La figura del programmatore è molto richiesta sul mercato del lavoro e, a meno che internet non finisca domani, è ragionevole pensare che lo rimanga anche in futuro.
Nonostante sia un mestiere di cui si sente spesso parlare, molti ancora non sanno bene in che cosa consista, o quali siano i vantaggi di questo percorso lavorativo.
Semplificando un po’, il programmatore realizza siti e applicazioni web occupandosi dell’interfaccia utente, del lato macchina, oppure di entrambi. Se questa descrizione ancora non dice granché diamo un’occhiata più approfondita alle ragioni per cui questa carriera è una scelta da non sottovalutare.
-
Interessanti possibilità di impiego
Partiamo subito dalle cose concrete: come accennato, la richiesta di programmatori web non manca. Ciò significa, naturalmente, che con una buona preparazione e le competenze giuste trovare lavoro in questo campo non è particolarmente difficile. Le previsioni sul mercato del lavoro indicano poi che questa domanda non dovrebbe calare a breve, rendendo la carriera da sviluppatore promettente anche sul lungo termine. Per quanto riguarda gli stipendi, i programmatori junior partono dai 1.100 euro mensili, ma con l’esperienza e le specializzazioni si può salire notevolmente, raggiungendo e superando i 3.000 euro al mese.
-
Tantissime specializzazioni differenti
I programmatori non sono tutti uguali, anzi, si tratta di un settore dalle opportunità davvero variegate. Ci si può specializzare per esempio in frontend, ovvero il lato utente dei siti, oppure backend, cioè il lato macchina, o in alternativa diventare programmatore full stack e occuparsi di entrambi. Tra le specializzazioni possibili ci sono anche quelle in base al linguaggio. Dopo una formazione sulle basi del coding e le metodologie di lavoro, che si può completare in tre mesi con il bootcamp intensivo di aulab, si può per esempio seguire un corso php oppure Java per approfondire le proprie conoscenze in questi linguaggi.
Una volta che si hanno le fondamenta ci si può poi spostare verso la programmazione di videogiochi, software o app mobili, oppure studiare ethical hacking per dedicarsi alla cybersecurity.
-
-
Grande flessibilità
-
Per programmare non serve altro che un computer: è quindi facile svolgere la propria attività in modo flessibile, senza essere legati a un ufficio. Lo smart working è stato introdotto da molte aziende come necessità nel 2020, ma i trend mostrano che è destinato a rimanere. Molte aziende non avranno quindi problemi a permettere ai programmatori di lavorare da casa, almeno due o tre giorni a settimana.
Da non dimenticare, poi, la possibilità per chi lo volesse di lavorare come freelance. Si può così viaggiare portando con sé i progetti professionali, oppure trasferirsi all’estero senza ostacoli. Lavorare da remoto dà anche l’opportunità di farsi assumere per progetti e collaborazioni in altri paesi del mondo, dove spesso gli stipendi sono più interessanti.
-
Non ci si annoia mai
Il lavoro del programmatore porta ogni giorno sfide diverse e problemi da risolvere, spremendosi le meningi per giungere a soluzioni efficaci e creative. Si tratta infatti di una professione che aiuta a tenere la mente allenata e obbliga a esercitare giorno dopo giorno le proprie capacità di pensiero logico e analitico, un po’ come una palestra per il cervello. Per la sua natura di settore in continua e rapida evoluzione, il campo della programmazione richiede poi formazione continua. Con lo sviluppo di nuove tecnologie, le novità nelle ultime versioni di un linguaggio e il veloce progredire delle tendenze di settore, rimanere aggiornati è fondamentale in questo mestiere.
Non c’è poi da temere la solitudine. Se è vero che il programmatore ha un buon grado di autonomia nel suo lavoro, è altrettanto comune che diversi developer collaborino a un progetto, oppure che sia necessario coordinarsi con altri reparti per portare a termine un lavoro.
Insomma, le ragioni per lanciarsi in questa carriera non mancano di certo.