Gli Angeli Guerrieri sono i protagonisti del nuovo romanzo di Amedeo Caramanica
“Gli angeli guerrieri della Terra dei fuochi” è il nuovo romanzo di Amedeo Caramanica, presentato a Villa Maresca il 30 ottobre c.a.; relatore il prof. Antonio Izzo che durante il suo intervento ha sottolineato l’importanza di un testo narrativo in cui si fa ricorso al genere romanzesco, al thriller, per riportare l’attenzione sull’annoso -e mai risolto- problema dei roghi tossici in Campania. Lo stato d’allerta, infatti, scema con il passare del tempo e le persone sembrano voler dimenticare il pericolo, accantonare il rischio -biologico e alimentare- che questa pratica, del tutto illegale, comporta per la salute dei cittadini. Cita Bergoglio e la “Laudato sii”, il prof. Izzo, ma al contempo sottolinea che il rispetto dell’ambiente, del bene comune e la promozione umana sono valori laici ed universali, non solo cristiani.
Precisi, mirati e misurati gli interventi del canonico Don Raffaele Russo e del Vice parroco Don Andrea Lombardi, che hanno ceduto la parola all’autore il quale, prima di ogni cosa, ha voluto introdurre i lettori presenti nel romanzo spiegando qual’è stato il suo approccio; non quello sacrosanto di chi scende in piazza a manifestare, a denunciare e neppure quello più squisitamente argomentativo, quanto piuttosto quello più specificatamente emotivo. Il dolore e lo stupore senza scampo di Don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde di Caivano, e quello delle mamme che hanno perso i figli; bambini a cui l’autore restituisce un nome e una personalità.
Il reading è affidato alla bravura di Mino Borgo e Angela Caramanica che cominciano dalle prime pagine del romanzo, ed è un pugno nello stomaco, diretto e implacabile, con Don Maurizio che celebra il funerale di una bambina, né la prima né l’ultima di quel martoriato quartiere ed è su questo sfondo scuro che i personaggi principali si palesano al lettore. Manovalanza ai limiti della legalità, capiclan e boss in lotta tra loro per il controllo del mercato dell’oro nero, il linguaggio è, però, ben lontano dai toni aggressivi violenti volgari di Ciro l’immortale, famigerato personaggio di Gomorra; i cattivi descritti da Caramanica conservano un barlume di coscienza, la parvenza di un codice che non è d’onore ma è convenzionale, e sembrano serbare -nel profondo, chi più chi meno- quella scintilla di divino che permetterebbe loro di salvarsi, se solo lo volessero.
L’autore si è divertito a seminare briciole di pane, come Pollicino, e ha suscitato una grande curiosità nei presenti, avendo descritto anche alcuni passi della vicenda in cui riappaiono i personaggi de “La grotta dei misteri” e in cui la trama del romanzo si tinge di giallo e di sfumature fosche.
Ph: Stefania Caramanica