I DINAMICI SFIGATI DI BAGNOLI
“LE INDAGINI DELL’ISPETTORE VARRIALE”
un’opera di AMEDEO CARAMANICA
distribuita da Magazine Pragma
UN OMAGGIO AGLI INFATICABILI POLIZIOTTI DI PERIFERIA – GIALLI POLIZIESCHI
I casi e i personaggi sono completamente inventati, ogni riferimento a persone o cose è del tutto casuale.
Riproduzione Vietata, ogni abuso sarà perseguito a norma di legge
Le puntate precedenti: 1 – 2 – 3
QUARTA PUNTATA
Proseguono le indagini sul caso della “donna di Coroglio”.
Segnano il passo quelle del “suicida di Bagnoli”.
Intanto erano arrivati a Coroglio e avevano raggiunto la spiaggia. Vicino al cadavere c’era ancora il dottor Lo Versi che, come lo vide, cominciò:<< Ah! Mo’ siamo al completo! Ci mancava solo Sherlock Holmes! Avanti che vuoi sapere? È femmina, circa venticinque anni, uccisa sulla stessa spiaggia … Ma come? Con che cosa? Non lo so ancora. Infatti, a prima vista non vedo tracce di acqua di mare, non colpi di violenza esternamente, nessuna abrasione sul collo, forse, se l’ha soffocata, ha usato i guanti, perché non ci sono a prima vista impronte, come mi hanno assicurato anche quelli della scientifica. Comunque ti sarò più preciso dopo l’autopsia. Stavolta, però, caro Holmes, te la sbrighi subito, perché l’assassino, per insipienza, dabbenaggine o strafottenza, ha lasciato la sua pregiata firma …>>
<< E proprio questo complica le cose, caro dottore … Un assassino non lascia la sua pregiata firma. Non le pare? …>>
<< Non cominciare a ricamarci sopra, ora che si tratta del figlio di uno di voi …>>
<< Se è stato lui? Cosa a cui io credo poco, visti i primi indizi …>>
<< Però, vedo che c’è ancora lo spirito di Corpo!>>
<<Nessuno spirito di Corpo! Ma cercare la verità è il nostro compito, caro dottore!>>
<< Auguri allora al maresciall … anzi al sovrintendente Lo Presti! Così si dice ora, mi pare>>
<<E il sovrintendente Lo Presti … sarà servito come chiunque altro, caro dottore Lo Versi…!>>
Il dottore stava per allontanarsi, quando Rosario Fossore, il becchino, gli si avvicinò e gli chiese:<<Dottò, gli infermieri e l’ambulanza non sono ancora arrivati, ve la porto io all’ufficio legale per l’autopsia?>>
<< E chisto è sempe pronto! Che vuoi portare? Mo’ viene quell’altra “pimmece” del Pubblico Ministero, e con l’ambulanza dell’ufficio i due infermieri della scientifica rimuoveranno il cadavere. Ma, dich’io, ti chiami Rosario Fossore, pecchè nun faje nu bello “fuosse” e ‘nte ce vutta a rinto definitivamente?>>
<<Sempe però doppo c’agge purtato a voi, caro dottore! E a gratìs, eh! Sinnò sa quante ne dicite a ‘o Pataterno là sopra?>>
<<’O vero?! Chille ‘o Pataterno a te te cunosce bbuono… Come ti vede, te spedisce a “casa-diavolo”!>>
<< E là sicuramente trovo pure a vuje!>>
<< Tjè!’Fa ‘nculo, beccamorto!>> Gli fece il segno del gomito, con la mano le corna e si allontanò.
