La Bibbia, il libro immorale


Andrea Buongiovanni è il coraggioso saggista che, ispirato e stimolato dal controverso lavoro di Mauro Biglino, ha pubblicato questo testo che è un excursus ben documentato sulla necessità di dare delle risposte agli interrogativi che albergano nell’animo di molti; le stesse domande che l’uomo di fede bypassa facendo riferimento ai numerosi dogmi che -tutto sommato- non riguardano solo il Cristianesimo.

Il sottotitolo “il libro più immorale mai scritto nella storia dell’umanità” è un’efficace provocazione; serve a incuriosire gli scettici, incoraggia gli accaniti anticlericali e scandalizza gli integralisti.

Eppure non c’è pregiudizio nelle pagine di Buongiovanni, non c’è la violenza di chi mira alla distruzione dell’altro; la sua pacata lucida esposizione e il buon lavoro documentativo sono il tramite grazie al quale il flusso di informazioni arriva preciso, forte di una ricerca storica e linguistica che si rifà ad autorevoli fonti, e smantella, attraverso il meccanismo di tesi-antitesi, le certezze del credente.

Bastano al lettore le prime pagine (in cui l’autore coglie l’occasione di presentare l’opera di Biglino) per trovarsi ad un bivio: sbattere il libro sul comodino o trovarsi intrigato in una narrazione quasi romanzesca, che, capitolo per capitolo, ci porta dentro i meandri di una storia che non conosciamo. E ci vuole tutta l’umiltà di un Cristiano per ammettere che sì, siamo indottrinati e serenamente ignoranti.

Tra traduzioni ebraiche piuttosto lontane dalle versioni bibliche targate CEI e ipotesi -peraltro suffragate e non campate in aria- sull’origine di Dio (o sarebbe più corretto parlare di El), il lettore troverà nuovi spunti di riflessione sull’ annosa vicenda della cacciata dal Gan-Eden, sulla condotta -certamente discutibile- del Dio veterotestamentario, sui misteri nascosti tra le righe di descrizioni che nessuno ci ha mai spiegato esaustivamente. Nel libro ci sono anche alcuni fumetti a firma di Riccardo Rontini e altri di Diego di Pentima, che ha firmato anche la copertina, e tornano utili se si ha una mente portata alla memoria fotografica.

Il lavoro di tesi-antitesi  è, in quest’opera, tutta sulle spalle dell’autore; al lettore -credente scettico ateo o curioso- va per intero l’onere della sintesi.

 

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