Si complica il caso Bagnoli e nuovo lavoro per gli sfigati – Quattordicesima puntata

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AMEDEO CARAMANICA

“I DINAMICI SFIGATI DI BAGNOLI”

LE INDAGINI DELL’ISPETTORE VARRIALE

QUATTORDICESIMA PUNTATA

Il caso di Bagnoli sempre più complicato.

Un nuovo caso per la squadra degli sfigati.

Il martedì successivo, infatti, appena l’ispettore superiore tornò in ufficio, la vice ispettrice Manna, seguita dal Ruotolo, venne a riferirgli tre nuove e sconcertanti notizie sul “Caso Sarno” che gli fecero subito passare l’euforia del “caso Pausilypon” appena concluso.

La Manna riferì, infatti, che la signora Lia Sarno, la mamma di Giulia, aveva telefonato quella mattina, per dire che lunedì la ragazza era andata a scuola regolarmente, ma poi non si era ritirata a casa. La sera aveva telefonato che era andata direttamente al lavoro a Varcaturo e che sarebbe tornata alla solita ora. La signora aveva aspettato tutta la notte, ma la ragazza non era tornata.

Aveva, poi, aggiunto che lei, però, era ancora più preoccupata, perché quel martedì, sul far del giorno, due energumeni, con il volto coperto, si erano introdotti in casa sua, l’avevano prima strapazzata e picchiata, poi avevano messo l’abitazione sotto sopra in cerca di un certo microfilm di cui la poverina non sapeva niente …

<<Mo’ è uscito in mezzo pure un microfilm, dottò …>> sottolineò il vice ispettore Ruotolo.

<<Gesù, – commentò subito l’ispettore superiore – Manuè, ma che caspita ce sta sotto a stu maledetto caso di Bagnoli?!>>

<<Aspetta, Gennà, non è mica finita!>> << Pure?!>>

<<Ha telefonato, poi, il padre di Pino Schiavo, il fidanzatino di Giulia Sarno, e, affannato, ha detto che ieri mattina, lunedì, anche suo figlio è uscito per andare a scuola, ma alle due non era tornato a casa e non era rincasato né il pomeriggio, né la sera, né durante la notte. I compagni non sapevano niente, e lui era molto preoccupato.>>

<< Nientedimeno, Manué, non hai nient’altro da consegnarmi stamattina?>>

<<Gennà, tu vuoi essere aggiornato? E io ti aggiorno … Non è colpa mia se il caso si complica sempre più.>>

<<Hai ragione, scusa … Ma tante notizie così allarmanti, tutte insieme, ti scuotono … Non ti pare?>>

<<Chissà, Ispettò, che i due ragazzi non abbiano fatta la classica “fuitina”!>> aggiunse, sorridendo, il vice ispettore Ruotolo.

<<Franco, ma mo’ il caso lo facciamo finire a tarallucci e vino? >>, commentò la Manna.

<<Magari finisse così, Manuè! Ma ho paura che il caso si sia veramente complicato, e di molto>>, concluse l’ispettore Varriale.

L’ispettore superiore Varriale, la vice ispettrice Manna e il vice ispettore Ruotolo quella mattina non potettero fare altro che andare defilati a casa Sarno, per parlare con la signora Lia e cercare il bandolo di quella matassa che si ingarbugliava sempre di più.  La trovarono impaurita, piena di lividi ed ematomi.

<<Signora, ma che cosa è successo?>>, chiese subito, piena di apprensione, la vice ispettrice.

<<E che vi devo dire? Lunedì è uscita regolarmente per andare a scuola, ma non è tornata a casa. Ho telefonato alle compagne, nel caso sapessero qualche cosa e mi hanno detto che lunedì era andata a scuola regolarmente, alle due era uscita anche lei per tornare a casa, poi non sapevano altro. Ovviamente mi sono subito preoccupata, ma non più di tanto in verità, perché non era la prima volta che, dopo la scuola, andava direttamente al lavoro e rientrava tardi.

Ho aspettato che rincasasse, magari a sera tardi. Macché! Le undici, mezzanotte, l’una, le due, le tre … Niente … “Ma questa c’ha fatto?”, mi sono chiesta sempre più angosciata. Volevo telefonarvi, ma poi ho pensato: “’E notte fonda, domattina telefono.” Stanca, sul far dell’alba, mi ero stesa un po’ sul letto, quando sento armeggiare vicino alla porta. Mi rianimo: “Meno male, anche se a notte fonda, è tornata!” penso. Mi alzo e cerco di andarle incontro, ma la porta si apre ed ecco due individui, con il volto coperto, mi si fanno incontro, e a bruciapelo, minacciosi, mi ingiungono: <<Il microfilm! … Dacci il microfilm!>>

