Le Metamorfosi di Apuleio: come nasce la passione?


Le Metamorfosi è un’opera di Lucio Apuleio risalente al II secolo d.C. Si tratta dell’unico romanzo scritto in lingua latina pervenutoci per intero

Lo stile narrativo si distacca dalla fabula Milesia, genere tipico del tempo e risulta una fusione di epica, biografia, mitologia e satira. Nonostante la lettura sia apparentemente leggera poiché ricca di malizia ed episodi comici, in realtà ha un risvolto morale.

L’opera viene anche chiamata l’asino d’oro, poiché il personaggio centrale è Lucio, un uomo che per la sua eccessiva  curiosità viene punito trasformandosi appunto in un asino. Egli tuttavia mantiene la capacità di ragionamento umana, per questo osservare e giudicare il peccaminoso comportamento  degli uomini nella loro quotidianità. Altri personaggi sono ladri, prostitute, malfattori e adulteri, rappresentanti della corruzione della società che l’opera vuole denunciare. Lucio deve conoscere ognuno di questi individui per espiare la sua colpa, solo alla fine potrà trovare la pace diventando seguace di Iside.

Nel libro sono presenti episodi minori che seguono il filone della storia principale; di particolare rilevanza è la celebre favola di Amore e Psiche. Psiche  ovvero “anima” è una bellissima principessa, la dea Venere gelosa di lei, manda suo figlio Cupido affinchè la faccia innamorare del più brutto uomo sulla terra. Tuttavia il dio dell’amore  e del desiderio, colpito dalla bellezza fuori dal comune della giovane, se ne innamora perdutamente e la porta nella sua dimora. Nel castello di Cupido i due vivono intense notti d’amore, tuttavia le condizioni del dio sono chiare, la ragazza non dovrà mai guardarlo in volto. Le sorelle maggiori di lei, invidiose della sua felicità la spingono a scoprire l’identità dell’amato. Temendo che il compagno le stia nascondendo la sua bruttezza, Psiche si lascia ingenuamente convincere ed una notte gli si avvicina con una lampada ad olio. Una goccia del liquido bollente finisce sul corpo del dio, che furibondo fugge via lasciando Psiche. La ragazza dovrà superare delle difficilissime prove alla fine delle quali riceverà l’immortalità e sposerà Cupido. Il frutto del loro amore sarà una bambina che chiameranno Voluttà, ovvero la dea della passione.

Perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi la passione

La collocazione di questa storia a metà dell’opera ha una funzione ben precisa; preparare il lettore a comprendere la vicenda principale. Essa infatti, per suoi contenuti, si presenta come una versione più contenuta dell’intero romanzo e in più introduce i temi dell’amore e della religione. La ragazza infatti è in balia del volere degli dei, e la sincerità del suo amore viene premiata solo dopo estenuanti sacrifici.

La controversa storia d’amore tra Cupido e la bellissima Psiche, è stata nei secoli d’ispirazione per numerosi artisti: Antonio Canova ne ha realizzato una scultura e altri come William Adolphe Bouguereau splendidi dipinti.

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