Caminito – Un aprile del Commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni, recensione


Ai lettori di Maurizio de Giovanni era venuto a mancare il respiro quando con la pubblicazione de Il pianto dell’alba era stata annunciata la fine della saga del Commissario Ricciardi.Tre anni dopo, invece, fortunatamente, è arrivata una gran boccata d’ossigeno con la pubblicazione di Caminito – Un aprile del Commissario Ricciardi edito da Einaudi.

Maurizio de Giovanni: “Ricciardi è venuto a trovarmi”

In più occasioni de Giovanni ha raccontato che, durante i giorni del suo ricovero ospedaliero, il Commissario Ricciardi è andato a “fargli visita.

Inutile ogni tentativo di mandarlo via; Ricciardi si è insinuato nella sua mente.L’unico modo per liberarsene è stato quello di scrivere un altro libro, il tredicesimo.

“Nel periodo in cui sono rimasto ricoverato non avevo cellulare, non avevo nulla con me e non era scontato che uscissi dall’ospedale con i miei piedi.

Ebbene!Durante quei giorni è venuto a trovarmi Ricciardi, ha iniziato a mormorarmi nell’orecchio, a darmi fastidio come solo lui sa fare.

Mi sono accorto che nella testa avevo ancora tante storie di Ricciardi”.

Caminito – Un aprile del Commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni, recensione

E’ il 1939.L’Italia conquista l’Etiopia, rinsalda i rapporti con la Germania nazista e promulga le prime leggi razziali.

Sono trascorsi solo 5 anni, ma i cambiamenti sono molteplici.Il clima politico e sociale che si respira genera paura, incertezze, sofferenza.

Ricciardi ha un motivo in più per essere tormentato.Sospetta che la piccola Marta possa aver ereditato la sua stessa dannazione, quella di vedere e sentire i morti ammazzati negli ultimi istanti della loro vita.

Accade che in un’area verde abbandonata vengono ritrovati i corpi senza vita di due giovani, uccisi durante un rapporto intimo.La vicenda sembra coinvolgere numerosi personaggi.

Chi ha ucciso la coppia?E perché?

Intanto dall’altra parte del mondo, una seducente donna di nome Laura, prova a cantare Caminito riversando nella ballata tutto il dolore che opprime il suo cuore.

Ricciardi gettò un’occhiata alla scrivania.Maione riflettè su come fosse invecchiato il commissario.

Le tempie imbiancate, le rughe sotto gli occhi verdi e agli angoli delle labbra sottili; l’aggravamento della perenne espressione di malinconia.Lo sguardo del brigadiere andò alla fascia nera che serrava la manica della giacca di Ricciardi, e il pensiero gli portò Luca.

Una perdita non finisce, disse fra sè.Una perdita dura per sempre.
In Caminito, Maurizio De Giovanni descrive perfettamente il clima cupo del periodo storico che anticipa l’entrata in guerra dell’Italia; descrive altrettanto bene lo stato di malinconia e di inquietitudine che assale Ricciardi.

Inoltre, consente al lettore di vivere i dubbi di Maione, i sospetti di Modo, i dispiaceri di Bambinella, il dolore di Laura, la tenerezza dei bambini.Avendo visto entrambe le stagioni della serie TV ho letto Caminito sentendo il suono della voce di Lino Guanciale, di Antonio Milo, di Enrico Ianniello, di Adriano Falivene, di Veronica D’Elia e di tutti gli altri attori.

Pagina dopo pagina volti, abiti, gesti e movenze, nella mia mente, erano quelli degli straordinari interpreti della serie TV.

Come ogni sera, Nelide si piazzò sulla soglia, Tarchiata, braccia e gambe tozze e muscolose, mascella e labbro superiore scuriti da una peluria evidente, un unico sopracciglio a sormontare i vivacissimi occhi neri.Ricciardi non ricordava di averla mai vista sorridere.

A ventiquattro anni, era la copia conforme della defunta zia Rosa, l’amata governante che aveva fatto da mamma al commissario e gliel’aveva lasciata in eredità.E come ogni sera disse: – Canta lu addu e tòcola la cora… Lasciando alla squillante vicina di Marta la fine del proverbio. – Iamo a mangià, ca è bbenuta l’ora.
Caminito è sicuramente un romanzo corale; è un “giallo poco giallo”, ma è un romanzo pregno di poesia.

Con profonda delicatezza de Giovanni delinea i sentimenti che invadono l’animo di ciascun personaggio,  regalando alla comunità dei lettori un altro importante e suggestivo spaccato della vita di Ricciardi.Buona lettura!

 

 

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