“La Mischia” di Valentina Maini – Recensione

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“La mischia”, edito da Bollati Boringhieri, è il romanzo d’esordio di Valentina Maini. E’ la storia di Gorane e Jokin, gemelli, figli di due militanti dell’ETA, le cui vite prendono direzioni opposte. Jokin, batterista, fa uso di droghe e segue le orme dei genitori; Gorane, prova a discostarsi dal loro insegnamento, ma finisce per rifugiarsi in un modo astratto fatto di tante allucinazioni. I gemelli vivono l’uno lontano dall’altro, ma le loro vite sembrano non potersi separare mai. A farli ricongiungere del tutto sarà il romanzo di uno scrittore francese.

“Mio fratello si chiama Jokin, sto andando a riprenderlo. Senza di me si perde, senza di lui non vado da nessuna parte. Non siamo gemelli siamesi ma forse avremmo dovuto esserlo. La nostra vita sarebbe stata più facile, io di certo avrei commesso meno errori se fossimo stati attaccati. Anche per lui le cose sarebbero andate meglio. Se Jokin avesse tirato troppo lo avrei fermato. Se io fossi rimasta troppo immobile lui mi avrebbe portato in giro e spinto nella mischia.”

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“La mischia” di Valentina Maini, recensione

“La mischia” è un libro coraggioso, soprattutto se si considera il fatto che si tratta di un libro d’esordio. Cinquecento pagine ed un incipit senza mezze misure: o lo si ama o lo si odia. E’ uno di quei libri che sono solita definire “effetto diesel”:inizia a scaldarsi e ad affascinare il lettore un po’ in ritardo, solo diverse pagine dopo. Tutto il caos della prima parte del libro, pian piano che si va avanti nella lettura acquista un significato, ritrova un proprio spazio, un perchè.

Oltre a Gorane e Jokin, ad avere un ruolo da protagonista è “l’assenza”, quella che spinge Gorane a mettersi in viaggio alla ricerca di suo fratello. L’espediente narrativo di introdurre altri punti di vista movimenta non poco la narrazione.  Uno stile narrativo quello della Maini altalenante, danzante, sempre in movimento, che a tratti disorienta, ma poi arriva il finale ed è un colpo duro che fa male. Uno squarcio che tuttavia salda. Un cerchio che si chiude

Buona lettura!

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