<<Quale microfilm? – ho risposto. Non so di che cosa parlate …>>

<<No?! E mo’ te lo facciamo capire noi!>> E giù schiaffi, pugni, cazzotti … Poi hanno messo tutto sotto sopra, ma non hanno trovato niente. Allora uno di loro si è di nuovo rivolto a me e mi ha detto:<< Abbiamo capito, tu non sai o non vuoi dirci niente, e allora ce lo faremo dire da tua figlia.>>

<<Mia figlia?! Sapete dov’è mia figlia? L’avete presa voi? Dove l’avete portata? ‘E una ragazza, prendete me … e lasciate lei.>>

<<Prendere te?!- hanno risposto … E che ce ne facciamo di te?! Ma tu ti sei guardata nello specchio? Tua figlia, invece, è un bocconcino appetitoso e vendibile.>>

<<Vendibile?!>>, ho risposto io trafelata. Poi con la forza della disperazione:<<Ma è ancora una ragazzina ingenua, che cosa le volete fare, maledetti bastardi?>>   <

<<Ingenua?>> – ha risposto uno dei due delinquenti. «Sapessi quante begli articoli somatici ed erotici ha a disposizione!>> E, così sghignazzando, se ne sono andati via, e io, esterrefatta, vi ho chiamati.>>

La vice ispettrice Manna subito si avvicinò alla donna, cercò di curarle qualche ematoma e di consolarla. Il vice ispettore Ruotolo si mise a girare per l’abitazione in cerca di qualche indizio che potesse palesare l’identità dei due energumeni. L’ispettore capo, invece, cominciò a lambiccarsi il cervello su chi potessero essere i due delinquenti e perché ci tenessero tanto a quel microfilm.

<<Forse -cominciò a ruminare ad alta voce – vi erano riprese le sequenze di chi aveva rovinato il povero don Pasquale … Ma voi, signora, avete mai saputo di questo famoso microfilm?>>

<<Io, Ispettò, non so nemmeno che cosa sia un microfilm … E poi Pasquale ci ha tenuto sempre fuori dei suoi affari …  Dottò, ma quello che ora mi preoccupa non è il microfilm, ma quello che vogliono fare a Giulia. Chi l’ha presa? Dove l’hanno portata? Che cosa vogliono farle? Che significa “vendibile”?>>

<<Signora, forse di bella presenza nel lavoro che fa, simpatica agli avventori del bar, non vi preoccupate, la troveremo e ve la riporteremo …>>, cercò di indorare la pillola e rincuorarla la vice ispettrice.

<<Manue’, Franco, la prima cosa da fare è andare al “Mare Blu”, interrogare i proprietari, sottoporre la foto della ragazza agli avventori, nel caso qualcuno l’avesse vista e potesse metterci sulle sue tracce. Signora, stia tranquilla che la troveremo … Intanto chiami qualche suo parente e si faccia aiutare a curare gli ematomi.>>

<<Va be’, Ispettò. Non vi preoccupate, mo’ chiamo mia sorella, l’infermiera, e mi faccio medicare, ma voi trovatela mia figlia, trovatela …>>

I tre funzionari di polizia, a malincuore, lasciarono quella casa, soprattutto perché ora il caso si era veramente ingarbugliato e in particolare aveva colpito anche loro quella parola “vendibile”.

<< Ispettò, che l’abbiano messo sulla strada?!>>, suggerì Ruotolo.

<<Possibile! Che ti devo dire? Perciò occhi aperti al “Mare Blu”, tutti, io e voi, mi raccomando.>>

<< Aperti e vigili, come sempre, Gennà>>, gli rispose la vice ispettrice sempre più con il dente avvelenato: << Se quei delinquenti l’hanno messa sulla strada, lo scopriremo, e se la dovranno vedere con me! Con me se la dovranno vedere!>>

Intanto in commissariato, come da precedente appuntamento, insieme all’ispettore Andrea Calopreso, trovarono il padre di Pino Schiavo, preoccupatissimo, il quale riferì che il figlio mancava da casa da due giorni.

«E avete fatto le solite indagini, amici, parenti, luoghi che frequenta di solito?>>, chiese l’ispettore Varriale.

<<Ispettò, l’ho detto anche al vostro collega, io non so più a chi santo devo rivolgermi, io non sono solo preoccupato, io sono angosciato … Ma che cosa è successo a questo figlio mio da quando si è messo appresso a sta ragazzina?! Io veramente non riesco a immaginarlo!>>

<<Calmatevi, ora, vedrete che sicuramente troveremo entrambi. E faremo loro anche una bella lavata di testa, perché sti giovani così volubili e irruenti, non pensano mai minimamente che, facendo sempre di testa loro, si possono veramente mettere nei guai … Cose da pazzi!>>

Ad un tratto bussò il piantone … e venne ad annunciare la richiesta di un giovane di volere parlare con l’ispettore Varriale. <<E fallo, entrare …>>

Sulla porta dell’ufficio, un po’ compunto e a testa bassa, si presentò Aldo Ardusi, l’amico di Pino Schiavo.