I due poliziotti sorrisero e si avvicinarono al cadavere. L’ispettore Varriale scrutò la donna dalla testa ai piedi, cercò nelle tasche, frugò nella borsa …
<< Ispetto’, abbiamo già frugato dappertutto con gli esiti che sai …>>
<< Due occhi in più che frugano non fanno mai male nel nostro mestiere, caro Andrea.>> << Giusto, scusa, capo!>>
L’ispettore mise una mano nella borsa vuota, frugò in ogni angolo, poi si fermò, tastò meglio, e da una piega cavò un pezzettino di carta mezzo sgualcito. Lo aprì, lo stese. << E questo?>>, chiese a Calopreso. << E che cos’è?>>
<<Credo uno scontrino, che mi pare non ci sia tra i reperti che abbiamo velocemente esaminato in auto…>>
<< Forse c’è sfuggito … Scusa … Ma di che si tratta?>>
<<Se non sbaglio di uno scontrino del Circolo dell’Italsider … Con la data di ieri … Segno che la donna è stata in quel posto …>>
«Eppure avevamo frugato dappertutto, oltre a quel bigliettino del fringuellino, nient’altro.>>
<<Lascia perdere … Comunque, ora abbiamo almeno un indizio da cui partire … E acqua in bocca! Abbiamo una foto della ragazza o quella di Marco Lo Presti?>>
<<Gennà, le abbiamo entrambe … Sono nella cartella …>>
<<Bene. Allora facciamo una visita al Circolo … Però, prima voglio fare una chiacchierata con il pescatore, che ha trovato il corpo …>>
<<Eccolo, è quel signore anziano laggiù …>>
I due si portarono presso il pescatore che, come vide l’ispettore, cominciò a protestare:<< Dottò, non so’ stato io … Io non la conosco … Io le donne le ho sempre rispettate, come delle Madonne … Mannaggia ‘o sfizio d’’a pesca che m’ha portato ccà stammatina!>>
<< Ma calmatevi, nessuno vuol dare la colpa a voi. Me l’hanno detto: voi l’avete trovata sulla spiaggia e avete fatto il vostro dovere a chiamare il 113 … Io vorrei solo sapere a che ora e come l’avete scoperta …>>
<< Saranno state le quattro e mezzo, dottò … Io stamattina ho messo la sveglia alle quattro meno un quarto … Ho svegliato anche mia moglie che mi ha mandato a quel paese … Il tempo di vestirmi e di arrivare, abito a Bagnoli … Scendo dalla macchina, mi avvicino alla “varca”, alla barca, per metterla in acqua e di lato urto qualcosa, che per poco non mi mandava c’’a capa int’a sabbia, nella sabbia. “E chi muorte ‘e chi l’è muorte sta ccà ‘nterra stammatina!” – facc’io. M’acàlo, mi abbasso, e vedo ‘na sagoma secca e longa stesa ‘nterra. ‘A sbrunzuléjo, cioè la scuoto, credendomi che fosse ‘nu ‘mbriaco, un ubriaco … Ate ca ‘mbriaco, duttò! … Era ‘na femmena … E ca femmena! Guardo meglio … Nientemeno teneva ‘a faccia livida, ll’uocchie ‘e pesce muorto e nun se muveva … Mamma mia bella! M’è sagliuto ‘o ‘sanghe ‘ncapo! “E chesta è morta!” – faccio in capo a me.” San Gennaro mio! San Pasquale Bajlonne! E ccà nce vo’‘a polizia!” Agge pigliato ‘o telefonino e agge chiamato ‘o 113 …>>
<<E avete fatto il vostro dovere … Quindi il delitto è stato compiuto prima delle quattro e mezzo … E al momento del vostro arrivo non avete visto nessuno? Non so … qualcuno allontanarsi … fuggire … un’ombra?>>
<<Nessuno, dottò, manco un’anima viva! Dopo poco è arrivato il 113. Ho raccontato il fatto al comandante e l’ho portato vicino alla “varca”, alla barca. Basta … Vi sto dicendo la verità, dottò … Io questa non la conosco, non l’ho mai vista … Ve lo giuro sul bene che voglio ai miei figli! >>
<<Va bene, basta così, calmatevi … Tenetevi solo a disposizione, se per caso abbiamo ancora bisogno di voi.>> <<Posso andare allora?>>
<< Certo e scusate se vi hanno trattenuto più del dovuto. >>
Giunse in quel momento anche la Nappi, accompagnata dall’autista, la quale, dopo aver parlato con il medico legale e ascoltato i rilievi fatti dai due ispettori, fece rimuovere il cadavere. Poi si intrattenne a parte per qualche minuto con l’ispettore Calopreso, forse per prendere qualche appuntamento, risalì in macchina e ripartì. Ovviamente la cosa non sfuggì all’ispettore Varriale: <<Andrè, allora è bbona ‘a dottoressa, eh?>>
<<Passabile … >>, rispose l’ispettore di prima nomina con nonchalance.
<<Passabile?! È “corrozzata” di quella maniera! Con quella siluetta così disinvolta e graziosa! Passabile?!>>
<<Insomma che bbuò sapè, Gennà?>>
<< Io?! Niente …Ma è più o meno un mesetto, cioè da quando è arrivata in caserma, che – mi sono accorto – non le togli gli occhi di dosso. Per carità, è della tua stessa età e tu di persona non sei uno sfigato, ma abbastanza fico. Però, guaglò, statte attiento, chella è magistrato, t’imprigiona!>>
<<Nun te scurdà, Gennà, ch’’e mmanette ‘e ttengo sempe io!>>
E così tra una battuta e l’altra i due poliziotti con l’auto raggiunsero il Circolo dell’Italsider, a due passi da Coroglio, appena oltre il complesso della “Città della Scienza”.
