I DINAMICI SFIGATI DI BAGNOLI
“LE INDAGINI DELL’ISPETTORE VARRIALE”
un’opera di AMEDEO CARAMANICA
distribuita da Magazine Pragma
UN OMAGGIO AGLI INFATICABILI POLIZIOTTI DI PERIFERIA – GIALLI POLIZIESCHI
I casi e i personaggi sono completamente inventati, ogni riferimento a persone o cose è del tutto casuale.
Riproduzione Vietata, ogni abuso sarà perseguito a norma di legge
Le puntate precedenti: 1 – 2 – 3 – 4 – 5– 6 – 7
OTTAVA PUNTATA
La soluzione del caso della “Donna di Coroglio”.
Proseguono le indagini della scomparsa di Giulia Sarno
Nel tardo pomeriggio, dopo aver cinicamente superato in ufficio la freddezza e la meraviglia con cui il Vice Questore aveva accolto la svolta delle indagini, proprio lui che avrebbe messo la mano sul fuoco per la colpevolezza di Marco Lo Presti contro il contrastato parere dell’ispettore Varriale, dopo aver fatto avvertire da Calopreso la dottoressa Nappi e, dopo aver preparato con i colleghi la trappola per Raffaele Sangiuliano, si concesse una fugace cena a casa.
Prima di uscire dall’ufficio, si vide catapultare dentro Pasquale Scimone, ‘o fissato:<< Dottò, allora nc’avimma aggiungere o 18, ‘o bbeleno; o anche 65, somministrare il veleno; e 62, ‘a morta ammazzata … Che ne dite?>>
L’ispettore, che andava di fretta, non poté fare altro che rispondergli per le rime:<<Pascà, miettece pure 39, ‘ a funa ‘nganna ca te mette io, si nun te ne vai mo’ mo’ e ‘a furtuna t’avota ‘e spalle! Anze, zitto, bocca chiusa sulla svolta di questo caso, ca sinnò è l’ultima volta ca ce rumpe ‘e scatole!>>
Tutti scoppiarono a ridere e il piantone abbassò la testa e si ritirò. <<Tanto, commentò l’ispettore, il lupo perde il pelo ma non il vizio …>>
Si erano ormai fatte quasi le 19:30 e, dopo aver ricordato fugacemente ai colleghi le fasi della trappola, l’ispettore si portò a casa euforico, come non l’avevano mai visto quelli della famiglia. Mangiò di buon umore finalmente ‘e purpetielle affucate, che gli aveva conservato la madre, e scherzò con tutti i suoi come un bambino. La moglie non si spiegava l’improvviso cambiamento, anche perché il marito tenne la notizia nascosta anche a lei, ma sapeva che, quando il marito era così di buon umore, aveva risolto un altro caso. Perciò lo seguì in camera da letto e cominciò a fargli “il terzo grado”. Allora, l’ispettore non potette più far finta di niente e, mentre si vestiva in borghese per partecipare alla trasmissione, le spiattellò il perché della sua euforia, ma le chiese anche di tenere per sé la notizia. Agli altri della famiglia disse soltanto che quella sera a Telesensational ci sarebbe stata una trasmissione veramente sensazionale.
<<Magari si risolvesse così anche il caso Sarno!>>, disse la moglie, mentre lo accompagnava sulla porta.
<<Non ti preoccupare … Risolveremo anche l’altro caso. Speriamo soltanto che la ragazza non abbia fatto qualche “pazzarìa.”>> E uscì.
Intanto Calopreso con due poliziotti era andato a tenere sotto controllo la casa di “Raffèle ‘a sanguetta”.
C’era aria di festa in casa e l’ispettore ordinario Calopreso non fece fatica a trovarne la ragione. L’operazione di vendetta era andata pienamente in porto e “Raffèle ‘a sanguetta” non aspettava che l’ora della trasmissione, per annunciare ai quattro venti la carcerazione del figlio di chi gli aveva incarcerato il padre. Occhio per occhio, dente per dente.