<<Allora, Aldo, volevi parlare con me, se non sbaglio? … Che mi devi dire? Qualcosa che riguarda Pino?>>

<<Esattamente …>>

<<E finora, Aldo, sei stato zitto?!>> lo riprese il signor Schiavo e continuò molto risentito nei confronti del ragazzo: «Te l’ho chiesto con tanta insistenza per telefono, mi hai risposto che non sapevi niente … Ma insomma, benedetto ragazzo, che cosa sai? Dov’è andato Pino? Vuoi parlare, per la miseria?>>

<<Calma, signor Schiavo e vediamo che ci deve dire il ragazzo … Allora?>>

<<Chiedo scusa al signor Schiavo, Ispettò, ma Pino mi aveva fatto giurare di non dire niente a nessuno, perciò ho detto al signor Schiavo che non sapevo niente di Pino. Ma ora che ho visto che le cose hanno preso una brutta piega, è necessario che io parli, anche perché credo che gli sia successo qualcosa di grave.>>

<<Qualcosa di grave?! Che cosa, che cosa è successo al mio Pino?!>>

<<Signor Schiavo, e lo vogliamo far parlare? Dai, Aldo, allora? … >>

<<Ecco, ieri, quando ha saputo dalla telefonata della madre che Giulia si era nuovamente allontanata e non era tornata a casa, ha preso il motorino e ha detto che sarebbe andato a cercarla. Io ho cercato di fermarlo, di distoglierlo, ma lui secco: “La polizia può anche prendersi i suoi tempi, io invece mi prendo i miei, e non mi fermerò finché non l’avrò condotta a casa …” Mi ha fatto giurare che non l’avessi riferito a nessuno ed è partito come un fulmine… >>

<<Ha proprio perso la testa per quella ragazza!>> commentò amaro il signor Schiavo.

<<L’amore, signor Schiavo, è una brutta bestia!>> commentò la vice ispettrice Manna.

<<Io volevo trattenerlo, almeno per farmi dire dove andava … Niente, muto come un pesce, ha dato gas al motorino e si è allontanato.>>

<< Si è allontanato …?>>           <<Sì, Ispettò, si è allontanato …>>

<< Ho capito, ma verso dove? Pozzuoli o Napoli?>>

<<Ah, verso Pozzuoli …>>

<<’E andato a Varcaturo … Signor Schiavo, voi andate a casa e aspettateci là, noi faremo una puntatina a Varcaturo …>>

<<E state tranquillo che ve lo riporteremo a casa>>, aggiunse la vice ispettrice.

<<E vengo pure io con voi …>>, sottolineò il signor Schiavo.

<<Signor Schiavo, la prego … torni a casa, per avvertirci nel caso Pino si faccia vivo.>>

<<D’accordo. Ma appena lo trovate, chiamatemi, che io e mia moglie siamo sui carboni ardenti … Potete immaginare …>> E il signor Schiavo a malincuore si allontanò.

I quattro funzionari lasciarono l’ufficio e stavano nel corridoio per avviarsi con l’auto verso Varcaturo, quando Pasquale Scimone, il piantone, uscì dal suo casotto e chiamò l’ispettore: <<Dottore, dottore! A telefono! ‘E importante, è suo cugino prete …>>

L’ispettore Varriale lasciò la squadra e si portò nel casotto del piantone. << Pronto?>> << L’ispettore Varriale?>> << Sono io.>>

<<Sono don Carlo Fasano, parroco di San Giuseppe Confessore sulla Via Beccadelli, deve venire subito in parrocchia, che qui sta succedendo il finimondo. Don Roberto Varriale, suo cugino, è accusato di pedofilia … >>

<< Che cosa? Don Roberto accusato di pedofilia?!>>

<< Lo so, è un atto di accusa infame, ma le mamme della parrocchia sono in rivolta …>>

<<Le mamme in rivolta?! Cose da pazzi! Va bene, istruisco la squadra e arrivo … Don Roberto è in parrocchia?>>

<< Per il momento sì …>>           << Ditegli di non muoversi, vengo subito …>>

Implacabile, Pasquale Scimone: <<Ispettò, agge sentite bbuone? 15 = ‘o ragazzo; 37 = ‘o prevete; 71 = ‘o pedofilo; 52 = ‘e mamme: quaterna secca per Napoli.>>

<<Va ffà ‘nculo, Pasquà! >> E ritornò alla squadra, con un viso tirato e preoccupato.

<<Che altro è successo?>>, chiese subito la Manna.

<<I guai non vengono mai soli … Manuela, tu e Franco recatevi a Varcaturo e indagate al “Mare Blu”, io e Andrea, facciamo una capatina nella mia parrocchia a Via Beccadelli. Pare che sia successo qualcosa di grave a mio cugino don Roberto ….  Ci vediamo al ritorno …>> E si separarono.

Che cosa scoprirono i due vice ispettori al Mare Blu indagando sulla scomparsa di Giulia Sarno e Pino Schiavo? E che cosa era veramente successo al cugino prete dell’ispettore Varriale? Alla prossima puntata.

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