Berlusconi si racconta a Friedman My Way

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Il libro Berlusconi si racconta a Friedman – My way di 400 pagine, edito dalla Rizzoli libri ed acquistabile al prezzo di 20 euro, racconta la storia di Silvio Berlusconi, il leader più esuberante e controverso della sua vita ed afferma che la sua storia personale l’ha talmente incuriosito che è andato a casa sua per intervistarlo e conoscere meglio questo personaggio avversato da molti politici della sinistra ed oggetto di molte inchieste giudiziarie alcune delle quali conclusasi con un nulla di fatto.

Berlusconi si racconta a Friedman My Way

Berlusconi ha incuriosito molti compreso l’autore di questo libro, da anni residente in Italia, che ha voluto sapere più cose dell’ex Premier. Non si tratta solo delle presunte feste del bunga bunga o dei processi per corruzione ad affascinarlo ma la sua vita straordinaria, epica ed ha seguito da vicino gli avvenimenti che hanno portato alla sua caduta nel 2011, la condanna in Cassazione per frode fiscale nell’agosto 2013 e l’interdizione dai pubblici uffici.

Nonostante queste vicende, Berlusconi continuava e continua ancora oggi a gettare un’ombra lunga sulla politica e sulla società italiane.
Quando è andato per la prima volta a chiedergli se fosse interessato a rendersi disponibile per la realizzazione di questo libro, temeva di fallire nell’intento. Era la tarda mattinata del 12 marzo 2014. Alain Fiedman come afferma nel libro, era nella residenza romana di Berlusconi, al piano nobile di Palazzo Grazioli, tra soffitti affrescati e tappezzerie dorate ed , aveva una buona opinione di Friedman, in primo luogo perché è americano (dunque non un giornalista italiano, secondo lui pieno di preconcetti nei suoi confronti), ma anche perché si sentiva riscattato dal libro scritto dal giornalista americano appena pubblicato, Ammazziamo il Gattopardo: un effetto collaterale che certo non rientrava tra i suoi obiettivi. Come riporta nel testo, Friedman ha informato Berlusconi della decisione di scrivere un libro sulla sua vita e gli ha proposto di concedergli piena cooperazione e libero accesso al suo archivio, ai familiari, agli amici, ai partner d’affari e agli alleati politici. Ho spiegato che non avrebbe avuto nessun potere di veto o di controllo sul libro ma doveva soltanto rendersi disponibile per numerose interviste tra la primavera 2014 e la fine dell’estate 2015.
Ed alla fine è nato questo libro scritto con un linguaggio chiaro e lineare e che parla di una persona che ha costruito la sua fortuna finanziaria col tempo, passando da impresario edile fino ad approdare nel mondo della televisione e dell’editoria per concludere l’ingresso in politica dietro lo scetticismo dei più fedelissimi sostenitori, con la creazione di FI che vinse sbalordendo anche chi lo avrebbe dato per sconfitto, le elezioni politiche del 94 divenendo Premier.

 

Da politico ha avuto molte avversità; dalla Magistratura ai suoi avversari politici e dai media politicizzati, ma a differenza degli altri governi dal dopoguerra ad oggi, il suo è stato il governo più longevo del paese, ed ha conosciuto molti leader politici da Putin che lo chiamava Silvio come si evince dall’intervista che lo stesso Friedmann gli ha fatto, a Bush a Sarkozy ed ha assistito ad eventi tragici come il G8 di Genova, l’attentato delle Torri Gemelle del 2001, la Primavera di Praga e molti altri ed ha avuto rapporti con i leader dei maggiori paesi del mondo.

Il 18 gennaio 2014, Renzi e Berlusconi si accordarono per cooperare in Parlamento su alcune riforme costituzionali e sulla nuova legge elettorale che avrebbe sostituito quella in vigore, dichiarata incostituzionale ai primi di dicembre. Era l’accordo che da quel momento, nel gergo politico-giornalistico, sarebbe stato battezzato “Patto del Nazareno”. Nulla, nel recente passato, aveva tirato su il morale di Berlusconi quanto quell’incontro con Renzi che di fronte alle telecamere, aveva parlato di “profonda sintonia” di vedute con il leader del centrodestra.

La cosa più strana era che a Berlusconi Renzi sembrava piacere sul serio. E sulla stampa fiorivano i commenti sulla strana coppia: molti notavano che il trentanovenne politico di centrosinistra appariva come il più naturale fra i possibili eredi di Berlusconi, se non l’unico. “Renzi è certamente un nuovo protagonista sulla scena” avrebbe detto Berlusconi qualche giorno dopo l’incontro al Nazareno. “Sta cercando di riformare e modernizzare il Partito democratico, e ha annunciato con un po’ di coraggio e po’ di arroganza che vuole per liberarsi della vecchia guardia. E lo sta facendo davvero.

 

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