Nel libro Democrazia, edito nel 2015 dalla Casa Editrice Donzelli, Massimo L. Salvadori parla della democrazia dalle origini fino ai giorni nostri mettendo in luce il carattere polisemico del termine
Secondo l’autore, Hans Kelsen ha chiarito che la democrazia, in senso proprio, può essere ed è stata soltanto quella diretta degli antichi, ma è incompatibile ed inapplicabile nelle società complesse e l’unica forma realizzabile di democrazia è quella rappresentativa, che però comporta il trasferimento della sovranità dal popolo ai suoi rappresentanti che avevano la facoltà elaborare ed approvare le leggi.
Il punto d’arrivo cui l’autore è giunto, sotto l’influenza in particolare del pensiero dei Kelsen, dei Weber e degli Schumpeter, è che la democrazia intesa come sovranità del popolo è, appunto, un mito, che la natura propria dei sistemi definiti democratici è riducibile alla combinazione delle istituzioni liberali con il suffragio universale e con i movimenti e l’azione politica e sociale delle masse lavoratrici.
Tra i vari sistemi di democrazia va citato quello di “ democrazia social”, di cui sono stati esempi “ classici” il governo della socialdemocrazia in Svezia ed il sistema del Welfare, nei quali la libertà per l’insieme della società ed una politica orientata ad assicurare la giustizia sociale in un grado mai raggiunto prima ed altrove.
L’autore ha inoltre cercato di delineare il percorso della democrazia in quanto mito e realtà, con riferimento sì alle concrete lotte politiche e sociali, ma soprattutto ai pensatori “classici” che hanno fatto oggetto della loro riflessione la democrazia, siano stati essi suoi fautori oppure critici e avversari.
Il volume è dunque, anzitutto una storia dell’idea di democrazia politica e delle concezioni dei più importanti filosofi politici, che da posizioni diverse e conflittuali si sono misurati con il problema della democrazia che è stata sovvertita più volte da regimi totalitari che si sono stati contraddistinti da una marcato ed ossessivo potere del Capo.