Con i suoi saloni, il suo teatro, l’ampia terrazza esterna affacciata sul mare, da cui si gode un panorama incantevole, che va dalla punta di Capo Posillipo, attraversa i Campi Flegrei e arriva fino a Capo Miseno e oltre, il Circolo Italsider rappresentava allora, e rappresenta tuttora, le ultime vestigia di un complesso siderurgico, che alcuni anni fa era l’orgoglio dell’industria meridionale e ora l’emblema di un’Italia in piena crisi, con lo scheletro dell’altoforno, le torri ormai come giganti addormentati, il vecchio pontile salmastro e pieno di ruggine, la spiaggia piena di materiali velenosi, la battigia spesso oleosa e bituminosa.
Il Direttore, come vide l’ispettore capo, lo accolse con molta cordialità: «Ispettò, siete venuto a proporci un’altra bella serata con i vostri “Giullari Flegrei”?>>
«No, no, Agostì, purtroppo stiamo qui per lavoro …»
«Ah! E allora, prego, accomodatevi …»
Per spiegarci l’accoglienza del Direttore, dobbiamo anche ricordare che l’ispettore Varriale aveva, oltre allo sfegatato amore per la squadra del Napoli, due hobby particolari, quella della chitarra e del canto, e faceva parte di un gruppo che si era autoproclamato “I Giullari Flegrei”, che era stato spesso ospitato al Circolo Italsider per allietare delle serate canore e danzanti.
«Allora, Ispettò, come posso esservi utile?>>
«Agostì, so che ieri sera qui avete fatto baldoria, quindi vorremmo chiedere se hai visto questi due giovani, una ragazza e un ragazzo …», e gli mostrò le due foto.
«Ieri veramente c’è stata una serata danzante sulla terrazza esterna, ma sapete che io in particolare mi trattengo in ufficio. Però potete chiedere al barman, che senz’altro dalla sua postazione panoramica della sala, sarà più in grado di me di riconoscere le foto dei due giovani.>>
Il barista interrogato non fece fatica a riconoscere i due giovani, anzi ricordò pure che a un certo punto il ragazzo quasi litigò con la compagna, tanto da lasciarla sola e andarsene, e questa, senza darsi troppi pensieri, continuò a ballare mezza brilla, facendo coppia con due, tre, quattro ragazzi, che se la passavano l’un l’altro.
<< E lei non conosce qualcuno di questi due, tre, quattro ragazzi? Magari i loro aspetti?>>
<<A conoscerli non li conosco. Ricordo, però, che erano giovani, sui venticinque, qualcuno forse sui trent’anni, uno addirittura mi pareva vecchio, scuri di carnagione e di capelli …>>
<<Napoletani, gente di fuori, stranieri?>>, chiese ancora l’ispettore.
<<Mi dispiace, ma non li ho sentiti parlare … C’erano oltre un centinaio di ragazzi qua ieri sera …>>
<< Si ricorda se la ragazza, quando è andata via, era ancora con qualcuno di quei tre o quattro, o con un nuovo accompagnatore?>>
<<No, non mi sono accorto, né quando è andata via, né con chi fosse …>>
<< Bene, basta così. Grazie.>> E i due poliziotti si allontanarono.
