Un autore al mese: Intervista a Luciana Pennino

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Per “Un autore al mese” ho avuto il piacere di incontrare la giornalista e scrittrice Luciana Pennino con la quale mi sono persa in una piacevole chiacchierata. Luciana è briosa e coinvolgente, proprio come la sua scrittura che avevo avuto già modo di apprezzare leggendo il romanzo del suo esordio letterario: “Primule fuori stagione” edito da Iuppiter Edizioni.

Amo le mie manie edito da Homo Scrivens

Dopo “Primule fuori stagione”  Luciana Pennino è tornata a deliziarci con “Amo le mie manie” edito da Homo Scrivens, una raccolta di brevi racconti nati dagli innumerevoli spunti che il tran tran della vita quotidiana offre a tutti noi, ma che solo un occhio attento ed ironico come quello della Pennino sa trasformare in simpatiche parodie.  Pensieri ad alta voce che Luciana Pennino cattura ed immortala con una scrittura a tratti calviniana.

“Amo le mie manie” è la prova che non occorre avere grandi storie per scrivere un buon libro. Occorre, tuttavia, avere il dono di saper osservare il mondo da una diversa angolazione, proprio come soleva fare Calvino.

amo le mie manie

Amo le mie manie” è disponibile anche su Amazon

Ho amato molto questo secondo libro della Pennino e ringrazio la Homo Scrivens per avermene fatto avere copia.  Nelle pagine di Amo le mie manie ho ritrovato tante cose che il tempo, ahimè, aveva inesorabilmente cancellato dalla mia memoria. Per questo ho voluto confrontarmi con l’autrice e saperne qualcosa di più.

Un autore al mese: Intervista a Luciana Pennino

  • “Vi scrivo una lunga lettera perché non ho tempo di scriverne una breve”. Questa frase di Voltaire è la premessa di “Amo le mie manie”. Come nasce questo tuo nuovo libro?

“Allora vi scrivo novantanove microracconti perché non ho tempo di scriverne uno lungo”, è la mia parodia. La raccolta nasce infatti dalla scrittura metodica, settimanale, per più di due anni, di brevissimi racconti pubblicati sulla testata online con cui collaboravo e che purtroppo non esiste più. Erano diventati per molti il rituale domenicale. I riscontri, divertiti e compiaciuti, mi invogliavano a continuare. Col passare del tempo, mi rendevo conto che le manie, in un modo o nell’altro, erano diventate un fil rouge, e con loro le piccole cose, ossia i dettagli significanti del presente e del passato. Contenta e costante, mi muovevo in una varietà di stili, dal narrativo al surreale al fiabesco. Il desiderio di “chiudere il cerchio” con la pubblicazione si faceva in me urgente; aver trovato in Aldo Putignano di Homo Scrivens la persona che mi ha dato la possibilità di realizzare tale desiderio è stata una gran bella fortuna! Una casa editrice indipendente, che non chiede danaro per pubblicare e che si compone di una squadra di grandi energie, significa una casa editrice estremamente valida.

  • Ironizzare sulle proprie manie è anche un modo per tenere a bada l’ansia?

Proprio così, cara Maria Pia! Poiché le ansie hanno una squisita predilezione per lo starmi accanto, e non volendo riversarmi sul mangiare, sul bere o sul fumare per arginarle, ho provato con la chiave “ironia portale via”, e funziona.

  •  A proposito di ansia. In uno dei tuoi racconti ti chiedi“Piacerà o non piacerà questo libro ai lettori?”. Quali sono stati i primi feedback? Cosa ti aspetti da questo libro?

Il dubbio ansiogeno del “piacerà o non piacerà…” non a caso chiude Ansia: dose minima per uso personale. Nei fatti è una captatio benevolentiae nei confronti del lettore: ammicco e conto sulla sua risposta rassicurante, salvo poi concludere con “Ma che razza di ansia balorda!”, anche qui con autoironia. Per fortuna che i commenti sono stati davvero da subito molto positivi! Perché c’è identificazione, empatia, e questo per il semplice fatto che nessuno di noi è immune da nevrosi, e poi durante la lettura si può sorridere, riuscendo a distrarre la mente… in un momento storico così greve, è un valore aggiunto risultato molto gradito.

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  • Nella tua scrittura c’è tanta leggerezza, ma trovo che ci sia anche una certa nostalgia per cose vissute e irripetibili. È così?