Intanto, verso le 20:45, il Vice Questore Aggiunto, il dottor De Blasi, la dottoressa Nappi del p.m., e due poliziotti, dietro segnalazione dell’ispettore Varriale, si trattennero in auto nelle vicinanze dell’emittente di Tony Talpa, per intervenire al momento opportuno, mentre l’ispettore superiore e l’ispettore Calopreso si presentarono alla trasmissione. Partecipavano, come esperti, una giornalista di cronaca nera e un criminologo; come invitati speciali: Rafféle ‘a sanguetta, con un suo guardaspalle, e i due ispettori del commissariato di Bagnoli. Il presentatore, invece, come sempre, era assistito da Lidia Gufino. Iniziò la trasmissione.
Il conduttore presentò i suoi ospiti. E poi introdusse:<<Signori e signori, buonasera. Grazie anche al nostro interessamento e ai nostri straordinari notiziari sull’omicidio della “giovane donna di Coroglio”, siamo giunti finalmente alla soluzione dell’intricato caso poliziesco. È vero che oggi pomeriggio l’ultima udienza è stata tenuta a porte chiuse, ma noi sappiamo che, grazie alle nostre trasmissioni, tutti voi spettatori ormai vi siate fatti un quadro abbastanza veritiero del caso. Per questo dobbiamo ringraziare anche le illuminazioni, che abbiamo ricevute nei vari notiziari sul caso sia dalla giornalista, Ersilia Fares, sia dal criminologo, Giorgio Aldobrandi.>>
La giornalista e il criminologo si alzarono per ricevere la loro parte di applausi. Poi Tony Talpa riprese: «Purtroppo, come vi sarete accorti dalle varie notizie che vi abbiamo dato finora, questo è stato un caso un po’ particolare, perché ha visto coinvolto il figlio di un sovrintendente della polizia di Stato … Ma dobbiamo anche precisare che la polizia, nella persona dell’ispettore superiore Varriale, qui presente stasera, ha condotto le indagini con straordinaria oculatezza, senza farsi condizionare dal fatto che fosse implicato purtroppo il figlio di uno di loro, il figlio del sovrintendente Lo Presti, Marco o Presti>>
Subito dai banchi del pubblico Raffaele Sangiuliano a questo punto si alzò in piedi e, mentre veniva inquadrato dalla telecamera, non riuscì a trattenersi da esclamare:<<Così il nome di don Peppino Sangiuliano, mio padre, è stato degnamente vendicato! Pure i poliziotti, che” si credono” dei Padreterni, al di sopra della legge, ora sono smascherati!>>
A questo punto l’ispettore Varriale non potette trattenersi da intervenire. Si alzò a sua volta e, puntando l’indice verso il giovane Sangiuliano, lo corresse:
<<E ti sbagli di grosso, caro Raffaele Sangiuliano, perché il nome di tuo padre non è stato degnamente vendicato, ma indegnamente e subdolamente inguaiato, e non da Marco Lo Presti, che non c’entra niente ed è stato solo attirato in un tranello, ma proprio da te “Fafèle ‘a sanguetta”.>>
Il pubblico rumoreggiò incredulo.
<<Da me?! Ma siete impazzito?! Tutte le prove portano a Marco Lo Presti …>> si agitò il Sangiuliano.
Qualcuno del pubblico cominciò ad inveire contro l’ispettore, a fischiare, tanto che Tony Talpa dovette intervenire a voce alta: << Silenzio, per favore! Ispettore Varriale, ma che state almanaccando? Sono giorni e giorni che il Pubblico Ministero ha accusato Marco Lo Presti. Che storia ci venite a raccontare adesso? Dottor Aldobrandi? Dottoressa Fares? E parlate pure voi?>>
<<Certo, caro ispettore, – intervenne il criminologo – che la cosa stupisce non poco! È vero che l’ultima seduta giudiziaria è stata fatta a porte chiuse, ma questa che lei ci prospetta sarebbe una svolta eclatante.>>
<<E sono veramente esterrefatta pure io …>> lo sostenne la giornalista.
<<Già, caro dottor Aldobrandi e cara dottoressa Fares, tenuta a porte chiuse, perché la svolta era veramente e … cla … tan …te!!!>> sillabò l’ispettore.
