Intervista ad Alessandro Reda: giovane scrittore ci presenta il suo primo libro “Libero di Essere Me Stesso”.


Alessandro Reda si racconta con le sue poesie nel suo primo libro “Libero di Essere Me Stesso”.

Alessandro Reda è un giovane scrittore di 22 anni.

Dal suo passato travagliato è riuscito a riscattarsi oggi con il suo primo libro Libero di Essere Me Stesso.
In questo libro Alessandro esprime tutto se stesso tramite le sue poesie.
I temi trattati in quest’ultime, vanno dal suo conflitto interiore nell’essere accettato per come è realmente da una società che non fa sconti a nessuno, a tematiche più “generalizzate”di problemi che affliggono l’animo umano quotidianamente.
La sua scrittura è semplice, scorrevole e incisiva.
Le emozioni con cui ha scritto le sue poesie si riscontrano facilmente nel lettore che le legge. Riuscendo così a coinvolgerlo e comunicare precisamente il suo pensiero.
Per conoscerlo meglio lo abbiamo intervistato:

Il titolo del libro che ha cambiato la tua vita e perché?

Il libro che ha cambiato la mia vita è “Essenze Psichedeliche” del mio amico Francesco Perrucci. Ha cambiato la mia vita perché conosco la storia personale dell’autore e le sofferenze che ha avuto. Rileggere nei suoi versi sentimenti così forti è stato per me fondamentale per comprendere meglio la sua persona. Nel libro Francesco Perrucci cerca di far comprendere ai lettori che nonostante le avversità della vita bisogna andare avanti, vivendo giorno dopo giorno, e facendo delle piccole cose il dono più grande.

La tua poesia preferita?

L’infinito di Giacomo Leopardi.

Cosa ti ha ispirato a scrivere un libro?

Ho avuto un’ adolescenza e una prima età adulta molto difficili e piene di sofferenza. Durante l’adolescenza sono stato vittima di bullismo per ben 5 anni. Durante la prima età adulta ho dovuto affrontare una difficile malattia che mi aveva tolto la voglia di vivere; mi ha tenuto in un incubo per anni. Ho sempre amato la libertà, ma non l’avevo perché ero consumato ogni giorno dalle mille sofferenze dovute alla mia malattia. Ero legato da mille catene delle mie insicurezze, delle mie ossessioni e delle miei paure che il mio trascorso mi avevano fatto sviluppare. Inoltre ho vissuto per tutta la mia vita nella paura, nella paura di essere me stesso. Reprimevo la mia omosessualità e questo mi faceva soffrire. Fortunatamente a settembre di questo anno ho sconfitto questa malattia e finalmente mi sono ritrovato dopo tanto tempo libero. Qualche mese prima avevo rivelato la mia identità sessuale ai miei genitori. Sono stati momenti difficili, ma vedere il proprio figlio soffrire per una malattia, ha fatto capire loro che la cosa più importante è la mia felicità e oggi fortunatamente mi hanno accettato e mi amano più di prima. Non finirò mai di essere grato ai miei genitori per avermi accettato. Dichiarando me stesso e vincendo le miei paure ho trovato la libertà più grande, quella di essere me stesso, di vivere la mia vita e la mia essenza. Penso che vivere la propria essenza, la propria personalità sia la più grande libertà perché noi siamo noi stessi e nessun altro come sosteneva Aristotele in merito al concetto di essenza. Ho voluto scrivere un libro per aiutare le persone che si trovano nella stessa situazione.
Chi vive intrappolato come ero io, chi magari è ancora alla ricerca della felicità e della libertà ma non l’hanno ancora trovata.

Come descriveresti la tua poesia?

La mia poesia è una poesia alla portata di tutti.
Semplice ma allo stesso tempo molto forte perché trasmette forti emozioni. Almeno è quello che ho cercato di fartua

Qual’è la tua poesia preferita  e perché?

Si, la mia preferita è quella in cui mi rivolgo a Dio.
Chiedendogli, come in una preghiera, di accettare tutti a questo mondo in particolare gli ultimi. Dico di accettare quelli che le religioni chiamano “peccatori” quando loro stesse si macchiano delle vergogne più grandi. Nei versi successivi chiedo di accettare coloro che scelgono di vivere la propria personalità , la personalità che Dio ci ha donato. Mi riferisco in particolare alle persone omosessuali perché siamo tutti figli di Dio e lui ci ha donato la vita. Ogni essere umano è importante per Dio perché siamo suoi figli. Quindi un padre come Lui non può che accettare un figlio che Lui stesso ha generato.

Quali emozioni ti aiutano a scrivere?

Le emozioni che mi aiutano a scrivere sono il voler aiutare altri, il senso di solidarietà che provo verso il prossimo. Per quasi 20 anni della mia vita ho vissuto come in una prigionia fatta di abusi, paure, ossessioni, insicurezze che mi hanno fatto soffrire molto.
Avevo “catene” strette che non mi hanno fatto vivere per anni.
So che altre tante persone si trovano in questa situazione.
Io voglio essere la dimostrazione che l’uscita dal tunnel è sempre dietro l’angolo e che non bisogna mai rassegnarsi o svalutarsi, perché ognuno di noi ha tutte le potenzialità per raggiungere la libertà e la felicità.

Quanto lavoro c’è dietro un libro di poesie autoprodotto?

In un libro autoprodotto non hai una casa editrice alle spalle che ti consiglia o ti corregge gli errori o ti fa la copertina. Devi pensare a tutto da solo. Quindi c’è molto lavoro dietro e non è semplice.

Cosa hai provato quando hai tenuto per la prima volta il tuo libro tra le mani?

È stata un indescrivibile gioia avere tra le mie mani qualcosa scritto da me. La prima volta che ho avuto tra le mani il mio libro ho pensato “Speriamo che tante persone possano leggere questo mio libro,apprezzarlo e stringerlo tra le mani come lo sto stringendo io”.

Che consiglio daresti a un ragazzo che vuole scrivere un libro?

Consiglierei di lasciarsi andare e di scrivere tutto ciò che si sente.
Perché la scrittura è anche una forma di sfogo e di liberazione, attraverso la scrittura possiamo comunicare i nostri sentimenti più profondi.

I tuoi progetti futuri?

Sono molto impegnato nel sociale e in politica. Porterò avanti la mia battaglia per una legge contro l’omofobia nella prossima legislatura e sogno di fare il parlamentare. Per poter continuare a fare quello che sto facendo oggi “aiutare gli ultimi e gli indifesi”.

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