Rosario dello Iacovo – uno scrittore metropolitano

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A sei mesi dall’uscita del suo primo libro, quattro volte in ristampa e sessanta presentazioni all’ attivo, intervistiamo il giornalista Rosario dello Iacovo

Rosario dello Iacovo è il manager dei 99 Posse, band di cui ha condiviso un percorso lungo oltre vent’anni, fonte dell’inusuale biografia su di loro.

Raccontarsi non solo attraverso la musica ma nelle pagine di un libro, dove si ha più tempo per fermarsi sulle parole, dilatandone tempi ed emozioni. Questo l’incipit del libro. Percezioni sottili che fuggirebbero ai tre minuti di un testo musicale. Egregiamente scritto, potremmo definirlo un lavoro di gruppo, dove si è sempre creduto nella condivisione, nei capitoli del libro come nella vita reale. Mai hanno trascurato gli inizi, motivo e fulcro portante di questi anni di scelte combattute, ovvero le lotte sociali.

“Curre curre guagliò, storie dei 99 Posse” edito da Baldini & Castoldi,un libro scritto on the road; sembrerebbe cosi, invece?

In  verità, stesura e assemblaggio di parti già esistenti è durata circa sette settimane matte e disperatissime; mi sono chiuso in casa e ho scritto soltanto. Non ho fatto praticamente altro. Per questo da un lato racconta vent’anni e più on the road, perché il libro in realtà abbraccia un arco temporale ampio che va oltre i quarant’anni, di là dalla storia della band. Poi in realtà è stato un vero e proprio lavoro a tavolino.

È alla quarta ristampa, la cosa ti sorprende o ti aspettavi di più?

Quando produci qualcosa, un libro o altro, speri di arrivare a un pubblico il più ampio possibile. Considera che il libro precedente di Luca “Zulù” Persico, scritto  dieci anni fa “Cartoline zapatiste. In viaggio con Marcos e la 99 Posse”, vendette molto di più. Quello era un periodo in cui si leggeva e vendeva di più. Io ho venduto oltre quattromila copie, un dato ottimo. Anche se a me sembra un dato misero perché leggo tantissimo.

Questo libro dalla sua uscita ha visto te e anche altri elementi della band in giro per lo stivale a presentarlo; quanto vi ha arricchito questo confronto con il pubblico?

Ho fatto sessanta presentazioni, avevo ancora richieste in verità ma non ce la facevo più anche fisicamente. Dopo un po finisci per ripetere a memoria. Sicuramente sono entrato in contatto con molte persone, più di quelle che hanno comprato il libro. Capitava che a molti interessava più sentire raccontare il libro che leggerlo. Però è stato bello anche perché era un pubblico trans generazionale.

È stato detto più volte in altre interviste, recensioni e ospitate televisive che questa è uno spaccato sociale, raccontato attraverso la musica. Pensi di essere riuscito nell’intento ?

Sì, considera che volevo scrivere un libro di racconti. Questa non è una biografia tradizionale ma una raccolta di racconti a tema 99 Posse.

I centri sociali luogo sovrano di queste vicende, culle di nuovi e vecchi ideali, ancora oggi restano ghettizzati, perchè secondo te?

Quando sono nati la novantanove e quella generazione di centri sociali, eravamo anche un po la novità. Quindi qualsiasi cosa facevi ti ritrovavi un seguito notevole. Oggi devi fare anche i conti col mercato che ha imparato anche un po da te e in un momento storico in cui la società va a destra, i centri sociali fanno parte di quella minoranza di popolazione italiana che ha soluzioni diverse dalla massa. Forse non vivono un momento di forte vitalità però ci sono, in tutte le città e son più vivi dei partiti della sinistra radicale.

Vista la tua profonda conoscenza e frequentazioni di essi, pensi che dovrebbero cambiare un po il loro appeal, per arrivare a un pubblico più ampio? Quali sono i meriti o demeriti dei centri sociali secondo Rosario dello Iacovo?

No, non hanno perso appeal, viviamo un momento di crisi, dove il senso comune dell’Italiano medio sembra spostarsi a destra. E’ il senso dell’epoca, a essere a destra. Tieni presenti comunque che i centri sociali sono luoghi dove si fanno iniziative da migliaia di persone. Considera che i 99 Posse fanno tante date nei centri e ogni tour vede migliaia di persone, forse sono meno visibili mediaticamente, ma ci sono.

Ognuno dei protagonisti che ha incrociato artisticamente il cammino dei novantanove Posse enuclea il suo vissuto, le sue lotte. L’affermazione delle proprie personalità, di solito in contrasto con le aspirazioni dei genitori, quanto è costato a ognuno di voi?