<< E perché non è stato incarcerato allora il vero colpevole?>>
A questo punto entrarono in scena, chiamati da Calopreso, la dottoressa Nappi e il Vice Questore con le due guardie.
<<Perché – intervenne la dottoressa Nappi -volevamo dare una lezione a tutte queste trasmissioni, che s’impancano a tribunale, e credono di risolvere i casi con dei processi mediatici. Raffaele Sangiuliano, ti dichiaro colpevole dell’uccisione della giovane tunisina Sarina Tunish …>>
<<Non è vero! Non sono stato io … È stato Marco Lo Presti. Si stanno inventando tutto … Vogliono salvare il figlio del sovrintendente …>> protestò il Sangiuliano.
Allora il Vice Questore aggiunto fece entrare Mhamed Salmas. Raffaele Sangiuliano, come lo vide si sentì perduto e, a parole, lo aggredì:<< Sporco e fottuto tunisino, che cosa hai raccontato, eh? Che cosa? Solo cazzate, luride cazzate, per toglierti di mezzo? E allora sei finito, uomo di mmerda, africano del cazzo! Sì, è vero, non è stato Marco Lo Presti, ma è stato lui ad ucciderla, il fidanzato tunisino, Mhamed Salmas, che voleva riportarla con la forza a Tunisi, ma la ragazza si è rifiutata e lui l’ha avvelenata con la birra …>>
<< Certo, s’intromise l’ispettore Varriale, ma minacciato con la pistola che tu gli puntavi alla tempia e lo spingevi ad agire…>>
<<Io gli puntavo la pistola? Quale pistola? Ma che cosa si è inventato questo lurido verme?>>
<<Ascolta questo allora …>> L’ispettore azionò il piccolo registratore, che diffondeva la scena della macabra uccisione: << “Dai, Maumè, dai, schiaffele mmocca a bottiglia, e falla bere! Muoviti, muoviti, agge ditto, nun fa scherzi ca te faccio schizzà ‘e ccervelle ‘ncapo!” E poi la voce dell’altro: -” Fafè, ma leve da miezo pure a isso, e jammuncenne!” E poi la voce del pover’uomo: -” No, no, pietà, non uccidere me … io fare bere, io fare bere … Ma perché, perché uccidere povera ragazza?” “Jette ‘o sanghe e fa chello ca te dicimme, sinnò rieste a farle cumpagnia per l’eternità!>>
Il pubblico cominciò a rumoreggiare stavolta contro l’accusato, ma Raffaele Sangiuliano non voleva cedere e continuò a difendersi: <<È una vendetta di voi poliziotti, avete trovato questo espediente per incastrarmi … Non avete prove … E per il registratore è la mia parola contro quella di un farabutto tunisino, senza nemmeno il permesso di soggiorno … Che cosa gli avete promesso per incastrarmi?>>
Allora il commissario gli mostrò il braccialetto:<<Anche questo non è una prova? Abbiamo indagato e risulta comprato da tuo padre per i tuoi 25 anni.>>
<< E con questo? L’avevo perduto …>>
<<Certo che lo avevi perduto, ma sulla spiaggia di Coroglio, quando hai aggredito la ragazza. Guarda caso, noi proprio lì lo abbiamo trovato, sotto una barca, perlustrando meglio la zona, dopo il ritrovamento del cadavere.>>
<<Avanti Raffaele Sangiuliano – intervenne la Nappi – non negare più … La tua colpa è palese … Confessa! Confessa! Ormai non hai più scampo! >>
Una lunga pausa di silenzio, carica di suspense e di emozioni contrastanti, si propagò nello studio televisivo.
