“La neve in fondo al mare” di Matteo Bussola, recensione


La neve in fondo al mare, l’ultimo libro di Matteo Bussola edito da Einaudi, è un’opera che colpisce dritto al cuore, affrontando con delicatezza e profondità il tema dei disagi giovanili attraverso gli occhi di chi li vive e li affronta ogni giorno.Ambientato in un reparto di neuropsichiatria infantile, il libro racconta storie di famiglie alle prese con problemi come bulimia, anoressia, autolesionismo e altre forme di disagio psicologico che colpiscono i giovani.

Bussola, noto per la sua capacità di trattare temi complessi con una scrittura limpida e coinvolgente, conduce il lettore in un luogo dove il dolore è una costante, ma dove emergono anche forza, speranza e la ricerca di una via d’uscita.

Nel reparto di neuropsichiatria infantile in cui è ambientato il romanzo, il lettore viene catapultato in un microcosmo di sofferenza e resilienza, dove i genitori si trovano a fare i conti con l’impotenza e il senso di colpa, ma anche con l’amore incondizionato per i propri figli.

“Neuropsichiatria infantile” sembra un ossimoro.Nella testa di un genitore, sono due termini che mai dovrebbero essere accostati.”

La neve in fondo al mare, le sfide della malattia, il confronto con le proprie fragilità.

Il titolo stesso, La neve in fondo al mare, evoca un’immagine potente e malinconica: qualcosa di bellissimo ma inafferrabile, che esiste in un luogo nascosto e oscuro, proprio come i sentimenti e le sofferenze che i protagonisti del libro cercano di comprendere e affrontare.

Bussola esplora il lato umano delle malattie mentali, andando oltre la diagnosi per raccontare le storie individuali, quelle che spesso rimangono inascoltate, sepolte sotto il peso di una realtà difficile da accettare.I genitori che popolano queste pagine sono molto diversi tra loro, ma tutti uniti dalla stessa missione: aiutare i propri figli a uscire dal tunnel del disagio.

In questo percorso, non solo affrontano le sfide poste dalla malattia, ma anche il confronto con le proprie fragilità.

“Ieri ci siamo trovati nel corridoio che spacciano per saletta caffè, e che per i genitori è una specie di confessionale, in cui a volte sei quello che si dispera, a volte sei quello che consola.Più spesso ci si sostiene a vicenda”

Bussola riesce a dare voce a questi genitori con grande sensibilità, senza mai cadere nel pietismo o nella retorica.

La sua narrazione è rispettosa e autentica, capace di restituire la complessità delle emozioni che si agitano nei cuori di chi vede soffrire la persona che ama di più al mondo.

“Guai a farla sentire giudicata, guai a rimproverarla.Eva non è una ragazza, non è una persona, è il manuale per le istruzioni di un esplosivo, è l’incarnazione del “maneggiare con cura”

La neve in fondo al mare è un libro che tocca corde profonde, che invita il lettore a riflettere sulla fragilità dell’adolescenza e sull’importanza di una rete di supporto forte e presente.

Una lettura che certo non lascia indifferenti.

 

 

 

 

 

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