<< Gennà, commentò l’ispettore Calopreso, tutto complotta contro Marco Lo Presti. Il ragazzo le ha mandato un “sms” di chiarimento, i due giovani si sono ritrovati al Circolo, poi hanno litigato, la discussione è degenerata, le ha teso un agguato nei pressi della spiaggia di Coroglio per spiegarsi, e c’è cascato – come si dice- il morto …>>
<< La morta vuoi dire … Comunque è tutto troppo semplice, Andrè, anzi ad un certo punto diventa anche un po’ artefatto, con quell’agguato proprio nei pressi della spiaggia di Coroglio. Certo, dopo la litigata, la ragazza non è rimasta da sola, si è intrattenuta con tre individui, che non conosciamo e che magari, in preda all’alcool e alla droga, hanno cercato di stuprarla, lei si è difesa, loro si sono imbestialiti e l’hanno uccisa. Anche questa è un’ipotesi plausibile, non ti pare?>>
<<Certo, può essere … Quindi bisognerebbe rintracciare questi giovani e interrogarli …>>
<< Già, ma dove li troviamo? Non abbiamo neanche una fotografia.>>
<<Quindi, per il momento l’unico indiziato resta Marco Lo Presti …>> <<Purtroppo …>>
<< Però, Gennà, manco della ragazza sappiamo niente, abbiamo solo la foto. Chi è? Dove abita? Pare che chi le abbia fatto il brutto servizio voleva che perdessimo un po’ di tempo per rintracciarla. Perciò stamattina, quand’ero con il Vice Questore, ho detto a Tony Talpa che la mostrasse in Tv.>>
<<Niente di meno, Andrè! E quello mo’ si sente autorizzato a partecipare alle indagini! Anzi dirà che la polizia è a corto di mezzi e ha bisogno di sostegni esterni! Ma ti sei dimenticato che abbiamo il cellulare della ragazza e basta una telefonata a qualcuno dei numeri che lei sicuramente avrà conservato, per conoscerne vita e miracoli?>>
<< Già, già, Gennà, mi era proprio sfuggito il particolare …>>
<< André, per piacere devi essere un po’ più presente a te stesso, quando fai le indagini, non pensare sempre alla Nappi, altrimenti poi gli altri “s’azzoppane ’o ppane”, ti prendono in giro, capisci?>>
<<Ma quale Nappi! Il fatto, caro Gennaro, è che in questo mestiere non ti puoi distrarre un attimo!>>
<< Già, ricordalo sempre … E poi abbiamo l’indirizzo del presunto assassino. Vuoi che Marco Lo Presti non la conosca? Basta interrogare il ragazzo e subito sappiamo chi è la giovane donna. Qua casca l’asino, però! Il caso mi sembra troppo semplice, anzi talmente troppo semplice che chi lo ha preparato voleva che non facessimo la minima indagine. Ed è proprio questo che non mi convince: l’assassino servito su di un piatto d’argento, come se fosse una pietanza già bella e preparata.>>
<<Per la miseria, sai che hai proprio ragione? Nelle indagini purtroppo non bisogna mai fidarsi dell’evidenza!>>
<<Già …Mai, mai! … Quando l’evidenza è troppo esplicita, gatta ci cova. Vuol dire che la tavola è stata imbandita a bella posta, per prenderci per la gola, farci prendere la via più facile e fuorviarci … >>
Intanto tornarono in caserma e qui trovarono già il sovrintendente Lo Presti con il figlio Marco, che il genitore aveva costretto a costituirsi. Il ragazzo era già alla presenza del Vice Questore Aggiunto, il dottor De Blasi, e continuava a negare ogni coinvolgimento. Anzi continuò a ripetere (ora anche alla presenza dei due ispettori, Varriale e Calopreso) che lui l’aveva incontrata sì, ieri sera, al Circolo dell’Italsider, aveva cercato di parlarle, perché ormai era quasi un mese che si erano allontanati, ma l’aveva trovata scontrosa, mezza brilla, se non “fatta completamente”, che “pomiciava” a destra e a manca. << Uno schifo, dottò! Le ho dato una “sputazzata” in faccia e me ne sono andato …>>
<<Te l’avevo detto che non era ragazza per te quella!>>, continuava, intanto, a rimproverarlo il padre.
<<Ma per te nessuna era adatta a me!>>, si difendeva il figlio.
<< Questa, però, frequentava pure brutte compagnie!>>, rincarava il padre.
<< Ma chi te l’ha detto? Era una brava ragazza tunisina …>> protestava il giovane.
<< A proposito, come si chiamava?>>, li interruppe l’ispettore Varriale.
<<Sarina Tunish. Era in Italia da un anno con regolare permesso di soggiorno e faceva i servizi presso una vecchia signora di Bagnoli …>>
<< Sai pure come si chiama la vecchia signora?>>
<< Mi pare donna Luisa Alvise al 118 di Via Ascanio a Bagnoli.>>
<<E conosci anche chi erano quei tre o quattro che se la facevano con lei ieri sera?>>
<<Tre- quattro?! Almeno una decina se la sono passata, l’hanno tastata, l’hanno palpata dal petto alle cosce, … Facce patibolari … Ma non ne conosco nessuno.>>
<<Ho capito. Meglio fare una puntatina da questa signora Alvise>>, concluse l’ispettore.
<< Lui, però, caro sovrintendente Lo Presti, è meglio che resti qui con noi in caserma, non vi pare?>> concluse il Vice Questore.
<< Ma io non ho fatto niente, dottò! Sono innocente!>>
<<Stai tranquillo, aggiunse il dottor De Blasi, durante gli accertamenti meglio che stai qui … Perché, se non sei stato tu, come dici, credo proprio che continueranno a creare indizi fasulli contro di te … >>
E Marco Lo Presti, accompagnato dal padre e da due guardie, fu scortato in camera di sicurezza.
