Bosco Bianco, il nuovo romanzo di Diego Galdino – Intervista all’autore


Diego Galdino torna a farci emozionare con un’altra bellissima storia d’amore

“Bosco Bianco” è il titolo del suo nuovo romanzo ed già in cima alle classifiche dei libri più amati dalle community di lettori.

Diego ci aveva già fatto sognare con la storia di Massimo, il barista trasteverino e le sue due importanti storie d’amore, quella con Geneviève (ne “Il primo caffè del mattino”) e quella con Mina (ne “L’ultimo caffè della sera”).

Romanzi al profumo di caffè

Anche Diego Galdino, come Massimo, è un barista, ma la sua caffetteria non è a Trastevere, bensì a San Pietro.
Diego ogni mattina si sveglia all’alba per alzare la serranda del suo bar, il Bar Lino, e tra un caffè e l’altro abbozza, appunta, riflette, trae ispirazione.
Anche “Bosco Bianco” è nato tra un espresso ed un mocaccino.

Intervista a Diego Galdino

Abbiamo incontrato Diego a Napoli in occasione della presentazione del suo nuovo romanzo presso la Biblioteca “Annalisa Durante” di Via Vicaria Vecchia n.23.

 

Diego Galdino

Buongiorno Diego! E’ un piacere ritrovarti ed è bello averti qui a Napoli. Per una volta, se permetti, il caffè te lo offriamo noi (ride)

Dunque Diego, parliamo di “Bosco Bianco”. Chi ti segue sa bene che la pubblicazione di questo romanzo è stata una scelta piuttosto coraggiosa. Come mai uno scrittore tanto amato come te, sceglie di autopubblicarsi?

La scelta di autopubblicarmi è stata una scelta fatta con il cuore, perché con L’ultimo caffè della sera, si è conclusa la mia avventura editoriale col Gruppo Mondadori, e per pubblicare Bosco Bianco con un editore di pari livello avrei dovuto aspettare la primavera del 2020. Ma io ho pensato che questa storia meritasse di essere letta il prima possibile, così ho deciso di autopubblicarmi, una scelta che per un autore che ha pubblicato ben cinque romanzi col Gruppo Mondadori, tradotto in otto paesi europei e Sudamerica, poteva sembrare una scelta folle, però ho creduto in questa storia e credo nei miei amici lettori che mi seguono e stimano da tanti anni.

Il libro, a pochi giorni dall’uscita, è subito “schizzato” in vetta alle classifiche in base agli indici di gradimento dei lettori. Ti aspetti un passo indietro da parte di qualcuno?

Sinceramente non ho mai pensato che Bosco Bianco potesse diventare un sassolino da togliere da una scarpa. Sono felice della fiducia che mi stanno dando le persone a prescindere che il mio libro si trovi o meno nelle librerie. Questa per me è una grande soddisfazione, so che non sarà facile non avendo il supporto di un editore importante e non trovandosi sugli scaffali di tutte le librerie d’Italia. Però le numerose recensioni positive che mi sono arrivate finora mi fanno pensare che ho preso la decisione giusta nell’autopubblicarmi. Non credo che io debba dimostrare nulla a nessuno se non a me stesso e avere rispetto di ciò che scrivo.

Nel lancio di “Bosco Bianco” hai avuto a fianco le tue meravigliose figlie. Il vostro è un rapporto straordinario! Eppure quella di perderle è stata la tua paura più grande dopo il divorzio. E’ da momenti così difficili che nascono romanzi di grande sensibilità come “Bosco Bianco”?

Bosco Bianco è stato scritto tanti anni fa, in un periodo particolare della mia vita, avevo appena divorziato e c’era la paura di non poter più vivere le mie figlie nella quotidianità, e il senso di colpa per aver tolto loro una famiglia unita. Ho proiettato queste mie paure ed emozioni nel protagonista di questo romanzo, padre divorziato con due figlie a cui è legatissimo, a cui cerca di non far mancare niente, ma ha sempre questa sensazione di colpevolezza nei loro confronti. Quando scrivi con il cuore escono fuori storie come Bosco Bianco perché proietti le tue emozioni sui protagonisti. Sicuramente un libro scritto istintivamente di cuore e di pancia.

Diego Galdino

“La costiera amalfitana, uno dei posti più belli d’Italia”

I tuoi libri sono famosi anche per le splendide descrizioni di Roma. Questa volta, con “Bosco Bianco” hai scelto una cornice diversa: la costiera amalfitana. Qual è il tuo legame con la costiera?

Sono da sempre affezionato alla Campania, e anche alla costiera amalfitana che considero uno dei posti più belli d’Italia, ma anche ai miei numerosi lettori campani che mi hanno sempre dato fiducia. Ogni volta che vado a presentare i miei romanzi trovo tanto affetto e rispetto, quindi ho voluto omaggiare questa terra che mi ha sempre accolto a braccia aperte.

