“La corsa di Billy”, opera prima di Patricia Nell Warren, un libro che nel 1974 destò un grande scandalo, oggi libro di culto.
“La corsa di Billy” di Patricia Nell Warren (Fazi Editore)
Il libro racconta la storia dell’allenatore Harlan Brown, cacciato dalla Penn State University per sospetta omosessualità. A quei tempi non si era ancora pronti a parlare liberamente di omosessualità, soprattutto nell’ambito sportivo.
Brown perde tutto: lavoro, famiglia e amici. Prova a ricominciare a vivere trovando rifugio in un piccolo college di New York. Consapevole del fatto che l’omosessualità gli è costata cara promette a se stesso di lasciar perdere, di non innamorarsi mai più di un uomo. Un giorno, però, arrivano nel suo studio tre giovani atleti: Vince Matti, Jacques LaFont e Billy Sive, vittime a loro volta di discriminazione sessuale. I ragazzi vogliono continuare a correre e vogliono essere allenati.
Brown è combattuto, non sa se accettare di allenarli o meno. I tre atleti sono talentuosi e allenarli potrebbe essere un’occasione per mostrare al mondo le sue capacità di allenatore, ma potrebbe anche contribuire ad alimentare pettegolezzi sul suo conto.
Decide di allenarli. Dei tre riconosce in Billy una grande potenzialità restando affascinato dal talento (e non solo dal talento) del ragazzo.
Con non poche difficoltà cerca di soffocare i suoi sentimenti per Billy continuando ad allenarlo per portarlo alle Olimpiadi. Un libro che parla di corsa, ma che racconta anche una gran bella storia d’amore.
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L’eco dell’opera fu tale da ispirare la nascita, nel 1976, dei Frontrunners (dal titolo originale del libro): un gruppo di atleti gay, lesbiche, bisessuali e transessuali di San Francisco che si riunivano per praticare sport.