Nel libro “ Il castello di Prato verso la metà del novecento – Le arti, le venture ed i ricordi tra antiche e nuove imprese fra i dossi e le fiumane dell’Appennino ”, edito dalla Casa editrice Cantagalli, Sergio Nannicini ripercorre le vie e le piazze di Prato illustrando i monumenti e le istituzioni più importanti
quasi un diario intimo quello che Nannicini regala ai suoi lettori. Un testo che ricorda le Promenades dans Rome di Stendhal (1829) o l’Italienische Reise di Goethe (1817).
Divagazione colta ed erudita, memoria appassionata e lungimirante, riflessione attenta ed approfondita che, nella sua prosa nitida e cristallina, offre al lettore un dialetto ormai raro.
La stesura di questo libro è stata possibile grazie allo studio attento e meticoloso delle fonti, dalle opere monumentali, e da rari opuscoli. L’analisi della documentazione oggetto di ricerca del quadro d’insieme e del piccolo dettaglio, offre una piena comprensibilità di quanto descritto. Inoltre esse hanno un solido fondamento di ricerca e di studio, portati avanti con meticolosità e passione intensa.
Il libro presenta personaggi, luoghi e paesaggi da scoprire e Tra i molti meriti del volume vi è certamente quello di ricordare il centenario del la morte di Alessandro Franchi (Prato, 15 marzo 1838 – Siena, 29 aprile 1914), ricorrenza ancora valorizzata da adeguate iniziative cittadine.
Altra figura che l’autore ripropone alla nostra attenzione è quella di Angiolo Badiani, che tra i molti meriti a favore di Prato, ebbe anche quello di esserne ispettore onorario ai monumenti.
Tra le pagine di Nannicini troviamo ritratti talvolta inediti di D’Annunzio e Malaparte, si rievoca la figura di Giuseppe Marchini ed il suo impegno a favore della nascita della galleria di Palazzo degli Alberti.
Con il suo passo da buon montanaro, Nannicini ci accompagna alla scoperta dei monti che circondano la nostra città, facendocene scoprire gli aspetti più prettamente naturalistici, come la flora, la fauna, la morfologia, e quelli storico artistici o etnografici.
Un volume da leggere con attenzione, nella calma di un optimum necessario alla mente, e da riprendere in mano successivamente, quasi una guida alla scoperta di una Prato talvolta inedita, ma sempre affascinante [dalla Presentazione di Rodolfo Abati.