L’Evoluzione del sistema DRM potrebbe distruggere la pirateria su PC
Quello della pirateria software è un tema sempre caldo, che vede i suoi attori in guerra sin dagli albori del mercato di cui fa parte e che con il nuovo avvento del videogame coincidente agli anni ’90, ha visto un vero e proprio boom, con numeri tanto sensibili da preoccupare i produttori in merito agli ovvi cali di vendite.
Con gli anni la pirateria è stata combattuto in modo più efficace, tanto che su console, ad esempio, è una pratica sempre meno diffusa laddove, se si pensa ad esempio a macchine come la prima PlayStation, la tendenza era certamente al contrario, con più software contraffatto che legale.
Oggi il software pirata è fondamentalmente relegato al mercato PC, motivo per cui molti titoli sviluppati preferenzialmente per il mercato console spesso non approdano su PC dove le vendite non sono tali da soddisfare produzioni e distribuzioni. A dare un colpo pesante ai pirati ci ha pensato la recente tecnologia DRM, il cui obiettivo era proprio quello di rendere il crack (e dunque la manomissione) del software molto difficile, se non impossibile. I DRM hanno portato non pochi problemi ai pirati, ma anche agli stessi giocatori, scontrandosi spesso con dei settaggi che in pratica impedivano a quanti avevano acquistato legalmente il software di giocare in modo dignitoso (il più delle volte per problemi di comunicazione tra il sistema anti-pirateria e i suoi server di controllo online). Il sistema aveva comunque dato i suoi frutti, specialmente in un paio di uscite di punta di Electronic Arts (tra cui l’edizione 2015 di Fifa) che, pur essendo stata infine piratate, ha impiegato un bel po’ di tempo prima che gli smanettoni riuscissero nell’impresa (proprio Fifa 2015 ha impiegato ai cracker ben 6 mesi prima di essere contraffatto).
Orbene pare che Denuvo, società che si occupa proprio di questo tipo di sicurezza informatica, sia pronta ad inaugurare una nuova era di lotta alla pirateria nel tentativo di debellarla una volta per tutte. L’impresa, invero, è stata tentata più volte negli anni, con i pirati sempre capaci di bucare anche i sistemi di protezione più trincerati. Eppure con i nuovi DRM Denuvo pare che la lotta potrebbe davvero concludersi con una sconfitta. Il nuovo sistema, ad oggi già approdato sulla versione PC del recente Just Cause 3, si è infatti dimostrato inattaccabile, tanto che il gioco non è stato ancora crackato. Interrogandosi sull’effettiva efficacia del nuovo sistema DRM, il celebre portale di videogaming VG247 ha intervistato il leader della cracking community cinese 3DM (praticamente tra le più grandi del pianeta) onde scoprire se, nell’opinione di un “professionista” il sistema fosse effettivamente insespugnabile.
La community ha risposto per mezzo di un proprio protavoce che, in effetti, le fasi finali del procedimento di espugnazione del sistema sono troppo complesse, tanto che alcuni di loro stanno pensando di lasciar perdere il crack di Just Cause 3 (l’inespugnabile protagonista della vicenda). Il team si dice fiducioso nel riuscire ad aggirare anche questo sistema, tuttavia ammette non senza remore, che vista l’evoluzione della tecnologia di protezione informatica, e la tendenza – sempre più giustificata – a proteggere i dati e gli interessi degli utenti informatici, si potrebbe effettivamente essere vicini all’era del crack del software ludico su PC.
Difficile capire se sia una previsione realistica o pessimista, ma se la cosa dovesse rivelarsi vera potrebbe comportare uno scossone non da poco nelle attuali dinamiche di vendita del videogame su console, riportando l’attenzione di nuovo anche sui nuovamente sicuri (e diffusissimi) lidi PC.