Poi Raffaele Sangiuliano cedette: <<E sì! Sì! Sono stato io … Mi dispiace solo per la povera ragazza! Sono due anni di odio che continuavo a covare contro quel maledetto poliziotto di “mmerda” che ha incastrato mio padre …>>
<<Il sovrintendente Lo Presti?>>
<<Certo, proprio lui, che io odierò finché campo. Quando ho saputo che la ragazza tunisina era fidanzata con il figlio e che era venuta in Italia, perché costretta da un matrimonio per contratto al suo Paese, ho fatto venire l’uomo che le era stato promesso, con uno stratagemma ho attirato in un agguato Marco Lo Presti e ho predisposto la cosa perché lui fosse incolpato.>>
<<E con te c’era anche il tuo amico, che ora, come allora, ti faceva da guardaspalle. Portateli via … >>, concluse la dottoressa del Pubblico Ministero.
E i due poliziotti, aiutati da altri poliziotti in borghese, eseguirono. Tutti gli astanti commentarono la scena con uno scroscio di applausi e grida di soddisfazione: <<Viva il maresciallo Lo Presti! Viva l’ispettore Varriale! Viva i dinamici sfigati di Bagnoli!>>
Allora il Vice Questore, rivolgendosi a Tony Talpa disse: <<Amico, ti raccomando, non vendere mai la pelle dell’orso senza averlo prima ucciso.>>
<<Ma che dite, Signor Questore, noi stasera abbiamo fatto una trasmissione da Padreterno! Vedrete domani che audience!>>
<<Te l’avevo detto, Andrè …>>, commentò l’ispettore Varriale, rivolto a Calopreso.
Intanto nell’ultima udienza a porte chiuse tra il Gip e la dottoressa Nappi, in seguito alla sua collaborazione, era stato anche liberato il tunisino Mhamed Salmas, ex promesso sposo della “giovane donna tunisina uccisa”, il quale aveva detto al giudice di preferire tornare in patria, scoraggiato dalla vita misera e pericolosa che spesso sono costretti a fare in Italia alcuni poveri e derelitti migranti, caduti nelle grinfie della malavita.
Quella sera nel commissariato di Bagnoli i poliziotti vollero stappare una bottiglia di champagne in onore non solo dell’ispettore superiore, o meglio del “sostituto commissario” Varriale, come ebbe a precisare il Vice Questore, ma anche per la conclusione del nuovo caso della “Donna di Coroglio”, com’era ormai prassi consolidata, beneaugurante per il lavoro che i dinamici sfigati poliziotti di Bagnoli svolgevano con tanto spirito di sacrificio e con i pericoli sempre in agguato. Ovviamente al sostituto commissario il Vice Questore Aggiunto chiese prima scusa per aver dubitato del suo fiuto, gli fece i complimenti e lo esortò a risolvere al più presto anche l’altro caso sempre più preoccupante del “suicida di Bagnoli”, che ora si era complicato ancora di più per la scomparsa della giovane figlia e per la disperazione della madre.
L’ispettore promise tutto il suo impegno, anche perché ora poteva interessarsene in prima persona.
Per fortuna quella sera non c’erano segnalazioni di nuovi casi, pertanto tutti i poliziotti, eccetto quelli che erano di servizio, ritornarono felici in famiglia, mentre, è inutile dirlo, Grazia Nappi, la p.m., si allontanò con Andrea Calopreso, e Franco Ruotolo si offrì di accompagnare la vice ispettrice Manuela a casa. Ma voi pensate che ci arrivarono alle rispettive case i tre poliziotti e la dottoressa del p. m.? Il loro capo, l’ispettore Varriale, pensò proprio di no, visto come, rimasti per un attimo soli, ebbe a fulminare con gli occhi i maschietti delle due coppie, perché stessero attenti alle regole della polizia.
<<Stalloni di primo pelo, ficoni “strapazza femmine”, sentenziò fissandoli serio, mi raccomando, le donne sono il nostro completamento, non soltanto il nostro piacevole “passatempo”, soprattutto se sono colleghe, o comunque, Andrè, nel nostro ambiente come la dottoressa. D’accordo? E ricordatevi anche dei regolamenti della polizia. Voi, gli uomini violenti e stupratori, dovete arrestarli, non imitarli …>>
<<Non si preoccupi, ispettore superiore, esimio sostituto commissario …» e Calopreso si mise sugli attenti, per prenderlo in giro.
