Alla ricerca dello Zahir di Coelho


La prima edizione de Lo Zahir viene pubblicata nel 2005, raggiungendo gli scaffali delle librerie di oltre 80 Paesi

L’autore di origini brasiliane, Paulo Coelho, racconta la storia di uno scrittore di mezza età che sembra aver ottenuto dalla  vita il massimo che si possa desiderare: ammirazione, fama, denaro, viaggi, donne, un  nuovo libro di successo da poco pubblicato. L’equilibrio dell’uomo si spezza improvvisamente quando sua moglie Esther, affermata corrispondente di guerra, scompare nel nulla, lasciando lui e la vita che da oltre dieci anni conducevano assieme a Parigi. Ed è a questo punto che entra in scena lo Zahir:

“Qualcosa o qualcuno che, una volta che si è stabilito il contatto, finisce per occupare a poco a poco il nostro pensiero, fino al punto da non riuscire più a concentrarci su nient’altro.”

Lo Zahir è dunque un’idea fissa, un’ossessione, lo scopo di vita di ognuno; per lo scrittore è ritrovare la moglie. A due anni dalla scomparsa della donna, la vita sua sembra scorrere tranquilla più di prima assieme alla nuova compagna, un’attrice giovane e avvenente. In realtà il pensiero di Esther lo tormenta: si è trattato di un allontanamento volontario?Dove si trova ora?Le è stato fatto del male? Parte delle risposte ai suoi interrogativi gli vengono fornite da Mikhail, un giovane kazako amico e collaboratore di Esther, che lo aiuterà a raggiungere lo Zahir.

 

Lo scrittore intraprende un lungo viaggio che lo porterà dalla Francia alla Spagna, dalla Croazia fino ai territori deserti e sconfinati dell’Asia Centrale; ma il vero percorso che compie, il più importante, è quello interiore alla ricerca di sé. Per essere pronto a ricongiungersi con Esther  deve prima andare a ritroso nella sua vita per comprenderne il senso, capire l’importanza dell’amore e tornare al punto in cui il rapporto con sua moglie aveva cominciato ad incrinarsi. Lo Zahir non è più solo ritrovare Esther, ma ritrovare come prima cosa se stesso. Sicuramente vi sono dei parallelismi tra il protagonista del romanzo e Coelho, il  viaggio come riflessione e miglioramento di sé e la passione per la scrittura.

“I miei libri saranno sempre la cima di una montagna visibile fra le nuvole, o un’isola nell’oceano: la luce batte proprio lì, tutto sembra essere perfettamente a posto, ma sotto quella superficie ci sono l’ignoto, le tenebre, l’incessante ricerca di se stessi”.

Tuttavia il coinvolgimento personale, pur valorizzando il racconto dal punto di vista delle emozioni, rende la narrazione tutt’altro che scorrevole, interrotta continuamente da lunghe introspezioni e descrizioni. Un libro complesso, che sembra avere due trame parallele: la storia  in quanto tale e la metamorfosi che il protagonista subisce dall’inizio alla fine del romanzo.

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