Marzio Barbagli. Alla fine della vita. Morire in Italia

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Il libro di Marzio Barbagli “Alla fine della vita morire in Italia” di 351 pagine, edito da il Mulino, ed acquistabile al prezzo di 20 euro, mette in rilievo che la tendenza della società moderna a nascondere la morte, più che in passato, è stata ricondotta dagli studiosi che hanno sostenuto questa tesi.
Se nell’epoca moderna è così diffusa l’idea che si muore soli, è anche perché essa attribuisce grande importanza al sentimento che nella vita si è soli.
Secondo altri ancora (la maggioranza), la tendenza a nascondere la morte è principalmente dovuta ”alla medicalizzazione” della società, un’espressione entrata proprio in quegli anni nel vocabolario delle scienze sociali.
Molti studiosi in campo scientifico sono convinti che la morte “naturale” del passato fosse migliore di quella “tecnica” di oggi e che la relazione fra l’uomo e la natura (e quella fra l’uomo e morte), che da sana sia diventata malata a causa del progresso scientifico e della medicalizzazione della società.
Ne sono convinti che arriviamo a considerare negativamente persino i successi raggiunti dalla medicina moderna nel controllo del dolore.
Nel libro si parla di una delle ricerche che riguardano il luogo dove si muore, inoltre da circa venti anni, le più avanzate organizzazioni sanitarie dei paesi occidentali e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno iniziato a considerare il luogo dove si muore, come un indicatore della qualità del fine vita, incoraggiando la raccolta e l’analisi di dati su quest’aspetto.
In sostanza la morte è sempre stata una costante dell’umanità ed è stata creata dall’uomo e dalla donna mediante il peccato originale e abbiamo paura di essa, malgrado il sacerdote ci ripete più volte che la morte è il processo di dormizione in attesa della resurrezione.
La morte un tempo veniva causata dalla peste che a causa delle scarse conoscenze scientifiche in questo campo molte persone morivano e questa patologia si sviluppò molti secoli fa.
Nel testo si parla anche dei lazzretti che erano luoghi di segregazione ed isolamento dei malati e dei sospetti. Talvolta sembravano delle carceri, perché chi li gestiva, nel difficilissimo compito di mantenere un minimo di ordine, comminava delle sanzioni severe a chi violava le sue regole, servendosi di una polizia e di una magistratura interne
Oggi grazie alle nuove scoperte scientifiche si possono curare molte patologie o allungare la vita di colui che è affetto da una malattia incurabile come nel caso del Morbo di Parksinson e del Morbo di Alzieimer o da tumori maligni in metastasi ma si può anche curarli se sono benigni o se maligni e non sono in metastasi con radioterapia o kemioterapia.

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