Luna, anno 5053.Il giovane Viscont Albert de Morcerf e il suo amico Franz d’Epifany festeggiano il Carnevale quando si imbattono nel misterioso Conte di Montecristo.
Uomo enigmatico ma incredibilmente ricco.Infatti lui e i suoi uomini salvano Albert da un rapimento.
Per ringraziarlo, Albert promette si introdurre il Conte di Montecristo nell’alta società terrestre.Ma il Conte nasconde un segreto.
Anni prima tre suoi amici l’avevano crudelmente tradito per sottrargli ricchezza, potere e fidanzata.Di conseguenza è deciso a sfruttare il giovane per la sua vendetta.
Un Conte di Montecristo diverso nell’aspetto…
Diversamente dal romanzo originale di Dumas, che è ambientato nel dicannovesimo secolo, questa versione anime, prodotta nel 2004 (ma arrivata in Italia sei anni dopo) per l’appunto nel futuro.
Infatti abbiamo alieni, navi spaziali ed altri elementi tipici della fantascienza “classica”.Nonostante questo, vengono conservati molti degli elementi originari, in particolare per quanto riguarda l’organizzazione sociale in classi, tipica della Francia del romanzo di Dumas, con particolare attenzione all’alta e ricca nobiltà.
Ecco allora che il Carnevale di Roma si svolge sulla luna, dove però ci si sposta con le carrozze.
Inoltre i costumi sono identici a quelli tradizionalmente associati all’evento italiano: il vestiario in particolare è, in tutta la serie, ripreso pari pari da quello del ‘800 con qualche dovuta aggiunta da tempi più recenti.Come le divise e alcune armi, specialmente quelle in mano ai militari.
A coronare questa ottima dicotomia passato-futuro ed accrescere il “senso di ‘800”, ogni episodio inizia con un breve riassunto in lingua francese.La stessa residenza del Conte è una splendida villa in stile Luigi XIV, ma con un sotterraneo adornato con macchine olografiche in stile Star Trek.
…ma non negli intenti
Ma quello che lo studio Gonzo cambia nell’aspetto visivo, non lo cambia negli intenti.
Soprattutto per chi conosce il romanzo originale, il comportamento del Conte non stupisce.Esattamente come nel romanzo, il protagonista è talmente ossessionato dalla sua vendetta da passare sopra ogni cosa.
Anzi, esasperando i toni.Perché sé nel romanzo Edmond Dantes (nome originale del Conte) mantiene comunque un minimo d’umanità, qui assolutamente no.
Infatti il Conte di Montecristo (che in questa versione si identifica solo in questo modo), in questa versione mostra ben presto allo spettatore il suo lato demoniaco.
Scelte stilistiche
Molto interessante le scelte stilistiche di questa versione del Conte di Montecristo.Molto particolare la tecnica di disegno in cui su ogni vestito appaiono delle trame e dei disegni che si muovono in maniera irregolare rispetto alle movenze del personaggio che indossa la veste.
In perfetta dicotomia anche le sigle, quella iniziale e finale (anzi opening ed ending come si dice oggi).La sigla iniziale è una rivisitazione di “Studio op.
n.3″ di Chopin.La musica accompagna delle immagini in bianco e nero e con tratti quasi schematizzati simili ad abbozzi, tanto che si ha l’impressione di leggere il romanzo.
Quella finale è molto più ritmica e frenetica, quasi a contrastare l’inizio.Anche all’interno si mescolano temi più moderni che accompagnano le scene d’azione con pezzi di musica classica come: diverse opere di Cajkovskij, l’opera Lucia di Lammermoor di Donizetti e simili.
Unica vera concessione ad uno stile anime è l’incontro che il Conte fa nella prigione di Chateau If.Invece dell’abate Faria, incontra un misterioso essere che gli propone il patto di vendetta.
Non a caso il titolo Giapponese dell’anime, ovvero Gankutsuou (in italiano “Il Signore del Palazzo sotterraneo”) fa riferimento proprio a quest’entità.
Successo e Critica
L’anime ha avuto un grande successo di critica, tanto da essere considerato, negli Stati Uniti, il miglior prodotto dell’anno 2004.In Italia, nonostante l’ottimo riscontro avvenuto nel 2006 durante “L’anime Week” di MTV, arrivò solo nel 2010 in un’edizione in sei DVD tramite Yamato Video.
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