“Lionel Messi. La biografia autorizzata” di Florent Torchut – Recensione

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“Lionel Messi – La biografia autorizzata”, pubblicato dalla casa editrice Mondadori Electa, è disponibile nelle librerie e negli store digitali dal 31 maggio 2022. Il libro che racconta la storia di uno dei calciatori più forti al mondo è stato scritto da Florent Torchut, giornalista e corrispondente di “France Football” , il prestigioso periodico francese dedicato al calcio nato nel 1946 che assegna il Pallone d’oro. Torchut segue Messi dagli esordi nel calcio professionistico e lo ha personalmente intervistato in diverse occasioni.

“Lionel Messi – La biografia autorizzata” di Florent Torchut

Lionel Messi ha cambiato per sempre la storia del calcio e del Barcellona grazie a un talento che non ha mai conosciuto confini. L’argentino ha conquistato 35 trofei, tra cui 4 Champions League, e vinto 7 volte il Pallone d’oro. Nessuno si era mai spinto tanto in alto. Nessuno aveva mai sollevato al cielo per sette volte il premio più ambito tra i calciatori.

Messi ha disputato 778 partite e segnato 672 gol con il club catalano. Quella tra il fenomeno classe 1987 e il Barcellona sembrava una di quelle favole destinate a terminare con il lieto fine, ma qualcosa è andato storto. A causa dei problemi economici della “sua” squadra, Messi è costretto a salutare il Camp Nou e il 9 agosto 2021 firma un ricco contratto con il Paris Saint-Germain. Florent Torchut, attraverso un minuzioso lavoro, ha provato a descrivere la personalità misteriosa di Messi utilizzando una serie di racconti e immagini davvero sorprendenti.

Trama e curiosità

Lionel Messi non ha mai avuto bisogno di urlare o di spendere troppe parole per attirare l’attenzione e brillare. L’argentino rappresenta probabilmente meglio di chiunque altro un chiaro esempio di cosa voglia dire diventare un vero leader silenzioso. Il suo modo di stare al mondo ha semplicemente trovato nella pace e nella serenità la massima espressione. Attenzione, però, a confondere calma e strafottenza, silenzio e determinazione o tranquillità e desiderio di vittoria.

L’obiettivo di ogni grande campione è quello di risultare decisivo: magari segnando il gol della partita. Le ambizioni di Messi non sfuggono a questa naturale logica, ma il suo primo pensiero dopo aver insaccato la rete avversaria è rivolto verso il cielo. Il dieci dell’Albiceleste alza sempre gli indici in alto per ricordare a tutti il motivo per cui gioca a calcio: sua nonna. È proprio grazie a Celia Oliveira Cuccittini che il piccolo Leo muove i primi passi sul campo del Grandoli.

Siamo a Rosario, provincia di Santa Fe, terra culturalmente devota al football, e nonna Celia convince sua figlia Marìa ad accettare la proposta di Salvador Aparicio, che ha bisogno disperatamente di un compente per una partita tra ragazzini e diventa il primissimo allenatore di Messi. A quel timido bambino di cinque anni basteranno appena due azioni per lasciare i presenti a bocca aperta e guadagnarsi il soprannome La Pulga( la pulce) per via della sua statura.

Che si trattasse di una partita di carte o di una sfida ai calci di rigore con i fratelli maggiori, lo scopo di Messi era lo stesso: vincere, anzi non perdere. “Era un pessimo giocatore. Quando perdeva, si metteva a piangere” , ha raccontato il padre Jorge Messi. Timido tra i banchi, fenomeno nel cortile di casa. A 6 anni e mezzo passa dal Grandoli alle giovanili del Newell’s Old Boys e fa parte de La Máquina del 87( La Locomotiva) , squadra capace di portare a casa ogni tipo di competizione tra i “piccoli” .

Un episodio in particolare rivela tratti significativi della personalità di Messi. A Rosario, nel corso di un torneo che metteva in palio delle biciclette, rimane chiuso in bagno e rompe il vetro per raggiungere i compagni. Entra in campo sullo 0-2; il resto è storia e l’incontro termina 3-2 in suo favore.

E poi subentra il fato, che si trasforma nella necessità suprema di scegliere costantemente la maglia del Barcellona di Rivaldo per le partitelle con gli amici. Lucas Scaglia, ex compagno di squadra ai tempi del Newell’s Old Boys, non lo ha mai dimenticato. “Mio padre lavorava in Europa e mi portava le maglie dei calciatori. Leo voleva sempre quella del centenario del Barça con le scritte dorate e il numero di Rivaldo. Non voleva mai ridarmela” .

Il cammino profetico si complica improvvisamente nel 1996, quando gli attuali dirigenti lo invitano a consultare un endocrinologo per i problemi di statura (era alto 1,25, dieci centimetri sotto la media) . A gennaio 1997, il dottor Diego Schwarzstein scopre il deficit dell’ormone della crescita e Messi è costretto a farsi delle iniezioni di ormone biosintetico per riequilibrare la carenza.

