Flessibilità: una strategia per vincere nella globalizzazione


STRATEGIE PER VIVERE NELLA GLOBALIZZAZIONE

Il libro di Alberto Bagnai “L’Italia può farcela – equità, flessibilità, democrazia” edito nel 2014 dalla Casa Editrice Il Saggiatore ed acquistabile a costo di 20 euro, dimostra che le radici della crisi europea affondano nell’ iniqua distribuzione del reddito che, da più di trent’ anni, caratterizza tutte le economie avanzate. Con la globalizzazione finanziaria, i salari reali hanno perso terreno rispetto alla produttività del lavoro, a tutto vantaggio dei profitti. Ma, affinché il capitalismo funzioni, se non è sostenuta dai salari, la domanda di beni deve essere finanziata dal debito: da una situazione in cui il lavoratore è un cliente, si è passati a una realtà in cui il lavoratore è un debitore.

È il trionfo del capitale sul lavoro, ma anche il fallimento del paradigma economico liberista. In Europa, la moneta unica ha accentuato queste dinamiche globali. L’euro ha permesso ai cittadini del Sud di finanziare più facilmente il consumo di beni prodotti dal Nord, e li ha indotti ad accettare politiche di compressione dei salari e dei diritti, presentate come biglietto di ingresso nel club dei paesi “virtuosi”. A questo si aggiunge, in Italia, un fenomeno senza paragoni nel panorama mondiale: l’autorazzismo, definito da Gadda “la porca rogna italiana del denigramento di noi stessi”. È così che ha preso piede la filosofia antidemocratica del vincolo esterno, condivisa da tutti i partiti politici della Prima e della Seconda Repubblica al grido di “ce lo chiede l’Europa!”: un sistema discutibile anche quando l’Europa sembrava in salute; ora che sta fallendo, è giunto il momento di riacquistare un più alto senso di dignità e solidarietà nazionale, e cambiare strada.

 

Dopo il tramonto dell’euro, Alberto Bagnai propone la sua formula per evitare il disastro, con lo stile appassionato e il rigore analitico che lo hanno reso un punto di riferimento nel dibattito contemporaneo. Per risolvere la crisi italiana ed europea occorre il recupero della piena sovranità economica degli Stati e il ritorno alle valute nazionali per ristabilire l’equilibrio fra i paesi membri dell’Unione e restituire loro piena legittimità democratica. Ma bisogna cercare di attuare riforme come quella dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la riduzione dei costi della politica, creare occupazione sia per i giovani alla ricerca di un lavoro, sia per i meno giovani che l’hanno perso e non sono riusciti a trovarne un altro, ridurre la pressione fiscale ed aumentare le pensioni di anzianità. La condizione necessaria per rilanciare la nostra economia è chiaramente indicata dalla teoria economica: lo smantellamento dell’euro. Ma questa è solo una condizione necessaria e che tale operazione comporterà dei costi che qualcuno dovrà sopportare.

In questa fase, nella quale dovranno essere prese importanti decisioni politiche, governate dai rapporti di forza, oltre che nella gestione del percorso futuro, è essenziale che i singoli individui ed i corpi sociali abbiano una rappresentazione chiara dei propri interessi, riuscendo ad inquadrare quanto è accaduto, e quanto potrebbe accadere, in un contesto sufficientemente ampio.

 

 

 


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