambitissimi premi: un viaggio in Giappone in occasione del WCS (World Cosplayer Summit) e, grande novità di quest’anno, la selezione per partecipare alle finali mondiali come rappresentante italiano, del Cosplay World Master 2016 grazie alla collaborazione di KC Group.
La vittoria nel Cosplay Challenge PRO svoltasi il 23 aprile è andata a Francesca Aliberti, in arte Misa Cosplay, che ha interpretato Mulan e rappresenterà quindi l’Italia alle finali mondiali del Cosplay World Master 2016 che si terranno a Lisbona il 7 e l’8 maggio.
Mentre vincitrice del premio Comicon al Cosplay Challenge svoltasi il 24 aprile è stata Silvia Anziani nella categoria miglior costume, per il suo costume da Lilith. La Anzini vince il viaggio in Giappone.
Il 25 aprile si è svolto il Comicon Cosplay Challenge Kids, una gara per i bambini a cura di KCGroup.
Il cosplaying è una attività che viene dal Giappone, approdata in Europa ed in tutte le manifestazioni di comics. In particolare al Comicon di Napoli il padiglione giapponese viene chiamato Asian Village e racchiude nel suo programma tutti gli incontri e gli eventi inerenti al Sol Levante. Da quest’anno è divenuto il Sol Levante, grazie al progetto di allestimento a cura di Gabriella Orefice, con la realizzazione scenografica di The Props Maker.
Abbiamo chiesto a Gabriella Orefice presentatrice e tra gli organizzatori della gara Cosplayer per questa edizione di Comicon, di spiegarci qualcosa a riguardo:
Chi sono i Cosplayer PRO?
Al Napoli Comicon la gara Pro, che sta per Professionisti -ma non si dovrebbe utilizzare questa parola perché noi lo facciamo per hobby, per passione- sono quelli che riescono a diventare bravi ed a migliorarsi anno dopo anno riuscendo a partecipare a gare anche all’estero. La gara del Comicon del sabato riservata ai Pro, fino all’anno scorso mandava un rappresentante italiano al London MCM mentre invece quest’anno abbiamo fatto una collaborazione con il Cosplay World Master che si tiene a Lisbona ed a volte anche in Brasile. All’inizio erano loro a decidere le persone che volevano tramite Facebook o social, da quest’anno vogliono della gare nelle varie nazioni che decidono poi il rappresentante. Ieri ho presentato la gara Pro, perché sono anni che presento il Comicon, ho cominciato come cosplayer nel 2006 proprio al Comicon, poi sono passata da essere una semplice partecipante ad organizzare e presentare.
Per quanto riguarda l’affluenza dei cosplayer alla gara Pro?
Purtroppo ci sono stati pochi iscritti, solo sei. Diciamo che è sempre stata una gara con pochi iscritti perché essendo molto particolare le persone devono creare un costume da zero, secondo il regolamento del Comicon, obbligando a creare un costume inedito. Probabilmente al Comicon vengono persone che hanno costumi già fatti, mettere in cantiere un costume da zero ci vuole tempo, forse dovuto al fatto che il regolamento è uscito un mese prima del Comicon costringendo la realizzazione in tempi troppo brevi.
Come viene giudicato un cosplayer?
Sia dal costume sia dall’interpretazione. Ci sono tante persone che preferiscono indossare solo un costume ed altre cui piace anche immedesimarsi nel personaggio. Non tutti sanno cucire o creare oggetti da zero, probabilmente li chiedono ad altre persone, quindi interpretano il personaggio con il costume fatto da un’altra persona, Poi c’è chi predilige più il costume e non entra proprio nella parte, ma questo lo si vede durante la scenetta o durante le foto, perché uno dovrebbe mantenere quello che è il carattere del personaggio. Con i social network il cosplay sta diventando una moda, si sta rovinando quello che era la passione dell’inizio. Tante persone imparano ad utilizzare materiali diversi e quindi il livello si alza tantissimo, eppure a tante persone piace farsi il costume semplicemente per andare in giro e fare le foto senza partecipare alle gare di Cosplay.
Il tuo costume di quest’anno a cosa si ispira?
Il mio nome d’arte è Mogu cosplayer, nato dal mio primo costume che era il Muguri di Final Fantasy, gli amici conosciuti in fiera da quella volta in poi mi hanno chiamato Mogu, quindi non me lo sono scelto io, ma le persone che si ricordavano di me. Quest’anno sono in viola perché sto lavorando allo stand della Universal Picture che sta lanciando il nuovo film che si chiama ‘Warcraft’ basato su di un videogioco ‘World of warcraft’, ed io indosso il costume da Elfo oscuro.
Continui la tua attività di cosplayer?
Sì ma in altre gare, ovviamente non qui al Comicon essendo una delle organizzatrici. Quest’anno sono rappresentante italiana in una gara internazionale che si terrà a luglio a Parigi durante Japan Expo e la gara si chiama European Cosplay Catering o meglio ECG. Sono stata selezionata al Lucca Comics a novembre scorso insieme ad altre due ragazze, perché loro selezionano un singolo ed un gruppo. Noi con tre cattive Disney abbiamo vinto, io facevo Ursula della Sirenetta, però la versione delle bambole, perché è un pochino più magra un costume un pochino diverso.