Intervista ad Eduardo Paola, autore di Red Carpet – vite in passerella


Intervista a Eduardo Paola, giovane scrittore napoletano che ci presenta il suo secondo libro.

Eduardo Paola, giovane scrittore napoletano

Inizia il suo percorso nel mondo della comunicazione conseguendo un master in Creative Project Management, che lo porta a collaborare con diverse testate giornalistiche.

Red Carpet – vite in passerella

Sensibilissimo e raffinatissimo ricercatore e cultore degli artisti più emblematici che hanno fatto grande lo Spettacolo del Novecento, ha appena pubblicato il suo nuovo libro Red Carpet – vite in passerella, una raccolta di 14 monografie di personaggi che abbracciano il cinema, la musica e il teatro.
Nel suo libro riesce a catturare facilmente il lettore.
Fluido e semplice coinvolge con il suo modo entusiasta di raccontare la vita dei personaggi, mettendoci del suo come un cantastorie postmoderno.
Contagiando il lettore , con la sua passione per queste 14 Stelle del mondo dello spettacolo.

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Intervista ad Eduardo Paola

Di cosa parla il tuo libro?

Red Carpet comprende 14 monografie di personaggi che sono stati, nel momento di massimo fulgore, protagonisti assoluti.
Il mondo del Cinema della Hollywood degli anni d’oro è quello che mi affascina di più, ma i divi del mio libro abbracciano vari universi. Ecco i nomi di quelli che io amo definire i magnifici 14: Hedy Lamarr, Marlon Brando, Dalida, Alla Nazimova, Édith Piaf, Montgomery Clift, Marlene Dietrich, Francesca Bertini, Vivien Leigh, Mia Martini, Ramòn Novarro, Tina Lattanzi, Pupella Maggio, Joan Crawford.

Cosa ti ha spinto a scrivere il libro?

Sono sempre stato affascinato da un certo mondo, da un certo modo di fare e concepire lo spettacolo che oggi non esiste più per tanti motivi.
Tutto cambia e si evolve, o in moltissimi casi, ahimè, si involve.
Lo Spettacolo è stato sicuramente uno di quei settori che nel corso del Novecento ha subito più cambiamenti.
Scrivere questo libro, nasce da una mia esigenza; quella di poter ridare luce, nel mio piccolo, a personaggi che in un certo periodo hanno goduto di un successo straordinario, diventando in molti casi modelli e icone ma la cui fama poi, per un motivo o per un altro, si è persa nel tempo.
Infatti ho dedicato il libro proprio alle “Stelle spente”, quelle che aspettano di riaccendersi in virtù di un ricordo, anche solo per un momento.

Come ti sei avvicinato alla mondo della scrittura?

Mi sono avvicinato grazie alla mi passione per lo studio e la ricerca che mi ha portato esattamente due anni fa, nel dicembre 2015, a pubblicare il mio primo libro Milly.
La vita e la carriera di Carla Mignone”, scritto con Giovanna Castellano.
Sono molto orgoglioso di questo debutto perché il libro è diventato un vero cult per gli amanti del genere.
Pensa che è già stato citato in diverse pubblicazioni.
Milly è stato un personaggio immenso, con una carriera che ha attraversato tutto il Novecento, toccando tutti i generi dello spettacolo, dal varietà all’avanspettacolo, dalla prosa alla televisione. Inizia come soubrette negli anni 20, poi nel 1936 sbarca in America dove resta per circa 10 anni recitando a Hollywood e cantando nei locali più esclusivi degli Stati Uniti.
In seguito, nel 1956, Giorgio Strehler la scrittura nel ruolo di Jenny delle Spelonche nella prima e più acclamata edizione de “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht, prodotta dal Piccolo Teatro di Milano.
Infine, negli ultimi 20 anni di carriera, dagli anni 60 al 1980, anno della sua scomparsa, porta i suoi recital in tutta Europa con un repertorio che va dalle canzoni dell’avanspettacolo dei primi del Novecento alle canzoni di Brecht, a quelle dei moderni cantautori.

Quanto tempo hai impiegato per completare il tuo libro?

Per la stesura vera e propria qualche mese ma le ricerche e lo studio durano da anni.

Il titolo del tuo libro preferito e perché?

Amo molto la letteratura Ottocentesca e il mio libro preferito è “Madame Bovary” di Gustave Flaubert, perché penso che tutti noi siamo un po’ Emma Bovary.

Nel tuo libro parli di molte figure note dello spettacolo, sei legato a qualcuna in particolare?

Sono legato a tutti i personaggi che ho trattato perché li ho scelti io.
Mi sono lasciato guidare solo dal mio gusto personale e dal mio cuore.

Cosa ti ha colpito di questi personaggi?

Le loro personalità.
Anche se che apparentemente sembrano distanti anni luce tra loro, hanno qualcosa che li lega indissolubilmente.
Cosa può legare Mia Martini a Marlon Brando? Cosa può avere in comune Pupella Maggio con Marlene Dietrich? Sembrerebbe assolutamente nulla.
Invece studiando e approfondendo le loro vite ci si rende conto che tutti hanno in comune un unico grande elemento; la totale fusione tra vita pubblica e privata, il completo annientamento della loro reale personalità a favore di un’immagine che per tutta la vita hanno faticosamente creato e che nella maggior parte dei casi ha finito per ucciderne la vera identità. Sono storie tragiche perché quasi tutti hanno combattuto un’eterna ed estenuante lotta con se stessi che li ha portati a soccombere.

Quale messaggio vuoi trasmettere ai tuoi lettori?

Non ho messaggi da trasmettere, voglio solo far brillare un pochino di più le Stelle del mio cuore.

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