“Le balene mangiano da sole” di Rosario Pellecchia – Intervista all’autore


<em>Le balene mangiano da sole, edito da Feltrinelli, è l’ultimo libro di Rosario Pellecchia, per tutti Ross, volto noto e voce storica di Radio 105 con il quale abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche chiacchiera circa le genesi del suo romanzo.

“Le balene mangiano da sole” di Rosario Pellecchia – Intervista all’autore

“Le balene mangiano da sole” è la storia di un’insolita amicizia. Come nasce questo tuo ultimo lavoro?

“Sì, quella che nasce fra Genny e Luca è davvero un’insolita amicizia. Genny è un rider napoletano che vive a Milano, dove studia al Politecnico. E’ già laureato alla triennale e decide di consegnare pasti perchè lo fa già Kalidu, il suo coinquilino senegalese. Kalidu cerca di scoraggiare Genny in ogni modo (“ci pagano poco, ci sfruttano, fa freddo, è un lavoro senza orari”). Genny, contrariamente alle avvisaglie di Kalidu, decide di iniziare a consegnare pasti. Non solo. Genny si appassiona a questo lavoro perchè lui è uno al quale piace scavare nell’animo umano. Così, ogni volta che deve consegnare, prova ad indovinare in base all’ordine chi è la persona che sta aspettando il pasto.

Una sera, consegnando due porzioni di pollo fritto, si ritrova davanti un dodicenne tifoso del Napoli che sta guardando il Napoli in Champions League in tv. La passione per il calcio è ciò che li unisce, ma anche un dolore che l’uno intravede nell’altro fa da collante fra i due. Da quel momento nasce fra Genny e Luca un’amicizia nel senso più autentico del termine, perchè, data la differenza di età fra i due, non c’è nulla che va a colmare qualcosa, nel senso che Luca non può vedere in Genny un padre e Genny non può vedere in Luca un figlio. Non possono considerarsi neanche compagni di giochi. Possono essere solo ed esclusivamente amici.”

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“Posso solo essere felice e grato”

Il romanzo è stato pubblicato in un momento storico in cui non sono possibili incontri letterari, presentazioni, firmacopie. Cosa pensi a tal proposito?

Quando ho promosso la vendita del mio primo libro, ho trascorso sei/sette mesi a girare l’Italia. Ero una trottola. Non mi fermavo un secondo. Come ben sai, il mio lavoro principale è la radio. Ogni mattina mi sveglio e vado in radio. Faccio altre mille cose però è certo che al mattino sono impegnato in radio. E’ stato dunque difficilissimo conciliare la radio e la promozione del primo libro. Era meraviglioso girare tutta l’Italia, ma era complicato.

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Paradossalmente è più facile ora, con le presentazioni online. Certo si perde il rapporto umano, la componente fisica, che è decisamente più gratificante del rapporto virtuale. Tra le due opzioni non so quale sia la più stressante, se vivere per mesi in viaggio, tra treni, auto e alberghi o trascorrere diverse ore davanti ad un computer.

In entrambi i casi non posso lamentarmi. I miei libri sono stati pubblicati da due importanti case editrici, per cui davvero non posso lamentarmi per la stanchezza legata alla promozione dei libri. Posso solo essere felice e grato.

Cosa ti aspetti da questo libro?

Dal primo libro non mi aspettavo nulla, nel senso che se nessuno si fosse accorto che avevo scritto un libro, avrei pensato: “Vabbè, faccio radio. Avevo una storia da raccontare. L’ho fatto. Evidentemente la storia non era così emozionante o degna di essere raccontata”.

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“Solo per vederti felice” di Rosario Pellecchia – Disponibile su Amazon

Per fortuna non è andata così. “Solo per vederti felice”, il mio primo libro è stato un piccolo caso editoriale. Ho toccato un argomento delicato: il rapporto tra un figlio ed una madre malata di demenza senile. Questa volta, invece, mi aspetto qualcosa in più rispetto al primo perchè “quelli bravi in questo mestiere” mi hanno raccontato che la credibilità di uno scrittore si costruisce un gradino per volta.

Inoltre Feltrinelli sta promuovendo il mio libro in maniera capillare, perciò sarei un bugiardo se ti dicessi che non mi aspetto un buon risultato da questo mio secondo romanzo. Risultato che per il momento, nonostante il libro sia uscito solo da poco, sto già raccogliendo.

Musica e scrittura, qual è il legame tra queste tue passioni?

Il legame tra la musica e la scrittura è la voglia di esprimersi. Devo dire che la scrittura, in qualche modo, mi caratterizzava ancor prima che cominciassi a lavorare in radio. Sono stato uno di quegli studenti i cui professori leggevano in classe il tema. La cosa mi imbarazzava da morire. Non che mi odiassero i miei amici, ma la cosa mi imbarazzava molto.

Poi, con il tempo, ho cercato di affinare questa mia capacità. Non basta saper scrivere in italiano corretto delle frasi. Devi saper raccontare. E il fatto che qualcuno legga i miei libri mi emoziona molto perchè un tempo la sera o facevi l’amore o guardavi la TV. Adesso puoi fare qualsiasi cosa. Hai Netflix, Sky, Amazon Prime Video, YouTube, i social. L’idea che uno scarti tutto questo e si metta a leggere uno dei miei libri, mi emoziona terribilmente.

Tra mille impegni dove trovi la concentrazione per la scrittura?

Tutti gli scrittori che ho avuto il piacere di intervistare, ed in particolare Giorgio Faletti, mi dicevano: “Per scrivere un libro ti devi dare una regola, devi pensare ad un momento preciso della giornata da dedicare alla scrittura. Io ho fatto così. Dalle due alle sei del pomeriggio mi sono dedicato esclusivamente alla scrittura. Occorre metodo, disciplina e occorre sicuramente buttare il cellulare per non avere distrazioni.

 


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