Per due anni la cura viene presa in carico dalla previdenza sociale e dal padre; poi inizia un periodo di forte crisi economica. Ed è in questa occasione che si chiude il cerchio, che il destino compie il suo dovere, perché l’unica squadra che promette di prendersi cura di Messi è il Barcellona. La squadra catalana, nonostante il forte interesse, prende tempo. Tempo che papà Messi dimostra di non voler perdere quando chiude l’accordo con il direttore tecnico Rexach.

Messi fa il suo esordio con la maglia blaugrana il 7 marzo 2001, con la squadra Giovanissimi B ( Under 14) contro l’Amposta segnando un gol e scala le gerarchie nelle categorie maggiori alla velocità della luce. Il 16 novembre 2003 esordisce con la prima squadra in un’amichevole e nel 2004 Frank Rijkaard lo invita a partecipare alla preparazione estiva con Puyol, Ronaldinho, Xavi ed Eto’o. Dopo una stagione transitoria, si impone come elemento chiave prendendo il posto di Giuly a suon di gol, assist e magie fuori dal comune. Il 1 maggio 2005, contro l’Albacete, diventa il più giovane cannoniere barcellonese nella storia della Liga: 17 anni, 10 mesi e 7 giorni.

Nello stesso anno arriverà anche l’esordio con l’Argentina, rovinato da una scottante espulsione; esordio che si compie nel segno di Diego Armando Maradona. Entrambi hanno infatti giocato la prima partita in nazionale contro l’Ungheria. La liberazione sportiva di Messi, la vittoria della Copa America 2021 (primo trofeo con l’Argentina) , coincide purtroppo con la fine della suo rapporto d’amore con il Barcellona.

Il club versa in una situazione economica precaria e non può più permettersi di pagare il suo ingaggio. Il PSG convince all’istante Messi, che organizza una conferenza stampa per salutare tutti. L’8 agosto, nell’Auditorium 1899 del Camp Nou., La Pulga confessa in lacrime: “Non avevo mai immaginato che sarebbe arrivato questo giorno, e men che meno di andarmene così. È difficilissimo, ho passato gran parte della mia vita in questo club” .

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Recensione

“Lionel Messi. La biografia autorizzata” di Florent Torchut  ha il merito di fornire ai lettori una nuova prospettiva attraverso cui osservare e comprendere la personalità di Lionel Messi. L’autore ha ricostruito nei minimi dettagli i passaggi che hanno portato alla nascita, alla crescita e alla consacrazione del fenomeno Messi prima in Argentina e poi in tutto il mondo. Il raccolto di Torchut non poteva che trovare il suo preludio in Argentina, in particolare nella città di Rosario, e analizzare in ordine cronologico gli avvenimenti che hanno caratterizzato la sua infanzia.

In questo contesto risulta ricco di nuovi e interessanti dettagli la vicenda legata ai problemi di statura. A Messi è infatti stato diagnostico il deficit dell’ormone della crescita, patologia che lo ha sottoposto a una serie infinita di iniezioni di ormone biosintetico. Leggendo le parole del padre, inoltre, è possibile scoprire la reale forza mentale e l’etica del lavoro che hanno sempre contraddistinto il fuoriclasse argentino.

La narrazione e le testimonianze delle persone che hanno fatto parte della vita di Messi sin dall’infanzia sono il fiore all’occhiello di un’opera che svela i retroscena di ogni singolo evento della Pulce. Nel libro sono state inserite molte interviste che Messi ha rilasciato direttamente a Torchut, che è riuscito a seguire le sue gesta quasi dal giorno zero. Non è quindi un caso che lo stesso calciatore del PSG abbia deciso di autorizzare questa biografia.

A mio avviso, le diverse dichiarazioni rilasciate da Messi nel corso degli anni e dopo ogni Pallone d’Oro aggiunto in bacheca arrIchiscono il panorama letterario creatosi, come ovvio che sia, intorno alla leggenda di Santa Fe. Ogni singola parola da lui pronunciata, non a caso, contribuisce a rivelare il carattere di un atleta che non ha mai avvertito il bisogno di raccontarsi e di lasciarsi andare. Messi ha affrontato da vero un campione un percorso ricco di ostacoli, ed è questo il messaggio principale che l’autore del libro ha voluto trasmettere ai suoi lettori.

Torchut si è avvalso di una scrittura lineare e accessibile ad ogni fascia d’età. Qualsiasi bambino che sogna un giorno di diventare un calciatore famoso dovrebbe conoscere e leggere questa biografia con trasporto e passione. Secondo il mio giudizio personale, la scelta di associare ogni capitolo a delle immagini esalta nel migliore dei modi il percorso di crescita di Messi. Il repertorio fotografico spazia tra le mura di casa di un bambino di quattro anni intento a soffiare le candeline della sua torta, i murales che centinaia di tifosi hanno deciso di dedicargli per ringraziarlo e i successi registrati sui più importanti palcoscenici del calcio mondiale.

Da grande appassionato di sport e di biografie celebri, mi sento di consigliare questo libro a tutte le persone in cerca di ispirazione, perché è un’indagine di rara profondità e restituisce un’immagine completa di un calciatore in grado di lasciare un’impronta indimenticabile nel cuore delle persone.

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