Diego Galdino

Oggi sei a Napoli – “Napul’è mille culure” – cantava Pino Daniele. Nessuna frase riesce forse a descrivere meglio la città di Napoli. Tra i colori più belli ci sono sicuramente quelli della passione, della fantasia e dell’umanità – una città, dunque, che fa innamorare – Napoli potrebbe essere la cornice di uno dei prossimi romanzi?

Napoli trasuda sentimento da ogni posto e lo dimostrano i tanti cantanti di questa terra che sono molto amati come appunto Pino Daniele. Sicuramente nel prossimo romanzo si torna a Roma la mia città, di cui sono innamoratissimo, però nella vita non si sa mai.

“Na tazzulella ‘e cafè”

Oltre l’amore, due costanti nei tuoi romanzi. La prima è il caffè. Anche muovendosi lontani dal bar trasteverino, i tuoi personaggi bevono caffè. Maia, nella splendida tenuta di Bosco Bianco, accoglie Giorgio/Samuele con un caffè; Giorgio trova consolazione nel caffè sorseggiato con sua madre. Insomma, profumo di caffè in tutti i tuoi romanzi. Deformazione professionale?

Il caffè fa parte della mia vita, una questione endemica per me. Cerco sempre di gratificare questa bevanda, dandole l’importanza che ha nella mia vita, facendo sì che i protagonisti delle mie storie possano apprezzarne la qualità. La protagonista è napoletana, si sa che i napoletani hanno il culto del caffè, quindi è stato più facile mettere il caffè anche in questa storia, quindi non può mancare in nessuna delle mie storie.

La seconda costante è la corsa. Massimo corre e riesce a raggiungere la donna che ama correndo. Giorgio corre per dimenticare e riempire ore vuote. Diego Galdino è un podista o sogna di correre?

Fin da ragazzo ho coltivato la passione per la corsa con mio padre, mi piace correre perché ti da la possibilità di fare un viaggio interiore con te stesso, attraverso dei posti dove la vita frenetica di ogni giorno si riposa. Mi piaceva l’idea che il protagonista avesse questa passione come me. Adesso i tempi delle mie giornate sono molto ristretti, ma quando ne ho la possibilità corro per il piacere di farlo. A diciott’anni partecipai a una maratona con mio padre e i suoi amici, e quel giorno arrivai mezz’ora prima di loro tant’è che pensarono avessi preso l’autobus per gran parte del tragitto, era la mia prima corsa e rimasero tutti sorpresi, ma non ho coltivato questa passione a livello agonistico.

Diego Galdino

E infine, Bosco Bianco è una “storia nella storia”…il finale è a gran sorpresa ed è di grande impatto. Non spoileriamo. Lasciamo ai lettori il gusto di scoprirlo. Che ne dici, se invece, ora ce ne andassimo in giro alla scoperta delle bellezze di Napoli?

Passeggiare per Napoli è sempre un piacere, si respira la vita, e sarà un piacere attraversarla con te, ed è stato un piacere anche questa intervista che mi ha dato l’opportunità di parlare di Bosco Bianco. Spero di contraccambiare a Roma preparandoti un caffè speciale nel mio bar. Grazie ancora.

Piazza Plebiscito

 

Raggiungiamo Piazza del Plebiscito e strada facendo ci fermiamo a sorseggiare un altro caffè. Lungo il tragitto discutiamo del successo ottenuto dai suoi libri – Diego è molto apprezzato anche in Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Bulgaria, Serbia, Spagna e Sudamerica.

Napoli è bella, resterei ancora un po’, ma devo proprio andare.
Saluto Diego augurandogli successo anche per questa sua ultima fatica.

Diego Galdino

“Ciao Diego, grazie per questo incontro. Mi auguro di rivederti presto!”

“Ciao, Maria Pia, a presto!”

 

 

 

 

 

 

Diego Galdino

Bosco Bianco è in vendita su Amazon

Trama: Nel suo testamento, la signora Chiara Pizzi lascia in eredità Bosco Bianco, una bellissima e storica tenuta affacciata sulla costiera amalfitana, a suo nipote Samuele Milleri, figlio di sua sorella e alla signorina Maia Antonini, figlia della sua più cara amica d’infanzia. Si racconta che a Bosco Bianco sia nascosto il diario segreto del leggendario scrittore americano Albert Grant. Proprio per questo motivo Andrea Razzi, ricco uomo d’affari, con velleità politiche, vuole entrarne in possesso a qualsiasi costo, tanto da acquistare da Samuele Milleri la sua metà di Bosco Bianco appena ereditata, approfittando dei suoi gravi problemi finanziari, per poi obbligare Giorgio Betti, il suo migliore e fascinoso agente immobiliare, a fingersi il nipote della vecchia proprietaria per cercare di convincere Maia Antonini a vendergli la sua parte della tenuta, anche a costo di farla innamorare di lui. Ma vivere a Bosco Bianco, seppur per pochissimo tempo, può cambiare il destino delle persone. Lo sapeva bene lo scrittore americano Albert Grant, che aveva fatto dell’amore la sua ragione di vita perchè come scritto alla fine del suo libro più famoso… “Per perdersi non serve un posto, basta una persona”.

 

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