Mangiasogni: “Scrivere un libro era un’ambizione che coltivavo da tempo” (Intervista)

Molti amici mi prendono in giro perchè leggo molto velocemente. Dicono che sono uno scanner. Il libro di cui vi parlerò tra poco l’ho letto in pochissime ore. La prima parte, al mattino, nel salone di un parrucchiere aspettando mia figlia che, per l’ennesima volta, ha deciso di cambiare la tinta dei capelli – e la seconda parte, la sera, attendendo il suo rientro a casa. In totale circa cinque ore.

Ciò non solo perchè sono una lettrice vorace, ma perchè il libro mi ha incuriosita molto. Si tratta di un romanzo illustrato, ovvero alcune parti della narrazione vengono raccontate attraverso delle strisce. Un espediente che conferisce maggior ritmo alla narrazione e sicuramente una certa originalità al libro.

Il libro in questione è “Niente come prima” edito da Mondadori Electa, libro che ha segnato l’esordio narrativo di Mangiasogni (al secolo Valerio Amilcare), artista seguitissimo sui social.

Incuriosita da questo romanzo ho voluto raggiungere  telefonicamente l’autore per saperne qualcosa di più. Ecco cosa ci ha raccontato.

Per la rubrica UN AUTORE AL MESE intervista a Mangiasogni

  • Partiamo dal tuo pseudonimo. Perché Valerio Amilcare sceglie di farsi chiamare Mangiasogni? Per smettere di spiegare ogni volta che Valerio è il nome e Amilcare il cognome? 

Sicuramente il mio nome ha sempre creato confusione! Tra l’altro Valerio è un cognome molto diffuso dalle mie parti, persino alla discussione di laurea ho dovuto precisarlo. La scelta del nome della pagina – diventato poi nome d’arte – era per rendere omaggio ai Pokemon, mia grande passione, e in particolare al lato più oscuro e creepy del mondo Pokemon, legato alle leggende metropolitane attorno a Lavandonia, una città-cimitero dei primi giochi di fine anni Novanta.

  • Mangiasogni fumettista, Mangiasogni scrittore, quando hai deciso di iniziare a scrivere “Niente come prima”?

Scrivere un libro era un’ambizione che coltivavo da tempo, per il desiderio di raccontare storie con molto più spazio a disposizione rispetto a quello dei social e per approdare finalmente al mondo reale, sicuramente meno frenetico e instabile di quello digitale.

  • I protagonisti del tuo libro e delle vignette che pubblichi sui social sono persone di ogni età che vivono forti disagi. La tua è una forte denuncia ad una società che continua a mietere vittime – soprattutto fra i giovani che appaiono molto più fragili e disorientati rispetto a quelli appartenuti a generazioni precedenti. A cosa è dovuto tutto ciò e, a tuo parere, quale potrebbe essere la soluzione per attutire questo triste e disarmante fenomeno?

Credo sia dovuto principalmente al fatto di uscire da un’epoca di generale agiatezza e grandi progressi tecnologici, e sentirsi ora traditi e disorientati. I giovani di oggi stanno ancora piuttosto bene economicamente, ma vedono il mondo trasformarsi in fretta e far presagire le sfide del domani: crisi economiche, ambientali, demografiche, solitudine, disagio individuale e sociale. Sappiamo che ci attende un futuro spaventoso, e questo rende vano sforzarsi nel presente e sperare che questo possa portare risultati.

“Sua madre, la concorrenza spietata del mondo del lavoro, una società che la faceva sentire vecchia a venticinque anni ma nel frattempo la teneva lontana da ogni responsabilità vera. In un angolo a prendere appunti alle riunioni, compilare fogli di calcolo, obbedire alla mamma. Tutto in cambio di uno stipendio ridicolo e della promessa che un giorno andrà meglio.”

  • Il protagonista di “Niente è come prima” è Edoardo diviso tra la vita in città e quella del suo paese natale, tra far contenti i genitori e far contento se stesso, tra le attenzioni di Rebecca e quelle di Billie Jean, attenzioni che non disdegna, ma che non approfondisce. Perché?

Edoardo è terrorizzato dal proprio futuro, come molti giovani e giovanissimi. Si rifugia in un passato che percepisce come rassicurante perché teme che il presente che sta vivendo lo porterà ad un futuro che invece vuole evitare, da cui vuole fuggire. I colleghi della città e le attenzioni di Billie Jean potrebbero portarlo a stringere legami, fare esperienze, andare lontano… cose che lui vuole evitare.

  •  Dal 16 Maggio il tuo libro è diventato il libro della comunità dei lettori. Quali sono stati i primi feedback che hai ricevuto?

Al momento molto entusiasti! Devo dire che è stato ricevuto molto bene, soprattutto per aver toccato temi molto forti con delicatezza.

  • Chi dovrebbe leggere il tuo libro?

È un libro che può essere goduto anche da chi non mi segue e non conosce i miei progetti sui social. Lo consiglierei a ogni over 15-16. Anche a persone over 50, sia per comprendere meglio chi hanno attorno, ma anche perché alcuni punti, ad esempio il confronto con le aspettative dei genitori, credo siano senza tempo.

“Non hai idea di quanto tu sia fortunato!” – esclamò sua madre. “Sai benissimo in quale azienda prestigiosa stai lavorando, quanto è difficile arrivare dove sei tu e quanto lontano può portarti!”

– “Fortunato?” rispose lui, oramai senza freni. “Ho studiato come un cane per cinque anni e sarei fortunato?”

Suo padre si alzò con uno scatto. “Ma ti guardi intorno? Tu che fai “sostenibilità” dovresti sapere che inferno c’è là fuori! Ragazze e ragazzi di ogni età senza uno stipendio, a casa di mamma e papà, lauree su lauree per finire a favore lavori precari, a quarant’anni senza uno straccio di contributo. Generazioni buttate nel cesso, e tu sei qui a piagnucolare perchè esci tardi dall’ufficio…”

[…] “Ma mi state ascoltando? Vi sto dicendo che mi fa schifo, vengo trattato male, vivo in un tugurio senza finestre e voi riuscite a dirmi solo che sono fortunato e ingrato?”

  • Progetti futuri?

Mi piacerebbe continuare il percorso di autore, magari cimentandomi in una graphic novel piena. Sicuramente spostarmi fuori dalla dimensione esclusivamente social è un obiettivo importante per me

  • Chi è Mangiasogni? Cosa sogna?

Mangiasogni è un esploratore che coltiva il folle sogno di raccontare il lato oscuro della nostra epoca. Viviamo in tempi di distacco e disillusione, e mi piacerebbe che un giorno la mia attività venisse usata per leggere l’atmosfera di questo particolare periodo.

“Niente come prima” di Mangiasogni (Mondadori) Trama: Edoardo, 25 anni, lavora in una grande multinazionale. Ogni mattina lascia la sua stanza in affitto e corre verso la metropolitana di una città che non sente adatta a lui. Per questo motivo, ogni venerdì sera prende il treno e torna nel suo piccolo paese dove ritrova la famiglia, i ritmi e i riti che in parte lo acquetano.

In uno dei suoi weekend a casa rivede Rebecca, un’amica d’infanzia, anche lei trasferitasi in una grande città, dove lavora nello studio di un importante avvocato grazie alle conoscenze materne.

Il loro incontro favorisce la manifestazione del forte disagio che entrambi vivono e che non riescono a confessare. Deluderebbero le aspettive dei loro genitori. Un avvenimento del tutto inimmaginabile che coinvolgerà entrambi farà emergere le loro perplessità sulla vita fino a quel momento condotta. Una vita che non è affatto la loro.

 

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