«Seh, sostituto commissario del cavolo! Mi prendi per i fondelli?>>
«Va bene, solo ispettore superiore, noi le donne le amiamo e rispettiamo come perle preziose e non come pezze da piedi!>>
«Ha ragione l’ispettore di prima nomina.>> lo sostenne il vice ispettore Ruotolo.
Per la verità quella sera, che per la prima volta le due coppie decisero di conoscersi un po’ meglio, i due maschietti, in macchina in due zone isolate della zona, fecero una scoperta sensazionale. Contrariamente al momento dei costumi un po’ rilasciati che si continuavano a vivere in quei tempi, Franco e Andrea trovarono sulla loro strada delle donne veramente serie, che ci tenevano alla dignità e al rispetto del loro corpo. La Manna fece capire senza giri di parole a Franco Ruotolo che lei si sarebbe concessa integralmente solo all’uomo che l’avesse sposata. Così, dopo qualche bacetto e qualche stretta un po’ più sostanziosa, la vice ispettrice ebbe la forza morale di frenare il focoso amante e di farsi accompagnare a casa. “Regolamento, Franco, regolamento, eh!!!>> si congedò la ragazza, storcendo la testa e sorridendogli ironica. E lui: «Però ce lo spiattellate sempre sul più bello stu stramaledetto regolamento del “ca … volo”! Mai quando cominciano le grandi manovre! Cose da pazzi!>>
La Grazia Nappi, invece, confidò ad Andrea che lei viveva con la madre, era stata sposata, aveva una figlia di tre anni, ma ora era vedova perché aveva perduto il marito dopo quattro anni di matrimonio. Aveva conosciuto alcuni mesi fa un avvocato, che le aveva fatto una corte serrata, ma, dopo poche settimane lo aveva allontanato schifata, perché aveva capito che mal digeriva la sua situazione di giovane madre-vedova e gli interessava solo una “cosa”. Perciò la donna gli sottolineò risoluta che si sarebbe lasciata andare solo di fronte ad una storia seria di uno, che l’amasse e accettasse la sua situazione familiare. Andrea alle confidenze di Grazia restò un po’ interdetto. La giovane donna se ne accorse. <<Lo so, Andrea, – gli disse – non te l’aspettavi, ma di fronte ad ogni storia d’amore la prima cosa da fare è mettere le cose in chiaro. Vuol dire che, se tra noi dovranno fiorire delle rose, fioriranno. >>
<<Ti sono grato della tua sincerità e serietà. Certo non mi aspettavo di incontrare una storia simile, ma lasciamo il tempo al tempo e l’amore ai nostri cuori; se continueranno a cercarsi, vuol dire che la nostra storia dovrà trovare una positiva soluzione. D’accordo?>>
<< D’accordo …>> E anche la dottoressa Nappi si fece accompagnare a casa.
Da quella sera, ovviamente, la stima di tutti verso l’ispettore superiore, anzi del sostituto commissario Varriale, – ma guai a dargli quel titolo, come abbiamo visto – crebbe moltissimo, soprattutto il sovrintendente Lo Presti e il figlio Marco, che promise di cambiar vita, non finivano di ringraziarlo.
Tornando a casa, però, l’ispettore capo, anche se stordito dagli apprezzamenti ricevuti, non riusciva a dimenticare l’altro delicato caso, quello di Bagnoli, che aveva scombussolato un’intera famiglia e aveva prostrato e coinvolto in modo particolare una ragazza di 18 anni. Un turbinio di domande gli scuotevano la testa: “Ma che fine aveva fatta insomma la ragazza?” Si era allontanata volontariamente o era stata rapita?” E perché rapita?” Chi era stato? “Era ancora viva o era già morta?”” E che cosa c’entrava, nel caso, il suo rapimento con la morte del padre?”