Proprio nel momento in cui rimanevano soli, Scimone, l’agente di piantone, richiamò l’attenzione di tutti:
<< Dottore, dottore! Il caso è già in televisione!>>.
<< Figuratevi se Tony Talpa si faceva sfuggire l’occasione!>>
<< Sentiamo almeno che dice …>>
<< Notiziario del mattino: “Cara spettatori di Telesensational, stamattina, a Coroglio, mentre un pescatore metteva in acqua la sua barca, ha fatto la macabra scoperta del cadavere di una giovane donna. Accanto al corpo sono stati rinvenuti: un bigliettino e un cellulare della ragazza, la quale, senza nessun’ombra di dubbio, aveva avuto anche la forza prima di morire di consegnare alle autorità il nome dell’assassino, che pare sia – e caricò la voce – “il figlio di un appartenente alla stessa polizia di Stato”, per il momento top secret …>> Poi mostrò la foto della ragazza assassinata …<< Ecco il suo volto. Se qualcuno è in grado di riconoscerla, è pregato di telefonare in redazione … Così daremo una mano alla polizia …>>
<<Figlio di puttana, sbottò l’ispettore Varriale, non gli pare vero di farsi bello con quei quattro cretini che lo seguono e di puntare il dito contro uno appartenente alla polizia! D’accordo, una trasmissione “gialla”, ma senza indagini mediatiche! Cose da pazzi, quello che “si fidano” di dire e di fare! Ma, se l’intuito non m’inganna, prima o poi, andrò io stesso in televisione a sputargli in faccia la verità incontestabile, che loro ora manipolano solo per fare audience!>> Tutti gli astanti approvarono.
Ma il dottor De Blasi, che era un po’ invidioso del fiuto del suo sottoposto e godeva ad opporsi con la sua prosopopea alle sue intuizioni, anche se era alla fine sempre smentito, lo riprese anche stavolta:<<Ispettore Varrià, per piacere, però, non prendere, come al solito, un’altra delle tue strade impervie, in cui finiamo poi per impantanarci un po’ tutti quanti …>>
<<Ma vi troviamo poi sempre il bandolo della matassa, Dottò, non le pare? …>> gli ripose il Varriale sorridendo e scuotendo la testa …
<< Speriamo >> gli rispose il Capo, sogghignando e scrutando gli altri, e li lasciò.
<<Gennà, – commentò Calopreso – speriamo che riusciamo a trovarlo pure sta volta il bandolo della matassa, altrimenti finiamo tutti sulla graticola! Sa che bordate per gli “sfigati di Bagnoli?!>>
<< Fidatevi, e nessuno finirà arrostito o messo in croce!>>
<<Dottore! Dottore!>> << Che c’è, Pasquà?>>
<< Ma voi avete sentito che cosa hanno detto in televisione?>>
<<L’ho sentito. Allora?>>
<<Allora ci vogliono forse nuovi numeri, dottò, per esempio: 12, ‘o poliziotto, oppure 24 ‘e gguardie! 71, l’omme ‘e mmerde che l’ha uccisa; e 83, ‘o piscatore … Che ne dite?>>
<< Pasquà, dico ca nce jè mettere pure “22”, ‘o pazzo, o “23”, ‘o scemo, accussì sicuramente addiventi milionario!>>
E l’ispettore superiore, con Calopreso, si allontanò dal corridoio, per raggiungere nell’ufficio la sua squadra e soprattutto per essere ragguagliato dalla Manna e dal Ruotolo sul “caso Sarno di Bagnoli”, perché la moglie non finiva di assillarlo personalmente a casa o con delle telefonate, e lui non riusciva a non pensare a “quegli incauti e terribili debiti” del povero imprenditore di Bagnoli, elementi che gli suscitavano spesso fugaci dubbi sul gesto del suicidio volontario, ormai quasi acclarato da tutti. Ma anche il caso della donna di Coroglio si ingarbugliava sempre di più, mentre i Capi continuavano ad avere la neve in tasca. Quel nome Marco Lo Presti lasciato sul cellulare in bella mostra, la litigata al Circolo Italsider di Bagnoli tra il giovane e la ragazza tunisina, la ragazza mezza brilla e magari “fatta”, che “pomiciava spudoratamente” con vari giovani, erano tutti argomenti che, con quelli del caso di Bagnoli, gli assillavano la mente. Come sarebbero proseguite le indagini dei due casi? Sarebbe riuscito finalmente l’ispettore capo a trovare il bandolo della matassa? Alla prossima puntata.