In realtà siamo figli dei nostri genitori anche politicamente. Loro sono tutti di sinistra. Considera che quando vai a una manifestazione, dove rischi di essere arrestato o picchiato, a casa restano loro preoccupati per te. Io ci ho tenuto a mettere in risalto questo nel libro, siamo cresciuti negli anni Settanta quando la sinistra aveva un peso egemonico. Conflitto sicuramente, io per esempio dall’età di quindici anni ho smesso di parlare con mio padre e sono andato via. Sono andato a Londra, oggi però io riconosco tutta l’eredità di mio padre.

L’età matura, anagraficamente ha raggiunto anche voi; vi porta a un bilancio positivo ?

Sicuramente, se consideri che ai concerti vengono persone che potrebbero essere i nostri nipoti o figli. È gratificante essere un gruppo che ha conquistato nuove generazioni. Considera che ad alcune presentazioni c’erano ragazzi minorenni.

99 Posse, band atipica. Il suo vissuto artistico non si è mai separato dalle lotte sociali, seguitissimi sui social, in prima linea anche nel virtuale su temi scottanti. Dalla politica interna a quella estera, siete consapevoli del ruolo “educativo” che svolgete?

Chiaro che si, considera che buona parte delle pubblicazioni sulla pagina dei 99 Posse, li scrivo io. Hai fatto la domanda all’uomo giusto o sbagliato, dipende dal punto di vista. Si, sicuramente oggi i social ci danno la possibilità di esprimerci su certi argomenti anche fuori dal palco. Il paradosso è che probabilmente quella dei 99 Posse è la più autorevole pagina di sinistra in questo momento, anche e soprattutto per deficienza della sinistra dei partiti che si è sfaldata.

Le tue doti di mediatore, ruolo che spesso hai svolto all’interno della band, come si evince anche dal libro, ti ha mai fatto  pensare di candidarti in politica?

In realtà mi sono presentato anche alle elezioni del 2006 a Napoli con Rifondazione Comunista, come riempi lista; poi ho avuto la piacevole sorpresa, su sessanta persone, di arrivare diciottesimo, ma ho quarantanove anni, lasciamo spazio ai giovani.

Ti senti più paroliere, giornalista, scrittore o manager?

Non saprei, ho difficoltà a definirmi; sono una persona che ama comunicare a 360 gradi, anche il mio lavoro di natura manageriale è di comunicazione, di connessione oltre che di vendita. Non dico scrittore, sembra un po pomposa come definizione ma sono uno a cui piace scrivere. Sicuramente.

Il ragazzino di Terzigliano sta a Napoli e gli piace il grigio fumo di Londra;  sta a Londra e pensa al mare della sua terra,  poi si sente a casa a Milano. Questo eterno girovagare sulle autostrade della vita, lo porterà a vivere a? O è ancora presto per pensarci?

Terzigliano non esiste, il punto di partenza non esiste. Tutta questa storia del girovagare in varie città, in realtà sarà la vera protagonista del mio prossimo libro che sarà “Altrove è una lepre di pezza”. Ultimamente stavo spesso a Roma, oggi può darsi sia la volta che sono tornato definitivamente a Napoli. Non so ora, farò passare l’estate e poi capirò se Londra o altro.

Questo lungo tour di presentazione del libro si è fermato, ci sarà qualche data fuori programma?

Si, ci sarà una data  proprio a Berlino, ad ottobre. L’hanno organizzata in un posto di controcultura a Berlino dove ci sarà anche un Dj set di Luca

Il prossimo libro “Altrove è una lepre di pezza ” : perché questo titolo?

Hai presente le corse dei cani? Ecco, allo start c’ è una sbarra su cui è montata una lepre di pezza. Serve per far si che i cani la rincorrano, ma non la prenderanno mai. Siccome per me “altrove” è una dimensione immaginifica della felicità, innanzitutto c’è una storia d’amore che scandisce tutto il racconto. Poi c’è il girovagare di questo personaggio tra Napoli, Londra, Milano, Roma, Bologna, Porto, Lisbona. Uscirà a novembre per la Manifesto Libri. Anche se ho già un terzo libro in cantiere che sarà un romanzo vero e proprio.

Viaggerà sull’onda del sociale o sarà autobiografico?

È tutto autobiografico, io so scrivere solo di me (sorride.)

Ringraziamo Rosario dello Iacovo per la disponibilità dimostrata nel parlare ancora una volta di “Curre curre guagliò” e delle anticipazioni sul prossimo che attenderemo con curiosità.

Foto fonte Facebook

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