Tutte domande cui egli avrebbe voluto dare subito una risposta. Sapeva, però, che l’attesa è la virtù dei forti e … nelle indagini il tempo, quando meno te lo aspetti, fa sempre il suo dovere di “risolutore”. Tutto sta a non desistere. E l’ispettore superiore Gennaro Varriale non era proprio il tipo da tirarsi indietro. Quella sera stessa della chiusura del caso della “Donna di Coroglio”, l’ispettore capo raggiunse finalmente la sua famiglia e ovviamente fu ricevuto con tutti gli onori. I figli non finivano più di abbracciare e inneggiare al loro mitico papà-eroe; la madre lo prese per la gola con una ricca insalata di riso; la moglie, invece, dopo aver saputo dal marito che non c’erano nuove per il “caso Sarno” e che le ricerche della ragazza sarebbero continuate ora anche con il suo personale apporto, si fece promettere solennemente di non prendere impegni per la prossima domenica sera, perché aveva avuto in omaggio dei biglietti a scuola per lo spettacolo teatrale che si teneva all’Odeion della villa imperiale del Pausilypon.
<< Meno male, io proprio per la prossima domenica ho pestato i piedi a terra e ho detto che non mi devono scocciare, ma, come sai meglio di me, se è necessaria la mia presenza, io sono un militare e, per il mestiere che facciamo, non posso dire di no.>>
<<Ma che lavoro da schiavi, mamma ma’! Vuol dire che ti dai ammalato, così non ti possono scocciare.>>
<<E poi “manco” posso uscire per accompagnarti allo spettacolo, non ti pare? Lasciamo da parte le malattie e speriamo, invece, che in caserma non ci siano problemi o nuovi casi. >> << E speriamo … Ah, a proposito, hanno telefonato i “Giullari Flegrei”, vogliono essere richiamati, ma tu ricordati che domenica sera sei impegnato con me.>>
«E certo, proprio adesso non ho manco la testa per impegnarmi con loro.>> Prese il cellulare, li contattò e disse loro che purtroppo in quei giorni era molto impegnato con le indagini della polizia e, quindi, chiamassero il sostituto.
Nella stanza da letto, poi, ritornarono sul “caso Sarno” e sostennero mille ipotesi sul padre morto e sulla ragazza scomparsa.
<<Per me – sosteneva la moglie – il signor Sarno non ha retto alla disperazione di trovarsi da un giorno all’altro con un tracollo finanziario, senza via di scampo, e l’ha fatta finita … Non è il primo che si suicida per mancanza di soldi … >>
<<A questo siamo arrivati pure noi fin dal primo momento. A me, però, mia cara, continua a “tormentarmi” quella frase su quegli “incauti e terribili debiti”, che abbiamo trovato scritto nella lettera d’addio. Se l’ha scritta di sua spontanea volontà …»
<<Perché pensi che anche quella lettera gli sia stata imposta, estorta?>>
«E chi lo sa? In questo caso non puoi essere sicuro di niente. Per esempio, con chi li ha fatti questi incauti e terribili debiti? Erano leciti o illeciti?>>
<< Be’, sicuramente illeciti, illegali, se non ne ha lasciato tracce … Non ti pare?>>
<< Già. Uno strozzino, insomma, che l’ha costretto con un cappio alla gola …>>
<<Questo, però, per la morte dell’uomo …>>, precisò la moglie. Poi continuò sempre più preoccupata:<< Ma la ragazza perché si sarebbe allontanata così di punto in bianco e per tre lunghi giorni non si sarebbe preoccupata di dare sue notizie? O Dio! E se per la disperazione avesse fatto una pazzia, povera Giulia? Forse dovevamo starle più vicino …>>
<<Se si è allontanata di sua spontanea volontà?!>> continuò ad insistere l’ispettore.
<< Perché tu credi che sia stata costretta? E da chi?>>
<<Eh, se lo sapessi, avrei già risolto il caso! Ma ora basta tormentarci e cerchiamo di approfittare di una notte tutta per noi …>> E spensero la luce. …
(Ma voi pensate che quella notte l’ispettore Varriale la trascorse solo tra le braccia della moglie? E la prossima domenica l’avrebbe passata in assoluto riposo, accompagnando la moglie allo spettacolo dell’Odeion del Pausilypon? Per “i dinamici sfigati di Bagnoli” spesso anche le domeniche purtroppo erano tabù … Le” nuove” le saprete alla prossima puntata.)