Gli incontri di una vita”, pubblicato da Sperling & Kupfer, è un viaggio autobiografico che Christian De Sica compie attraverso i suoi ricordi.
“La decisione di chiamarmi Christian fu di mio padre, forse perché era affascinato da nomi stranieri, e all’epoca una scelta del genere poteva sembrare elegante.Negli anni seguenti é diventata un po’ una “burinata”…
De Sica condivide la storia della sua famiglia, le amicizie e i rapporti professionali che hanno plasmato la sua carriera, offrendo al lettore uno sguardo intimo sul suo mondo e quello dello spettacolo italiano.
L’opera ripercorre la vita di Christian De Sica fin dall’infanzia, raccontando le sue prime esibizioni casalinghe e gli anni di formazione.
“Oltre al cinema, ecco comparire il teatro.
Il “Teatro Lampo” per la precisione, il teatro “in casa” che mio padre allestiva per farci divertire, visto che lui non era più giovanissimo e non poteva giocare con me e con Manuel a pallone o girare con noi in bicicletta.Io avrò avuto sei o sette anni, all’epoca.
Era “un gioco”, certo, però mio padre il “Teatro Lampo” lo prendeva terribilmente sul serio.Era severissimo, ci faceva fare le prove, e guai a non imparare a menadito tutto il copione: “Dovete saperla a memoria, la parte!
A memoria!” si ostinava a ripetere.Era evidente che lui si divertiva molto.
Ma la stessa cosa non si poteva certo dire di noi.”
Figlio di Vittorio De Sica e Maria Mercader, Christian é cresciuto in un ambiente ricco di stimoli artistici, incrociando la strada di maestri e giganti del cinema che lo hanno formato sia professionalmente che umanamente.
“Certo, io sono stAto fortunato.Perché fin da quando ero bambino ho incontrato la bellezza, ho frequentato persone che sapevano creAre ed esprimere bellezza.
E che mi hanno insegnato a cercarla e soprattutto a riconoscerla, ad apprezzarla e a custodirla.In questo, ho avuto ottimi maestri.”
Nel corso della sua carriera, De Sica ha assunto molteplici ruoli passando dalla musica al cinema, e nel 1973 ha partecipato a un Festival di Sanremo.
Con quasi 110 film all’attivo, l’attore racconta di aver sempre cercato di portare sullo schermo la genuinità e l’autenticità, seguendo i consigli di suo padre, Vittorio De Sica, di guardare negli occhi gli altri attori e ascoltarli davvero per rispondere in modo naturale.Il libro è una testimonianza del desiderio di De Sica di raccontare le presenze, le assenze, i successi e le sconfitte della sua vita.
Attraverso “Due o tre cose che mi sono capitate”, De Sica offre al lettore un affresco vivace e intimo della sua esistenza, arricchito da aneddoti personali e professionali, dimostrando come, nonostante le sfide, abbia sempre mantenuto un profondo amore per il suo mestiere.
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