È esattamente così. Il gusto della madeleine proustiana è per me irresistibile… Sono ghiotta dei momenti fatati del passato, frutto di un’infanzia abbracciata, sono golosa dei ricordi, quelli teneri e lievi che rendono l’oggi più morbido.

Sono una donna alla quale il tempo d’oggi, a volte, sta addosso come un abito di due taglie più piccolo, bloccandomi il respiro.

  • E poi c’è la favola, come quella bella delle stelle cadenti. A tuo avviso, le favole hanno ancora lo stesso valore oggi?

Forse, purtroppo no… Dovremmo invece lasciarne intatto il valore, affinché la fantasia eserciti sempre il suo potere come chiave di accesso alla razionalità.

La vita? Nu puparuolo ‘mbuttunato

  •  Dulcis in fundo, in “Amo le mie manie” c’è anche Napoli: all’intransatta, riscinzielli, struffoli, minestra maritata, capitone, ‘o muorzo d’ ‘a crianza. Napoli ispira, Napoli regala. Agli scrittori partenopei resta solo da raccontare, senza dover inventare nulla (o quasi). Chi, tra gli scrittori napoletani, apprezzi maggiormente?

Agli scrittori napoletani, ai nostri artisti in genere, dovrebbe essere richiesto uno sforzo in più: non riproporre i clichè. Io mi sono divertita a giocare con le parole, le ho usate, nel vero senso, e i riferimenti vernacolari mi hanno aiutato a contornare meglio dei punti, come quando accosto la vita a nu puparuolo ‘mbuttunato, un peperone imbottito, ma spero di non essere caduta in triti luoghi comuni.

Naturalmente ho enorme stima di chi mi ha regalato un pensiero per la quarta di copertina, ovvero la brillantissima Viola Ardone, che già alla scrittura del mio romanzo di esordio dedicò l’ossimoro di “profonda levità”, e l’ottimo Silvio Perrella, napoletano di adozione, che parla di “un sano, divertito e intelligente buonumore” che suscitano i miei racconti.

luciana pennino adoro le mie manie

Perchè mangio le clementine uno spicchio alla volta e contandoli mentalmente nell’attimo esatto in cui li strizzo tra i molari.

Perchè quando calo la pasta nell’acqua che bolle, il primo giro deve essere da sinistra a destra e poi tutti gli altri nella direzione contraria.

  • Scrittura a parte, sediamoci nello studio di uno psicologo e parliamo della tua attenta e costante selezione delle mollette per stendere i panni e di altre numerose e insane manie che ti costringono a compiere titaniche fatiche. Perché?

Le trovi insane? Ohibò! È forse insano perseguitare il pendant di colori tra i capi del bucato e le mollette? O tra montatura degli occhiali e fodero, tra ombrello, cappello e cinturino dell’orologio, tra vassoio e tazzina (è proprio di ieri che nell’offrire un caffè ho cambiato il vassoio perché stonava con la tazzina che avevo preso dal mobile…)? E questo solo per mantenermi sulle fisse cromatiche. Beh, lo ammetto: qualcosa di insano c’è, non hai torto! È che il coordinamento dei colori mi armonizza l’anima. E per quanto riguarda le altre manie, numerose e insane, mi hanno portato a scrivere e a pubblicare un libro, quindi direi che sono anche generative.

  • A chi consiglieresti la lettura del tuo libro?

A chi vuol riuscire a ridere, o almeno a sorridere, di sé stesso… delle inadeguatezze, delle piccinerie, dell’umano molto umano che fanno di ciascuno di noi un essere unico. E a chi ha voglia di scivolare tra righe sobrie e aggraziate, scoprendone una simpatica filosofia della vita, facendosi accompagnare nella dolcezza di ricordi comuni a molti di noi. E infine a chi, come me, vive con curiosità e ha coraggio nel disvelare i propri limiti e nel rivoltarsi come un pedalino.

  • In poche parole chi è oggi Luciana Pennino?

Una donna che tra il nostalgico, le romanticherie, le piccole grandi follie e le manie si tiene in equilibrio come sulla trave dell’ora di educazione fisica alla scuola media…

“Nell’accettazione spunta la soluzione”: ecco, Luciana si sforza di amare ciò che non può domare, come le vertigini dei capelli!

E ora, cari lettori, tocca a voi confessarvi. Quali sono le vostre manie?

 

 

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