Ciro Abbate: una voce fuori dal coro

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Scrittore e giornalista, Ciro Abbate continua, dal 2015, a presentare il suo primo romanzo intitolato “Gli artigli dell’Aquila Nera” in cui, prima ancora della soglia paratestuale, è la copertina di Veronica Crisci a  fuorviare il lettore.

“Gli artigli dell’Aquila Nera” rappresenta una voce fuori dal coro che parte dall’evento catastrofico dell’11 settembre e accompagna il lettore in un incubo in cui i colori della bandiera americana sfumano violentemente verso il nero.

Ispirato ai lavori di Massimo Mazzucco e di Mauro Biglino, nel romanzo di Abbate si intrecciano fantasia e realtà, ipotesi e dati accertati, storia antica e orrore moderno; non è questo un racconto per immagini ma ha sicuramente il merito di essere scritto con il linguaggio nervoso, veloce e diretto dei polizieschi made in USA.

L’ autore segue un percorso diverso da quello praticato da Dan Brown ne “Il Codice Da Vinci”, poichè sostituisce all’oggetto codex una trama fondata su una serie di matrioske all’interno delle quali il lettore si trova, attraverso la figura di Von Stauffenberg, di fronte ad una realtà terribile che affonda le sue radici in un tempo remoto. E il crollo delle Torri Gemelle del WTC sembra essere solo l’ultimo anello di una catena di sangue e complotti che vanno ben oltre i limiti posti dall’aggettivo mondiale.

E’ un libro di gradevole lettura, dal ritmo serrato e scorrevole agli occhi del lettore che non ha frequentazione con i documentari del regista Mazzucco (“11 settembre-La Nuova Pearl Harbour”) nè con l’immenso impegno di Mauro Biglino, che a buon titolo entra nel romanzo nei panni di Marco Briano il traduttore di testi sacri, che svela al mondo verità nascoste ed insospettabili alla maggior parte del popolo cristiano.

potrebbe essere vero? potrebbe il nostro mondo essere oggetto di tanto interesse? La risposta…richiede riflessione, sapendo che spesso la realtà supera la fantasia (Mauro Biglino)

 

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