Un libro che raccoglie alcune conferenze ed interviste mai pubblicate che confermano ed approfondiscono la visione di Chomsky Noam
Il libro “Anarchia –Idee per l’umanità liberata” edito dalla Casa editrice Ponte alle Grazie, raccoglie alcune conferenze ed interviste mai pubblicate che, insieme ad altri scritti ormai noti, confermano ed approfondiscono la visione dell’autore di questo libro su ciò che è e potrebbe essere l’anarchismo che per lui è sempre stato radicato nella storia.
A rendere interessante questo volume, è il fatto che viene smentito il pregiudizio di chi associa l’anarchia al caos ed alla distruzione o all’incapacità di cogliere i processi che caratterizzano il mondo contemporaneo.
Al contrario gli anarchici sono stati spesso protagonisti di eroici tentativi di sviluppare al massimo le potenzialità della civiltà industriale e della cooperazione fra gli uomini mettendo in rilievo le capacità dei lavoratori, quando si organizzano per gestire i loro affari senza alcuna forma di coercizione e controllo.
Quindi Chomsky Noam con la sua ampia ed esaustiva testimonianza sul ruolo degli anarchici ribalta la concezione distorta che ci siamo fatti di loro anche se devono ottenere certe conquiste come la libertà e l’eguaglianza in maniera pacifica.
Tuttavia malgrado alcune loro tesi siano valide, in determinati contesti è necessaria la presenza di un capo che governi il paese, ma in maniera democratica tenendo conto soprattutto dei diritti di libertà dei cittadini, e tutelando i più deboli.
Per cui siamo d’accordo sul blandire la presenza di un capo autocratico che sopprime ogni diritto e libertà dei cittadini ma occorre la presenza dei tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario.
Uno scrittore francese, simpatizzante anarchico, scriveva nell’ultimo decennio del secolo scorso come la carta, sopporta qualunque cosa” — ivi compresi, egli notava, coloro le cui azioni sono di tal fatta che “un nemico mortale dell’anarchia non avrebbe potuto agire meglio”. Sono molti gli stili di pensiero e d’azione che sono stati qualificati come “anarchico”. Sarebbe vano tentare di unificare tutte queste tendenze contrastanti in una qualche ideologia o teorici in generale.
Vano tentare di unificare tutte queste tendenze contrastanti in una qualche ideologia o teorici generale. E quand’anche si tenti di rintracciare nella storia del pensiero libertario una tradizione vivente in evoluzione, come fa Guérin nel suo L’anarchisme, rimane difficile formularne le dottrine come una ben determinata teoria della società e del mutamento sociale. Lo storico anarchico Rudolf Rocker, che traccia un profilo sistematico dello sviluppo del pensiero anarchico in direzione dell’anarcosindacalismo secondo un’impostazione molto prossima a quella del lavoro di Guérin — puntualizza molto precisamente la questione– quando scrive che l’anarchismo non costituisce un sistema sociale definito e in sé concluso, quanto piuttosto una ben determinata tendenza nello sviluppo storico dell’umanità che, in contrasto con la tutela intellettuale imposta da tutte le istituzioni clericali e governative, lotta per il libero e incondizionato dispiegamento delle forze individuali e sociali della vita. La libertà stessa è soltanto un concetto relativo, ed un assoluto, poiché tende costantemente ad espandersi ed a coinvolgere sfere sempre più ampie in una crescente varietà di modi.
Per l’anarchico, la libertà non è l’astratto concetto filosofico, ma la concreta possibilità vitale, per ogni essere umano, di sviluppare pienamente tutte le potenzialità, le facoltà, le doti che la natura gli ha donato, volga a vantaggio della società.