Ha strappato un lunghissimo applauso alla platea. Antonio Fantin, nuotatore veneto, medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Tokyo, è la dimostrazione di come da una condizione di forte svantaggio si possa trarre il meglio. “Sono forte perché sono fragile” – ha detto a Gli Incontri di Valore, la rassegna culturale ideata e curata da Nicola Ruocco iniziata lo scorso 13 Aprile presso l’Hotel Habita79 di Pompei.Nato nel 2001, Antonio Fantin all’età di 3 anni viene colpito da un Mav, una malformazione artero-venosa che gli impedisce di muovere gli arti inferiori.
Viene sottoposto ad un delicato intervento chirurgico a seguito del quale è costretto a fare lunghe sedute di fisioterapia in piscina.
Antonio Fantin: “Non è stato amore a primo tuffo”
“Non è stato amore a primo tuffo” – ha confessato Fantin a Pompei – “la piscina era il luogo dove ero costretto ad andare per fare riabilitazione.Certo, rappresentava un’opportunità, una speranza per tornare a camminare, ma avevo 3 anni ed è stato difficile convincermi ad entrare in acqua.
Il più delle volte, all’inizio, tornavo a casa asciutto, nel senso che non c’era verso di farmi entrare in acqua.”
Antonio Fantin, oro e record del mondo nei 100 metri stile libero ai giochi paralimpici estivi di Tokyo 2020, nonché sette volte campione mondiale e otto volte campione europeo, oltre che detentore di record mondiali ed europei sui 50 sl e 100 sl.sso, nel suo libro “Punto.A capo – Dalla malattia all’oro paralimpico” edito da PIEMME, presentato a Pompei nel salotto di Ruocco, racconta di sé e della sua carriera agonistica di successo.
“Ho iniziato ad amare il nuoto” – ha aggiunto poi – solo quando ho potuto condividere l’esperienza con gli altri, con i miei amici.
Può sembrare un paradosso perché il nuoto è uno sport che ovatta, ti isola.Resti solo con l’acqua.
Invece, la condivisione che ritengo sia l’elemento principale delle nostre vite, ha segnato l’inizio del mio amore per il nuoto.”
“La mente è il motore, ma la chiave di tutto è il nostro cuore”
“A Tokyo arrivavo da favorito.Avevo già siglato record del mondo nello stile libero. Nei primi metri dopo la partenza ero penultimo, ma avevo in mente una tattica ben precisa.
La mente però è solo il motore della nostra macchina; per accenderla occorre la chiave che è il nostro cuore.Con cuore e testa ho condotto la gara e quando ho toccato il bordo piscina ho visto che al mio fianco non c’era nessuno.
Ero primo.Una gran gioia!
Poi, guardando il cartellone ho visto la scritta World Record.”
Antonio Fantin, 21 anni, iscritto ad Economia e Commercio, è un ragazzo con la testa ben salda sulle spalle.A Gli Incontri di Valore ha incantato tutti parlando di fede, di emozioni, di progetti “da vivere, da respirare”.
Dai suoi racconti è emerso anche e soprattutto un importante sentimento messo, purtroppo, sempre più spesso da parte, quello della gratitudine.
“Sono grato alle vittorie per il dono dell’entusiasmo e alle sconfitte per il dono dell’umiltà.Sono grato al buon Dio perché non mi avrà dato tutto quello che volevo, ma certamente mi ha donato la felicità.”
Ad Antonio, qualcuno dalla platea, ha chiesto cosa sogna di fare da grande.
La sua risposta è stata: “Da grande sogno di continuare a sognare!”
La rassegna culturale Gli Incontri di Valore continua.Prossimo appuntamento: 27 Giugno, ore 20.00, presso Hotel Habita79 di Pompei, con Lorenzo Marone che presenterà il suo ultimo libro: “Le madri non dormono mai” edito da Einaudi, un romanzo intenso e commovente, un cantico degli ultimi, degli invisibili, dei dimenticati: i bambini incarcerati con le loro madri
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